“Ci sono anche politici onesti”: questo è quanto qualcuno mi dice quando oggettivamente e in totale onestà intellettuale contesto tutti i partiti politici.
Oggi approfondisco il tema quindi mettiti pure comod* che bontà mia ti fornisco gratuitamente qualche spunto di sapienza e piena consapevolezza in più a riguardo.
A parte che l’onestà è soltanto una delle virtù non opzionali che dovrebbero appartenere all’animo e la cultura di chi si occupa del bene comune, ci sono delle singole perle e rarissime eccezioni che però oltre a confermare la tradizione negativa della politica non fanno la differenza e carriera nè influenzano i partiti e la politica: nessuno di loro viene nominato a capo dello Stato, dei ministeri e della UE, del Parlamento europeo e dei partiti (!!!) sull’intero globo terracqueo.
Onestà vuol dire soprattutto dire alla gente che la politica ha fallito tenuta in ostaggio dai fottutissimi partiti per colpa dei quali siamo diventati il fantasma del Belpaese che un tempo eravamo: nessun diritto, niente opportunità per i giovani, nessuna pace e buon riposo per anziani e pensionati, zero possibilità di sviluppo e crescita senza disuguaglianze.
Quando alla metà degli anni Novanta governavo Ostia, la mia miseranda e sfortunata città, ero una di queste perle e per mantenermi tale fui costretto a lasciare la politica e la pubblica amministrazione sulle quali eccellevo (lo dicono le cronache dell’epoca) e diventai giornalista dopo aver compreso che l’onestà non è premiata dagli elettori nè dai partiti.
Dopo quasi trent’anni da allora la situazione è addirittura peggiorata, tanto è vero che l’Italia è diventato un Paese fondato non più sul lavoro e i diritti come scritto sulla Costituzione ma sulla corruzione e negarlo è autolesionismo e struzzismo oltre che ipocrisia pura.
Chi oggi entra in politica lo fa soltanto per avere un posto al sole e uno stipendio lasciando tutti gli altri italiani all’ombra e all’addiaccio e se anche io fossi una merdaccia come loro farei altrettanto.
Basti farsi un giro tra la gente che quotidianamente annaspa per rendersene conto e prendere atto che da strumento di progresso, la politica è oramai il problema principale dell’Italia in quanto fonte e volano di abusi, nefandezze e fallimenti completi e reiterati innanzi ai quali occorre essere realisti, non legittimarla più e soprattutto contrastarla senza pietà alcuna poiché di malapolitica si muore!
STEFANO LESTI, DIRETTORE RESPONSABILE SPORT12. IT