La ricorrenza di San Giovanni Battista è un giorno importante per la Chiesa che celebra solo per questo santo sia la nascita, il 24 giugno, che la morte il 29 agosto, sia per Roma, in quanto festività molto sentita e ricca di tradizioni pagane e cristiane.
San Giovanni, il sano che battezzava, era figlio di Zaccaria ed Elisabetta, cugina di Maria, che concepì il figlio in vecchiaia. Iniziò la sua attività come asceta nel deserto e poi proseguì la sua missione nel Giordano dove per purificare dai peccati i fedeli che lo seguivano li immergeva nel fiume dando loro un battesimo di pentimento. Da qui il nome di Battista. Tra le persone battezzate la più importante è chiaramente Gesù e la scena del suo battesimo è la più rappresentata nell’iconografia cristiana.
Morì decapitato su richiesta di Erodiade, moglie di Erode Antipa, ma già moglie del fratello di questi. Questo secondo matrimonio non trovò l’approvazione di Giovanni in quanto contravveniva alla legge ebraica la “Torah” in quanto il primo matrimonio era stato valido e fecondo (da questo era nata la figlia Salomè).
Le sue reliquie sono sparse in varie chiese. Si dice che la mandibola sia a Roma, il sacro mento a Viterbo, la testa ad Amiens, notizie nate forse dal desiderio di possedere una reliquia del Santo.
E’ patrono di varie città come Torino, Firenze, Imperia ecc. E varie erano le usanze legate a questa festa. A Torino ad esempio si faceva un grande falò in Piazza Castello, in quanto il fuoco aveva una funzione purificatrice. In Calabria si raccoglievano erbe officinali tra cui l’iperico, detto anche erba di San Giovanni, erba usata come antiinfiammatorio e sedativo. Ed insieme alla melissa, rosmarino e ed artemisia si facevano dei mazzetti da appendere dietro la porta di casa contro il malocchio. Si usava in questo giorno anche incrociare le reste d’aglio da usare nell’inverno successivo per tenere lontano gli spiriti maligni.
Ma Roma, pur non essendo il Santo patrono che ricordiamo essere S. Pietro e Paolo, la festa di San Giovanni è sempre stata molto importante. C’è un quartiere, San Giovanni appunto e la basilica di San Giovanni, che erano e sono (pandemia permettendo) il luogo dove avevano sede i festeggiamenti di questa ricorrenza.
Si cominciava la notte tra il 23 ed il 24 giugno, la notte più breve dell’anno in quanto comincia l’estate con il solstizio d’estate. In questa giornata era uso accendere falò e fuochi per propiziare i raccolti estivi, rafforzare il sole, purificare e scacciare le streghe. Infatti era anche detta “la notte della vigilia” o “la notte delle streghe”.
Infatti si credeva che in quella notte le streghe venissero chiamate a raccolta nei prati del Laterano dai fantasmi di Erodiade e Salomè (che come abbiamo detto prima erano state le artefici della morte del santo) per catturare le anime prima di andare a Benevento, città delle streghe per eccellenza.
La gente, dopo avere benedetto la casa, tetti e porte, messi scope e barattoli di sale davanti alle porte di casa, si riuniva nella piazza, giungendo da tutte le parti di Roma, accendevano i falò per scacciare le forze occulte e mangiavano le lumache al sugo, (tradizione questa presente ancora oggi) sia nelle osterie sia portate da casa nel “collaro”, pentolone casalingo, in quanto non si fidavano dello spurgo degli animali. Mangiare le lumache le cui corna rappresentavano discordie e preoccupazioni, significa sconfiggere i mali. Si faceva il bagno nella fontana e suonavano i campanacci per allontanare le streghe.
Altri simboli pagani legati a questa festa erano l’aglio (chi non compra l’aglio a San Giovanni è povero tutto l’anno) e la rugiada che rappresenta le lacrime di Salomè che pentita per la morte di San Giovanni versò lacrime che però furono portate in aria dal soffio di vento che uscì dalla bocca del morto. E così la tradizione vuole che la rugiada di San Giovanni consenta di avverare i desideri.
La festa finiva all’alba quando veniva sparato il colpo del cannone di Castel Sant’Angelo che annunciava l’inizio della messa celebrata dal Papa nella chiesa di San Giovanni.