Ritorniamo a Napoli, città dalle mille attrazioni culturali, gastronomiche ed artistiche. E dopo la Napoli sotterranea vi suggerisco una visita ad un museo particolare: il museo di Pietrarsa (dal nome dell’area Pietra Bianca poi Pietrarsa), il museo della Fondazione delle Ferrovie dello Stato. Si trova ai limiti della città, quasi a Portici, ed è raggiungibile sia in treno dalla stazione Piazza Garibaldi (in alcuni periodi è in funzione il treno storico Pietrarsa express), sia con taxi dalla stazione Centrale alla tariffa predefinita di 16€ a tratta.
Questo museo, oggi costituito da sette capannoni per circa 36000 mq. si affaccia sul golfo di Napoli con il Vesuvio sullo sfondo, ed è stato inaugurato nel 1989 in occasione del 150° anniversario delle Ferrovie Italiane sulla prima strada ferrata d’Italia, lunga 7,1 km tra Napoli e Portici, nel complesso del Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive, che era stato fondato nel 1840 da Ferdinando II di Borbone.
Nel 1845 operò come fabbrica di locomotive a vapore tanto che nel 1853 lavoravano più di 700 operai. Successivamente la fabbrica subì alterne vicende fino ad arrivare nel 1877 quando lo Stato ne assunse la direzione risollevandone le sorti producendo locomotive, carri merci e carrozze viaggiatori. Dal 1905 diventò officina di riparazione delle F.S. ma nel 1975 venne emesso un decreto di chiusura e la conversione in museo.
Nel primo padiglione farete un viaggio a ritroso nel tempo a partire dal 1839 in quanto qui sono esposti i mezzi del passato con le locomotive a vapore, ed i locomotori elettrici trifase, con più di 55 rotabili storici.
Per il costo aggiuntivo di 1€ qui è possibile fare un viaggio virtuale multimediale con il primo treno della Napoli Portici: la mitica locomotiva Bayard, che racconta la nascita ed il funzionamento della locomotiva sulla prima linea ferroviaria Napoli Portici.
Nel secondo capannone, chiamato la cattedrale, sono collocati tanti modellini su scala ridotta, alcuni opera di ferrovieri oggi in pensione. Il più grande farà la gioia di grandi e bambini perché è un plastico, chiamato trecento treni realizzato su una superficie di 40 q, che rappresenta le stazioni di Firenze S. Maria Novella e Bologna Centrale da cui si diramano i binari fino in collina con il trenini in movimento che attraversano le stazioni, le gallerie e le pianure.
Nel terzo capannone andiamo avanti nel tempo, siamo in un passato prossimo con l’esposizione delle carrozze utilizzate negli anni ’80: le littorine, le centoporte, quelle con le panche di legno o quelle con i sedili di velluto allungabili.
Interessante è il treno reale commissionato dalla Fiat nel 1929 per le nozze di Umberto II di Savoia con Maria Jose del Belgio. Costituito da tre vagoni, uno per la regina, uno per il re (andato perduto nella II guerra mondiale) e quello adibito a sala da pranzo, carrozza salone con allestimento interno curato dall’architetto Giulio Casanova, con arredo sfarzoso come si può vedere nella carrozza esposta. Con l’avvento della Repubblica il treno da treno dei Savoia divenne il treno della Presidenza della Repubblica.
Buona visita

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