Sono un assiduo lettore di libri e mentre alcuni mi appassionano altri non mi lasciano comunque indifferente. Non conoscevo Alessandro Pugi e inizialmente il titolo mi aveva fatto pensare a una storia d’amore, genere che non amo molto; poi ho seguito l’istinto (e sono anche stato un po’ sollecitato, se devo dire la verità) e mi sono convinto a leggerlo: ebbene, è stata la decisione migliore degli ultimi tempi. Non aspettatevi un testo di fine scrittura: “Le parole del cuore” non esce dalla penna di uno scrittore maturo, uno di quelli che ricercano lo stile più sublime, ma da un uomo con una grande passione in corpo, che aveva qualcosa da raccontare e ha deciso di farlo al meglio, cercando di creare un libro che fosse alla portata di tutti. Alessandro Pugi ci è riuscito e la storia è degna di un film.
È notte, una giovane moglie muore di parto, il bambino sopravvive, il padre del bambino, sconvolto, esce di strada con l’auto e trova, nel tragitto tra la propria dimora e l’ospedale, un cucciolo di cane. Da quel momento il terzetto si fonde e diventa una cosa sola: padre, figlio e cucciolo. Il padre ha un amico, forse il mio personaggio preferito e a cui avrei dato più spazio, che è sempre al suo fianco. Poi conosce una donna, e che donna… Ma, come in tutti i libri ben strutturati, ecco l’imponderabile, che ovviamente non vi dirò. Non sto semplificando la trama, anzi, vorrei che il lettore si focalizzasse su due aspetti che di certo rappresentano il romanzo: lo stile semplice, la storia semplice e gli eventi tragici, che, pagina dopo pagina, strappano il cuore e lo spremono fino a dissanguarlo.
Ho pianto, lo ammetto: ho riempito il viso di lacrime. Non pensavo che sarebbe accaduto proprio il giorno dopo il mio compleanno, a sessantasei anni, mentre sedevo comodo sulla mia poltrona e fumavo un’altra sigaretta.
Conosco i meccanismi editoriali, ho lavorato nel settore per quarant’anni, ma mai avrei pensato di trovare, finalmente, un libro così semplice, e allo stesso tempo così potente.
Se l’autore affinerà la sua penna, in futuro avremo uno scrittore che farà molto parlare di sé.

Riccardo Soprano, lettore

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