“Narciso usa il corpo di un altro per impressionare se stesso sulla propria abilità sessuale. Se ciò viene a mancare, la frustrazione lo porterà ad attuare lo scarto dell’ altro, nel modo più insensibile”
Quello che è accaduto a Carlo Emma conosce Carlo alla presentazione di un saggio filosofico, in una libreria del centro e incuriosita dalla veemenza delle domande, poste dall’uomo al relatore, si gira più volte a guardarlo.
Carlo si accorge degli sguardi furtivi della donna e risponde con un sorriso. Alla fine della presentazione, Emma e Carlo si ritrovano al fianco, in attesa del “firmacopie”. A qual punto si presentano e scambiano due parole in merito alla sinossi dell’opera.
Emma è intimidita nello stringere la mano possente dell’uomo, la cui fisicità alta e robusta, sovrasta la sua, esile e minuta. Si estraniano dai presenti e iniziano a conversare fra loro. Carlo racconta di essere un informatore farmaceutico, costretto a viaggiare sovente da un capo all’altro della penisola. Emma è una semplice impiegata amministrativa e non ama parlare della sua professione, considerata a confronto, monotona e ripetitiva.
Guarda l’ora, il tempo è volato. Suo malgrado, deve salutare Carlo e avviarsi verso casa. Si scambiano i rispettivi numeri telefonici e promettono di sentirsi presto. Emma è contenta della conoscenza appena fatta, Carlo è un uomo affascinante.
Dalla fine del suo matrimonio, Emma non si è mai sottratta al richiamo doveroso verso Paolo, il figlio nato diciotto anni prima, con una grave disabilità motoria. L’ex marito si è formato una nuova famiglia e da oltre un decennio vive in un’altra regione e raramente si reca a trovare il suo primogenito.
Emma non è solita concedersi svaghi dopo il lavoro, non ne ha il tempo. Gli unici amici della donna sono i colleghi, i quali si adoperano affettuosamente per creare momenti conviviali e spezzare la routine svilente di Emma e Paolo. L’aspetto di Emma, ormai cinquantenne, ha ceduto poco al passaggio implacabile del tempo. La mente invece, si è alienata ai doveri e alla sottomissione della solitudine, considerata dalla donna una rassicurante abitudine.
La partecipazione pomeridiana alla presentazione del libro era stata uno strappo alle regole rigide e sempre uguali, oltre al desiderio dell’autore stesso, suo ex compagno di università, a cui Emma non aveva saputo dire “no”.
Dopo aver salutato Carlo, Emma prende un taxi e finalmente in casa, abbraccia il figlio e ringrazia Amelia, la signora che si occupa di Paolo in sua assenza. Quella sera, Emma manifesta buon umore. Accende lo stereo e inonda la camera con le note piacevoli della musica e canticchia anche.
Emma non conosce ancora l’effetto tumultuoso delle emozioni contrastanti che Carlo, a sua insaputa, ha appena risvegliato in lei. Qualche giorno dopo, l’uomo contatta Emma telefonicamente per fare due chiacchiere e propone di incontrarsi il pomeriggio seguente, per bere un caffè. Emma, desiderosa di rivederlo accetta l’invito, sollevata dal non sottrarre attenzioni al figlio, occupato con la fisioterapista per i consueti esercizi settimanali.
Si trucca, si abbiglia con cura, come non accadeva da anni e dopo aver lasciato Paolo in palestra si reca all’appuntamento con Carlo, emozionata di incontrarlo. Quell’ uomo, colto e piacente, da cui è inspiegabilmente attratta, la saluta con un sorriso compiaciuto e la invita a prendere posto al tavolo. Chiacchierano di libri, di politica e di ex amori e nella calma e nella pacatezza della voce di Carlo, Emma riscopre il piacere di conversare liberamente con un uomo.
Carlo si lascia sfuggire sguardi meravigliati e sorrisi spontanei che turbano Emma. A un tratto, l’uomo propone di continuare la serata cenando insieme. Emma si agita. Da lì a poco deve raggiungere Paolo e pertanto non può accettare. Stupito al rifiuto dell’amica, Carlo non insiste.
Modifica deluso il tono della voce, ora leggermente distaccato e accenna ai saluti. Emma, intimorita all’ idea che l’uomo avesse frainteso, decide di parlargli del figlio. Scoraggiato dalla difficoltà non calcolata, Carlo ascolta Emma silente e solo alla fine della notizia, accenna un banale <capisco>.
Sposta lo sguardo verso l’orologio e invita Emma a richiamarlo nei prossimi giorni e non la trattiene oltre. Emma, ignara dalle aspettative, meditate in un primo tempo da Carlo, si sente persino sollevata di aver raccontato la parte più delicata della sua vita. Lo abbraccia e pone fiducia nella sua comprensione, augurandosi di rivederlo ancora. In realtà, l’uomo, da perfetto narcisista, ha mal gradito la poca disponibilità di Emma.
