“Maestro -chiese il giovane discepolo al vecchio saggio- che cosa c’è di peggio di stare in guerra?”
“Certo non sapere per chi e per quali ragioni si sta combattendo!”
Gli rispose il giovane: “Mi è evidente che il peggior dramma di questo inizio di secolo è che quotidianamente stiamo chi più e chi meno combattendo tutti una guerra atipica della quale l’aspetto devastante è che siamo soldati inconsapevoli di essere stati reclutati in maniera coatta, inquadrati in un esercito a noi ignoto.
E la riprova è che senza sapere nulla di ciò che accade e delle dinamiche dei fatti, siamo in primis gnorri riguardo chi stiamo difendendo e circa contro chi stiamo combattendo, mentre in secundis stiamo ineluttabilmente dalla parte di chi abusa del potere a danno di tutti noi, nonostante è plausibile, direi molto probabile che nella nostra volontà vorremmo fare tutt’altro, ascoltando la nostra coscienza, ma impossibilitati a fare ogni cosa alla quale ambiremmo data la nostra comune condizione di soldati e soldatesse forzati, direi provocatoriamente: lobotomizzati da politici, televisioni e uso criminoso dei social a unico buon uso di chi usufruisce di tali servizi per trarre profitto a discapito del mondo, ergo, di tutti noi che lo abitiamo.”
“Bravo! Non sei lontano dalla vetta ragazzo. Continua il tuo incedere lungo il cammino dell’osservazione della realtà invisibile”
Così gli rispose a sua volta il maestro prima di tornare alle sue quotidiane contemplazioni.