Domani 4 Ottobre si festeggia il Patrono d’Italia, S. Francesco d’Assisi, il santo dei poverelli così come viene spesso identificato nell’iconografia (rappresentato o con i poveri o a colloquio con gli animali), simbolo di pace, generosità e mansuetudine. Non è un caso che il Papa in carica per il messaggio ed il senso del suo operato, abbia scelto questo nome.
Nacque nel 1182 ad Assisi da un ricco mercante Pietro di Bernardone e dalla madre signor Pica di origini francesi. Fu battezzato con il nome di Giovanni (in ricordo di Giovanni Battista) ma poi il padre cambiò il suo nome in Francesco in onore della Francia patria fautrice delle sue fortune di mercante. Da giovane partecipò alla guerra tra Assisi (schierata con i Ghibellini) e Perugia (schierata con i Guelfi) e venne fatto prigioniero a Bastia. Fu liberato grazie alla cauzione pagata dal padre ma era molto malato e questo segnò l’inizio del suo cambiamento nello stile di vita.
Aveva deciso di partire anche come cavaliere delle Crociate nel 1203 ma il suo stato di salute lo bloccò a Spoleto dove ebbe due rivelazioni che lo portarono a spogliarsi dei beni materiali e delle ricchezze di famiglia. Nel 1206 indossò per la prima volta il saio. Questo abito, proprio per rappresentare un netto contrasto con gli abiti solenni, era rappresentato proprio da un sacco dritto munito di maniche ampie ma dritte non troppo lungo, poco sotto il ginocchio, gli abiti lunghi erano sinonimo di ricchezza. Il sagun (sacco o saio) era un abito contadino romano, che cinto con una corda era appunto una veste di penitente o pellegrino. Con il passaggio a Ordine la Chiesa ne disciplinò ampiezza, lunghezza, colore, ecc.
Ad Assisi si occupò di lebbrosi, visse di elemosina, amò gli animali e nel 1208 creò una comunità di frati che Papa Innocenzo III nel 1209 riconobbe come Ordo Fratum Minorum. Nel 1224 compose il Cantico delle Creature in cui il frate Sole viene lodato come fratello
A giugno 1226 compose il suo testamento e mori il 3 ottobre dello stesso anno. Fu sepolto nella chiesa di S.Giorgio ma nel 1230 venne spostato nella Basilica di Assisi due anni dopo essere nominato Santo da Papa Gregorio IX (16 luglio 1228).
I luoghi simbolo di San Francesco si possono oggi vedere lungo la Via Francescana che ne riunisce gran parte di loro in un percorso che si snoda tra Toscana, Umbria e Lazio. Oltre chiaramente alla Basilica di Assisi, ricordiamo la Porziuncola, dove trasferì la sua dimora, l’Eremo delle Carceri, il Santuario della Vena, dove ricevette le stigmate, il Convento di S. Damiano che il padre celeste gli chiese di restaurare, cosa che lui fece utilizzando i fondi ricavati dalla vendita dei tessuti (episodio che segnò la rottura con il padre), e che accolse molte volte il Santo tra le sue mura e anche le Clarisse di Santa Chiara.
Il suo simbolo è il Tau, con cui firmava le lettere e le benedizioni. Infatti il Tau è l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico e nella Bibbia viene indicato come simbolo di salvezza.
Vi lascio riportando il testo del Cantico delle Creature
Altissimo, onnipotente, buon Signore,
tue sono le lodi, la gloria e l’onore e ogni benedizione.
A te solo, Altissimo, si confanno
e nessun uomo è degno di ricordarti.
Laudato sii, mio Signore, con tutte le tue creature,
specialmente messèr fratello sole,
il quale diffonde la luce del sole, e tu ci illumini per mezzo suo,
e lui è bello, raggiante con gran splendore;
di te, Altissimo, reca il significato.
Lodato sii, mio Signore, per sorella luna e le stelle;
le hai formate in cielo chiare e preziose e belle.
Lodato sii, mio Signore, per fratello vento,
e per ogni movimento del vento, per il nuvolo, il sereno e ogni tempo
per il quale alle tue creature dà i sostegno.
Lodato sii, mio Signore, per sorella acqua,
che è molto utile, umile, preziosa e casta.
Lodato sii, mio Signore, per fratello fuoco,
per il quale illumini la notte,
ed egli è bello, giocoso, robusto e forte.
Lodato sii, mio Signore, per sorella nostra madre terra,
la quale ci sostenta e governa,
e produce diversi frutti, con fiori colorati e erba.
Lodato sii, mio Signore, per quelli che perdonano grazie al tuo amore,
e sostengono malattie e guai.
Beati quelli che sopporterranno in pace,
che da te, Altissimo, saranno ricompensati.
Lodato sii, mio Signore, per nostra sorella morte corporale,
dalla quale nessun uomo che viva può scappare.
Guai a quelli che morranno in peccato mortale;
beati quelli che troverà nelle tue santissime volontà;
che la seconda morte non gli farà male.
Lodate e bedicete il mio Signore e ringraziate,
e servitelo con grande umiltà. Amen