Contrariato dal non essere allietato come avrebbe voluto, durante i soggiorni in città, non la richiama per parecchio tempo. Emma dal canto suo, immagina Carlo indaffarato per via del lavoro e tiene viva l’amicizia limitandosi all’invio di qualche messaggio cordiale, rallegrata dalle risposte ricevute.
Emma è affascinata dai modi, garbati e discreti manifestati dall’uomo e cade nell’errore, comune a molte donne, di confondere la realtà e sopravvalutare lo scopo della conoscenza dell’altro. Qualche mese più tardi, Carlo richiama Emma e con largo anticipo propone alla donna di cenare insieme.
Emma accetta compiaciuta e si adopera con Amelia per essere sostituita con Paolo. Trascorrono una serata piacevole e armoniosa, Emma ritorna persino a ridere e a riappropriarsi della sua femminilità. All’interno dell’auto, cede ai baci di Carlo.
L’istinto romantico della donna, avrebbe voluto soddisfazione ma il dovere di correre dal figlio, prenderà il sopravvento. Pertanto ringrazia l’uomo per la splendida serata e scende dall’auto. Carlo è attratto da Emma, così come lo è da altre prede, desideroso di appagare i pensieri lussuriosi elaborati nella solitudine e messi a tacere dalla scarsa disponibilità di Emma e forse di altre donne.
Intanto la crescente infatuazione di Emma si scontra con la freddezza repentina di Carlo, il quale attribuisce il distacco ai tanti impegni di lavoro, al punto da destabilizzare Emma. Accadde poi che il padre di Paolo propone all’ex moglie di avere con sé il figlio per qualche giorno, sollevando Emma dai doveri genitoriali.
Emma ne approfitta e invita Carlo a trascorre con lei, il fine settimana. L’uomo risveglia il desiderio di soddisfare le curiosità nascoste e si rende disponibile. Emma invece è agitata.
Dalla fine del suo matrimonio non ha più trascorso una notte con un uomo e cosa più importante, non è mai stata attratta da alcuno. Carlo rappresenta in cuore suo, qualcosa di speciale e inspiegabile.
Organizzano di recarsi in montagna e dopo aver cenato presso il ristorante dell’hotel, si rifugiano in camera. Proprio come accade alle ragazze timorose, in procinto della loro prima esperienza, anche l’imbarazzo di Emma prende il sopravvento, nonostante il desiderio per Carlo.
Emma, faticò a lasciarsi andare. Accogliere quella strana felicità, arrivata improvvisamente nella sua vita, le appare estranea, come non meritata. Nella mente di ognuno ci sono persone e ricordi che verranno sempre con te, ovunque tu vada e si manifesteranno nei momenti meno opportuni.
Ciò che accade a Emma, abbracciata a Carlo e impaurita dal terribile “esame” da superare. Carlo non poteva immaginare che Emma era stata già la vittima preferita di un narcisista patologico: il suo ex marito.
Quest’ultimo era solito denigrarla e appellarla: “asessuata, priva di forme umane e incapace di risvegliare ogni forma di libido maschile” e per tale motivo veniva umiliata dai tanti tradimenti e persino offesa dalla presenza di prostitute. Il trauma vissuto e mal riposto alla cura del tempo, stava continuando a danneggiarla ancora.
Intenzionata a sfuggire ai ricordi dolorosi, Emma si affida alle carezze di Carlo e quando quest’ultimo la osserva, stupito per l’eccessiva magrezza, Emma rivede in quell’istante lo stesso antico disagio vissuto ai tempi del suo matrimonio e istintivamente si allontana da lui. Avrebbe voluto confessargli che il suo ”involucro poco carnoso e per nulla attraente”, non era stato risparmiato dai tanti dolori della vita.
Le paure e la solitudine erano semplicemente il riflesso di essi. Ma Carlo, non sembrò affatto, l’uomo che potesse fare la differenza e lo confermò con lo sguardo algido nel proferire: <Non so cosa ti aspetti da me…> Emma, avrebbe voluto rispondere <Semplicemente nulla> come d’abitudine, oppure fare appello alla necessità di ricredersi ancora dell’ essenza genuina di un uomo, ma preferì tacere.
Carlo non avrebbe compreso. Quell’attimo ebbe il potere di spaventare entrambi e annullare ogni loro desiderio. Il giorno seguente, al mattino presto, Carlo reclamò un impegno improvviso e dovette salutare Emma nell’atrio dell’hotel.
Emma, sorrise e per niente stupita dalla repentina decisione dell’uomo, lo abbracciò come accade con un caro amico, il quale, inconsapevolmente induce l’altro alla riflessione spietata. Ammise in cuore suo di non essere stata capace a soddisfare le aspettative di chi, forse, reclamava ben altri desideri e non certo la condivisione delle emozioni e del sentimento. Considerati rari e non prioritari a tutti…e non si diede colpe.
Carlo affidò alla barriera del silenzio il distacco da Emma e lei si adeguò senza alcun rimpianto. Qualche giorno dopo Emma si recò a prendere il figlio. Paolo, felice e sorridente, buttò le braccia al collo della madre e lei ricambiò con lo stesso amore… unico e sicuramente il più grande!
Gabriella Canfarotta