di Simone Eterno
Con l’arrivederci al torneo di Stoccarda Roger Federer ha inevitabilmente riaperto una discussione vecchia un anno: giusto o sbagliato saltare a priori l’intera stagione sul rosso? Il precedente parla a favore dello svizzero, anche se in questa stagione le chance di successo anche sulla terra sembrano maggiori. La verità però è che Federer, ancora una volta, pare proiettato al futuro.
La notizia aveva già fatto discutere lo scorso anno. Inevitabile lo faccia di nuovo. Stiamo pur sempre parlando di Roger Federer; e con la superstar svizzera qualsiasi minimo rumore diventa boato frutto del miglior amplificatore. Figuriamoci quando di per sé, il segnale iniziale, è già altissimo: ovvero la decisione di saltare i prossimi 3 mesi di tennis. Boooom, apriti cielo. Appuntamento al prossimo 11 giugno, quando sull’erba di Stoccarda il tennis ritroverà il suo interprete più amato.
Tre mesi dunque, circa, senza Roger Federer. Giusto o sbagliato saltare la terra? Si dia voce al dibattito.
Qualcuno, lo scorso anno, in maniera abbastanza lungimirante, scrisse da qualche parte: “Fateci l’abitudine, Federer sul rosso non lo vedrete più”.
E a un anno di distanza tale affermazione pare prendere più che mai senso. Perché tempistiche e contorni della decisione paiono quelli di un tennista – e di un uomo – con le idee parecchio chiare. Ma soprattutto, rispetto alla passata stagione, quando il dubbio Roland Garros rimase intatto fino a poco prima dello slam parigino, qui appare come tutto pianificato da tempo.
Federer l’ha dichiarato in maniera netta e immediata al margine della sconfitta con Kokkinakis al secondo turno del torneo di Miami. E, senza dubitare troppo, viene piuttosto comprensibile credere che fosse una decisione presa con anticipo rispetto che il risultato di un meeting post-doccia avvenuto nei camerini di Key Biscayne. Sintomo evidente, questo, di un ‘piano di battaglia’ piuttosto chiaro per lo svizzero, che da quelle 20/25 partite in meno in stagione ha tratto grande beneficio. Come hanno dimostrato poi i risultati della passata stagione.
Roger Federer impegnato sulla terra del torneo di Monte CarloGetty Images
Un Federer evidentemente nemmeno tentato da quella che è la ghiotta occasione di riprendersi immediatamente la testa della classifica mondiale. Perché da qui a Parigi Nadal avrebbe da confermare 4680 punti. E per rimanere davanti allo svizzero, visto il sorpasso di soli 100 punti avvenuti dopo il ko di Federer a Miami, ne dovrebbe fare 4580. Tradotto? Rafa dovrebbe rigiocare la stagione da record dello scorso anno: rivincere Monte Carlo (1000), Barcellona (500) e Madrid (1000); fare almeno 180 punti a Roma, ma soprattutto rivincere Parigi. Di contro, a Federer, basterebbe qualche risultato qua e là, non avendo nulla da difendere.
Evidentemente però nello svizzero il n°1 della classifica ATP non è una priorità immediata. Certo di un record che non gli leverà mai più nessuno – quello di essere ritornato n°1 del mondo a 36 anni – e probabilmente consapevole che basterà attendere il normale corso delle cose per ritrovarsi a giugno – o magari anche prima – di nuovo al vertice del tennis.
Insomma, se la decisione lo scorso anno aveva fatto storcere il naso a qualcuno, i successivi risultati di Federer, insieme alla sua condizione fisica, hanno pagato i dividendi nel corso della stagione. A Miami infatti Roger è apparso meno brillante del solito a livello fisico, così come del resto non del tutto pimpante era stato anche a Indian Wells, quando un tabellone piuttosto agevole – giusto dirlo – ne aveva facilitato il cammino.
Resta, casomai, per gli appassionati e i tifosi, il rammarico. Di quelli che egoisticamente lo vorrebbero sempre vedere ovunque; e di quelli che più lucidamente – considerata anche l’attuale situazione del circuito – erano certi Federer sarebbe stato piuttosto competitivo. Perché se è vero che sul rosso in carriera lo svizzero non ha poi raccolto molto, altrettanto lo è che a fermarlo è quasi sempre stato sul più bello solo e soltanto l’alieno Nadal. E considerata la situazione attuale di Rafa, in incognita fisica e fermo dall’Australia, oltre che ai guai di Djokovic e Murray, non resta che una serie di potenziali pretendenti con cui Federer non partirebbe certo battuto. Anzi.
Ma lo sguardo sul lungo periodo – nonostante i 37 siano ormai dietro l’angolo – resta evidentemente più importante di un attraente domani già qui dietro l’angolo. Sintomo che lo svizzero, più che al presente, continua a guardare al futuro. Qualcuno si sente davvero di dargli torto?
di Simone Eterno
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