di Ilaria Bottura –
E’ il grande giorno di Carolina Kostner. La fatina del ghiaccio è pronta a tornare davanti al pubblico del Forum di Assago per stupire e incantare.
La fatina del ghiaccio si presenta al free program da leader davanti alla campionessa olimpica Alina Zagitova: ha tutte le carte in regola per tornare ancora una volta sul tetto del mondo, sei anni dopo quello splendido titolo iridato di Nizza 2012.
Ancora una volta la speranza è lei
Carolina si presenta al free program da leader della gara, incredibilmente davanti alla campionessa olimpica, la bambina prodigio Alina Zagitova, che seppur avendo sbancato il pannello tecnico è dietro nel punteggio generale di 0.76 punti. La bolzanina è stata bravissima nello short program, come sempre molto intenso nella parte interpretativa e senza sbavature per la parte tecnica. Il lungo ovviamente sarà una battaglia, perché la russa sulla parte tecnica è davvero fortissima, mentre Carolina ha dalla sua una superiorità conclamata nelle sequenze di passi e un livello altissimo nei components.
La battaglia di due generazioni
Ancora una volta, però, Carolina è lì. A 31 anni può tranquillamente considerarsi una veterana del circuito, eppure non molla e va avanti per la sua strada perché si diverte, migliorandosi di anno in anno come il vino. Il personal best nello short program, infatti, è proprio di quest’anno: il primo acuto era arrivato agli Europei con 78.30, ma a Milano si è superata ancora con 80.27, esattamente sugli stessi livelli della medaglia d’oro di PyeongChang, che invece appartiene a tutt’altra generazione. Alina non ha nemmeno la metà degli anni di Carolina: ne ha 15, eppure agonisticamente ha già dimostrato di essere matura. Come tutte le pattinatrici di scuola russa, è esplosa presto ed è sublime sul ghiaccio, un concentrato di grazia e forza esplosiva. Ma Carolina, che nel 2002 (anno di nascita di Zagitova) partecipava alle gare juniores, ha una grandissima esperienza.
Un palmares mai visto in Italia
La Kostner sa già come si fa a vincere. A lungo dominatrice in Europa nel periodo in cui la Russia stava crescendo le nuove campionesse di oggi e le rivali erano principalmente asiatiche (Kim, Ando e Asada su tutte), l’altoatesina si è già fregiata di un titolo iridato nel 2012 a Nizza, prima pattinatrice italiana a ottenerlo nella storia, esattamente come per la medaglia di bronzo ottenuta ai Giochi Olimpici di Sochi 2014. E’ di gran lunga la più grande pattinatrice che l’Italia abbia mai avuto, anche se la sua carriera è stata costellata di alti e bassi e di un periodo buio in cui le difficoltà tecniche soprattutto su alcuni salti (il triplo lutz in primis, che per un certo lasso di tempo era scomparso dai suoi programmi per evitare cadute quasi certe) sembravano insormontabili. La forza di volontà, però, è stata un’ottima medicina: Caro è tornata a riprendere in mano salti e trottole che venivano meno bene e ora non ci sono più veri punti deboli nei bellissimi programmi che presenta, costruiti ad hoc per esaltare al massimo le sue doti interpretative.
fonte sito : it.eurosport.com