Sabato e domenica scorsi mi trovavo con la dott.ssa Michela Tanfoglio, agente letterario e ceo di EditReal, e il professor Orlando Del Don, affermato medico psichiatra e psicanalista, nonché docente universitario e scrittore che vive e lavora in Svizzera a Bellinzona.
Non ci eravamo incontrati per “divertirci a raccogliere ortiche” alla ricerca di un “Centro di gravità permanente”, reso celebre dall’omonimo brano del maestro Franco Battiato, ma presenti e operanti ciascuno di noi nel proprio ruolo professionale nel contesto di un evento letterario importante che si è svolto a Roma in tutti i fine settimana di Ottobre sul tema della letteratura romantica, il BukRomance: pura trasgressione in questi tempi materiali e assai tetri quanto difficili un po’ per tutti.
Conoscevo soltanto di fama il professore tramite il suo libro che presentava al pubblico: “SCIARADA”, un thriller psicologico che Del Don ha scritto a quattro mani con Annalina Molteni, scrittrice di Luino che scrive romanzi storici.
Ma avevo già avuto il piacere di approfondire la peculiarità e simpatia dell’uomo Orlando prima ancora che del professore e scienziato, soprattutto grazie al corso online gratuito organizzato da EditReal e curato sapientemente da Michela Tanfoglio, che giunto alla seconda puntata, proseguirà stasera alle 21 sull’omonima piattaforma Fb dell’agenzia letteraria tra le più apprezzate e premiate d’Italia.
Un corso che sta riscuotendo successo sia in Italia che in Svizzera del quale pubblico i link onde facilitarne la visione:
SECONDA PUNTATA:
PRIMA PUNTATA:
https://www.facebook.com/agenziaeditreal/videos/1322538545231957/
E dopo aver partecipato alla presentazione vera e propria di SCIARADA che si è svolta nella mattina di sabato ci siamo ritrovati il giorno seguente a scambiare quattro chiacchiere che non stento a definire fatali da un lato e foriere di una nuova avventura dall’altro per ciascuno di noi.
LA PRESENTAZIONE DI SCIARADA:
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=502016161648862&id=1540778820
Infatti, tu metti insieme attorno a un tavolo e un libro uno scienziato, una teologa e un miracolato quale io sono e poi vedi che succede e credimi che come me resterai stupita/o. E neanche poco!
Parlavamo tra le altre cose di fede e ragione e sostenevo che chi è convinto che fede e ragione sono in contraddizione, ha compreso nulla della fede e ancor meno della ragione che necessariamente la deve accompagnare, sostenere e soprattutto confortare, specialmente quando questa rischia di venire a mancare per sopravvenuti dubbi e difficoltà che questo mondo ci pone innanzi a ostacolarne sia la forza che i frutti.
Tanto è che senza inutili giri di parole citavo la prima lettera di Pietro che dice:
“Pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in voi” (3,15)
E non so te, ma io l’ho fatto e tutt’ora mantengo… fede alla mia fede che giunta a seguito di ricerca sia introspettiva che allargata ai misteri del mondo, ho raccontato per filo e segno nel mio secondo libro, quello autobiografico in cui ne ho reso cronaca documentata, nonché circostanziato sia il mio cammino precedente, che quello durante e contestuale al dopo averla ricevuta.
Infatti, dicevo loro che nessuno può vantarsi di aver trovato Cristo che a tal fine insegna in Giovanni capitolo 15 versetto 16:
“Non voi avete scelto me ma sono io che ho scelto voi”
E citando Del Don aggiungevo che: “La ricerca è il cammino unico che spetta all’uomo” sia di fede o meno, in una sorta di caccia al tesoro che è la vita terrena.
Al che interveniva Michela, teologa con lode, citando a sua volta il Vangelo secondo Matteo:
“In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
«Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.»” (Mt 13,44-52)
Toh! Mi sono detto: e adesso chi glielo dice alla gente, ma soprattutto come far comprendere agli altri che la vita cristiana e in generale quella di ogni religioso o credente è una bella avventura e non solo un formale e puramente estetico rispetto di codici e leggi per stare potenzialmente in pace con la priopria coscienza nella pia ambizione di guadagnarsi chi la vita eterna e chi di glorificare ad ogni modo la divinità in cui crede?
E rivolta questa precisa domanda alla dott.ssa Tanfoglio, lei mi ha guardato dritto negli occhi e sorriso, seguita a sua volta da Orlando. Dopo di che all’unisono abbiamo tutti e tre avuto come una comunione di spirito in una sorta di estasi non mistica, ma razionale dall’approccio prettamente scientifico dal quale è scaturito un quesito ulteriore: la domanda delle domande.
Perchè nonostante le parole rivolte dal Cristo, che per i cristiani è “via, vita e verità” siamo confusi, divisi e in lotta anche tra noi, ivi compreso tra religioni e fedi se Dio è uno solo e il suo messaggio d’amore ha rivolto a tutti indistintamente nella sua infinita bontà e misericordia?
