Nell’epoca in cui si presta molta attenzione agli sprechi, all’utilizzo degli avanzi, ho pensato a questa ricetta che ha origini campagnole, di un’Italia contadina anteguerra ma che ben si adatta ai giorni nostri.
Forse è la torta che ha più nomi: torta paesana (Brianza), torta nera, papina (Cabiate), michelacc (ossia pane e latte), paciarella (Gessate).
L’ingrediente principale è ovviamente il pane che sostituisce la farina nell’ impasto, non il pane fresco ma quello ormai raffermo di 2-3 giorni.
Dobbiamo dire che il pane rappresenta nella tradizione italiana un alimento base che ha avuto evoluzioni nel tempo acquistando ingredienti e forme che caratterizzano il paese di provenienza (per citarne alcune le michette a Milano, le ciriole a Roma, le ferraresi a Ferrara e così via.
Nel passato il pane non veniva preparato tutti i giorni ed era consuetudine fino al secondo dopo guerra prepararlo una volta a settimana, sia che si fosse in campagna sia in città, (anche nelle panetterie si trovava quello di 2-3 giorni prima). Così per consumarlo veniva “ammollato” nel brodo o nel latte.
Sulle origini tipicamente del Nord d’Italia, ci sono diverse storie.
Si dice infatti che venisse preparata dai pastori quando lasciavano l’alpeggio con gli avanzi di pane raffermo o che venisse preparata per le feste paesane e cotta nei forni comuni del paese.
Addirittura in Mesalcina nella Svizzera italiana, viene considerata una specialità. Si dice appunto che in questa area in particolare a Fontana in Levantina, quando si aveva il colostro delle mucche, lo si raccoglieva e lo si lasciava riposare in un recipiente e con la sua panna si faceva la torta di pane.
Nel 1974 a Lugano venne organizzato un concorso per la migliore torta di pane casalinga e parteciparono più di 400persone. La ricetta della vincitrice venne pubblicata in Ticino a tavola.
La ricetta è stata tramandata di madre in figlia con alcuni cambiamenti ed aggiunte negli ingredienti, tipo biscotti e frutta secca, frutto dei tempi e delle nuove disponibilità economiche che danno comunque corpo, gusto e sostanza a questo dolce.
INGREDIENTI
500 gr di pane raffermo
1 litro di latte
3 uova
1 bustina di lievito per dolci
30 gr di cacao amaro in polvere
100 gr di amaretti
Pinoli ed uvetta facoltativi
100 gr zucchero
PROCEDIMENTO
In una ciotola versare il latte ed immergere il pane per ammollarlo ben bene. Ed a parte sbriciolate gli amaretti.
Nel frattempo sbattete le uova con lo zucchero. Quando il composto sarà ben spumoso aggiungete il pane ammorbidito e ben strizzato, gli amaretti, il lievito ed il cacao. Dovrete avere un impasto della consistenza, usando un termine non molto carino, di un pappone. Se volete potete aggiungere la frutta secca come pinoli ed uvetta.
Trasferite questo composto in una teglia rotonda della circonferenza di circa 28 cm spolverizzate la superficie con dello zucchero ed infornate a 180°, per almeno 30 minuti. Come al solito per verificare la giusta cottura usate la prova stecchino che dovrà risultare asciutto. Se la superficie nel frattempo si colorasse troppo copritela con un foglio di alluminio e continuate la cottura.
Di questa si può fare anche una versione salata mantenendo la preparazione base ma aggiungendo parmigiano grattugiato al posto degli amaretti e magari cubetti di prosciutto e salame al posto della frutta secca.