Di Stefano Lesti – Le donne e i gatti sono più simili di quanto non si pensi. Partiamo da una riflessione. A chi gli chiedeva come si diventasse scrittori Primo Levi rispondeva che occorresse osservare i gatti e da loro imparare la vita degli uomini per poi raccontarla avendone compreso dai felini qualche mistero in più. Se il gatto di casa potesse parlare ne direbbe proprio delle belle..
Psicologo per eccellenza ma pur sempre felino e selvatico chissà dove farebbe leva se intendesse farti cambiare idea o fare in modo che le tue ‘spontanee’ intenzioni a suo svantaggio finiscano prima o poi a corrispondere ‘casualmente’ con un suo interesse specifico.
Una gatta ad esempio guarderebbe il suo datore di cibo, (mai sentirsi padroni di un gatto), con occhi languidi di innamorata e con un miagolio accoratore ti potrà addirittura convincere a salire addirittura sul tuo letto per dormire accanto a te addormentandosi tra fusa e unghie estratte e ritratte armoniosamente a ogni respiro che naturalmente farebbe in modo di far coincidere col tuo per stregarti ancora di più.
Per un gatto, così per una donna, non esiste un padrone che gli possa dare ordini, questo animale misterioso e affascinante sembra conoscerti già prima di incontrarti e ti sceglie come partner soltanto quando e se abbia stabilito un rapporto fiduciario con te in quanto gli dai ciò che gli occorre per vivere sereno rendendolo appagato, ossia felice e sfamato in termini di cibo ricevuto, di un tetto sotto cui ripararsi in ogni stagione, di coccole a profusione e di giochi sempre nuovi senza i quali non si sentirebbe realizzato e potrebbe addirittura andare via altrove inseguendo la felicità.
Come le donne che lasciano certi mariti. Gli uomini e le donne hanno ancora molto da imparare dai gatti e in generale dalla natura e il mondo animale, sopratutto come riscoprire la propria umanità perduta se non del tutto sconosciuta.
Mamma gatta, tanto per fare un altro esempio concreto, educa i suoi gattini fino allo svezzamento e gli insegna a vivere a suon di morsi e di zampate senza alcun aiuto del maschio, utile soltanto al controllo del territorio che essa stessa si è scelta per allevare in tutta tranquillità la prole e vivere senza essere disturbata. I maschietti e non soltanto tra i gatti infatti in natura sono tontaterelli.
Rispetto alle femminucce questi ultimi non hanno una dimora fissa e assoluta e spesso finiscono col dormire all’addiaccio, sempre che non si siano perduti o siano finiti male prima di tornare alla base. Come certi uomini. Le gatte, così come le donne in generale invece non le puoi fregare. Non pensarci neanche, loro hanno anche le premonizioni oltre che i sensi dal settimo a trentesimo che a noi mancano.
Loro, le gatte, ti sanno rapire con la tipica dolcezza interessata e subdola di quelle donne che per raggiungere i propri obiettivi hanno imparato o hanno sempre saputo per istinto utilizzare al meglio ogni risorsa umana, sia naturale che mentale, ma sopratutto, passatemi il termine, rimedi diabolici. Forse per questo si dice che le donne ne sappiano una più del diavolo.
Come le gatte una sorta di intelletto superiore le donne l’hanno acquisito per istinto di sopravvivenza pure se a dirla tutta, a differenza delle gatte, non tutte quante sembrano possedere più questa dote, o meglio, sono in molte che hanno perduto le loro virtù e fatto ancor più grave non le ricercano perchè a loro avviso non servono più a nulla.
E ciò nonostante la storia ci abbia insegnato che laddove le donne abbiano rappresentato il pilastro di una società questa sia stata destinata a progredire e a svilupparsi, mentre di contro in questo mondo attuale lasciato agli uomini e a donne che hanno perso la propria femminilità non si sia fatto altro che guerre in quanto senza l’apporto delle donne migliori la società va verso l’imbarbarimento così come senza la presenza di gatti in città i topi ballano allegramente tra immondizia e fogne a cielo aperto quale al momento sembra essere diventato sopratutto questo nostro Paese dove uomini depilati picchiano donne muscolose anche per colpa di un sopravvenuto senso di inferiorità manifesta, espresso sempre più spesso con l’uso della violenza che ė figlia della frustrazione di aver perso un ruolo di dominio assoluto e incontrastato..
Rivoglio gli uomini come ad esempio mio padre, quelli di una volta che non piangono come le femminucce di fronte alle difficoltà e agli ostacoli della vita, ma li superano con slanci e capacità, quelli che non sfogano sugli altri le proprie umane debolezze ma imparano a migliorarsi senza pesare nemmeno su sé stessi, ma sopratutto ridatemi, anzi, care donne, vi prego: ridatemi, riscoprite e riappropriatevi della classe di Gilda e della signorilità della principessa Grace, della purezza di Audry e della sobrietà di Jackie, riconsiderate la giosa vivacità di Brigitte e la leggiadra femminilità di Carol Lombard, la timidezza sensuale di Kim Novak, la simpatia di Monica Vitti e la tenacia di Merryl Streep, la forza morale di Rigoberta Menchu e la naturalezza erotica di Juliette Binoche così cone la forza di recuperare dopo drammi e malattie pesanti di Michel Pfeifer.
Lasciate perdere i falsi modelli maschili e femminili imposti da oltre Oceano e da questa ridicola e nociva europa qui, prendete le distanze e vivete le vostre vite con semplicità e sobrietà, siate voi stesse recuperando i valori e le tradizioni nostre che hanno edificato una società millenaria che nel mondo ha dato origine alla civilità contrapposta alla barbarie in voga in questo inizio millennio.
Per concludere noto di sentire un vitale bisogno delle donne di una volta, come lo sono state le nostre mamme in passato, senza le quali preferisco essere lasciato in pace da solo con la mia gattina, naturalmente insieme alla mia amata compagna che a mio avviso è il perfetto prototipo della donna del futuro nonché altissimo esempio di donna moderna che controcorrente, non segue le mode ma le ignora inaugurandone di nuove e così migliora nel suo piccolo il mondo intero, a iniziare da me che detto in “camera caritatis”, tanto non mi sente nessuno senza di lei, di fronte a certi sfaceli e derive di questa moribonda società globalizzata da appena un quindicennio, non sarei nemmeno più in grado di sorridere quanto ancor meglio di sperare in un mondo e in una società italiana migliore di oggi!
di Stefano Lesti