E la risposta che ci siamo dati è stata chiara e lampante come l’acqua di sorgente scaturita dalle rocce delle Alpi che separano ma nel contempo uniscono l’Italia alla Svizzera.
Una risposta che tutti e tre sapevamo provenire direttamente dalle parole del profeta Isaia, citato da Gesù agli apostoli che a proposito del mistero della vera fede si ponevano la nostra medesima domanda che anche gli esplicitarono direttamente:
“Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:
Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!” (Mt 13,10-15)
E dopo questa sorta di simposio tra studiosi e testimoni, di consulto sia allargato che convergente ci siamo alzati e prima di salutarci abbiamo convenuto sul proposito comune di valutare la possibilità di unirci in sinergia per parlare di queste “cose”, scrivendo magari un libro, una sorta di saggio a beneficio dei ricercatori, dei pellegrini, ossia tutti coloro che vivono nel mondo in cerca di soluzioni e significati alla pesantezza della vita.
Ma contestualmente anche a coloro che qualche risposta l’hanno già chi trovata e chi inquadrata, e pertanto, in virtù di ciò sanno dialogare e confrontarsi tra loro e con gli altri con rispetto unito alla voglia di approfondire per comprendere senza l’arroganza e la presunzione di imporre le proprie visioni.
Punti di vista da condividere senza pregiudizi e discriminazioni tra persone, fedi e religioni, partendo dai punti in comune che a differenza delle… differenze, direi caratteristiche e caratterizzazioni proprie di ogni fede e filosofia ci uniscono, come in primis il ruolo attribuito da Dio ad Abramo, padre di Isacco e poi di Giacobbe e Ismaele, vocato a tale missione per la “giustizia che aveva compiuto” agli occhi di Jahve (Io Sono n.d.r.) con l’atto di arrivare perfino a offrire in sacrificio il figlio primogenito che aveva ricevuto miracolosamente che avrebbe offerto su richiesta esplicita di Dio senza porsi nemmeno un minimo di dubbi e perplessità.
Jahve che nel Libro del Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia comuni a tutte le religioni monoteiste, annuncia quel che poi ha compiuto e sia chi ricerca, lo scienziato, che chi sa raccontarlo, la sapiente e chi l’ha vissuto in prima graziata persona, possiamo, vogliamo e soprattutto dobbiamo mettere in luce, o almeno provarci, affinché i dubbi della gente di questo mondo ottenebrato e in guerra siano dissipati e parimenti distrutte le certezze di chi ci divide per opprimerci e condizionarci mantenendoci in un subdolo stato di schiavitù.
E porremmo domande che inoltreremo direttamente a Dio che ci ha già risposto e non solo tramite i testi sacri, ma come sapremo dimostrare empiricamente -citando brani e opere- anche tramite l’ispirazione solo apparentemente misteriosa che giunge a scrittori, poeti, cantautori e autori che a mo’ di sacerdoti, ossia mediatori tra cielo e terra, parlano a tutti indistintamente da sempre, siano essi credenti che non, con la Sua voce, a sostegno della vita e specialmente dell’amore che è la forza vitale, generatrice e rigenerante della nostra intera esistenza di genere umano, così come la matematica è quella forza della natura, quel metodo che determina e rivela i rapporti trascorsi, presenti e futuri tra i pianeti e le stelle nel contesto dell’universo che per alcuni è stato creato e per altri è legittimamente considerato frutto del caso davanti alla quale certezza o meno ci sono tutt’ora divisioni anche tra gli stessi scienziati.
Dopo di che vedremo con gioia come in una riattualizzazione pratica “punto tre” del gioco dell’oca, anzi della caccia al tesoro chi tra i fatalisti, gli atei e i bigotti da una parte e dei ricercatori accaniti + un trovatore (io) riuscirà a dimostrare empiricamente almeno una traccia di verità oggettiva, ossia quella che come ha ben detto Michela Tanfoglio nel corso della prima puntata del corso del professor Del Don:
“Per essere considerata come tale necessita di essere dimostrata e dimostrabile sia razionalmente che obiettivamente, dunque con sguardo e approccio scientifico e non ideologico o comunque fondamentalista”
Per poi magari incontrarci davanti a un tè o a una birra per festeggiare tutti insieme “…un piccolo passo in avanti per l’uomo, ma un passo da gigante per l’umanità!”
Ossia ben altro che il viaggio tra la Terra e la Luna che tra l’altro, a differenza dei frutti del nostro futuro lavoro che dovrà metterci tutti più o meno d’accordo e vie più in accordo, c’è chi mette in dubbio.
Del resto saggezza esige che è sempre preferibile mettere in dubbio ogni cosa e mettersi in dubbio fino a prova contraria, piuttosto che attribuirsi autoreferenzialmente la titolarità di essere padroni della verità assoluta, ammesso e non concesso poi che una verità, qualunque essa fosse, possa essere assoluta e dunque valida per tutti, rinunciando così ai benefici del garantismo, diritto di tutti che significa libero arbitrio. O no?
STEFANO LESTI
FOTO DI GRUPPO