L’amaretto biscotto che nonostante il nome racchiude solo dolcezza preparato secondo una ricetta usata ancora oggi a base di zucchero mandorle dolci e bianco dell’uovo (e mandorle amare come in quelli sardi).
Troviamo già nel medioevo alcuni riferimenti a questo dolcetto e nel XIII sec erano già diffusi nei Paesi Arabi e durante il Rinascimento in tutta Europa specialmente in Francia, Lorena e Paesi Bassi.
In Italia fanno la loro comparsa nel corso del XVII secolo, contemporaneamente alla accresciuta disponibilità di zucchero, ingrediente fondamentale per la loro preparazione: grazie alla diffusione della coltivazione di canna da zucchero anche in zone più accessibili (Canarie e Azzorre) del Portogallo, principale centro di smistamento europeo, lo zucchero arrivò in Italia attraverso i porti di Genova e di Venezia e si diffuse largamente, con la conseguente abitudine dei palati al gusto dolce.
Dai conventi alle corti, tutti sostituivano il miele con lo zucchero e a questa moda non restò insensibile neppure Francesco Moriondo, pasticcere alla corte dei Savoia che, trasferitosi a Mombaruzzo, intorno alla fine 1700 creò i suoi primi amaretti a base di mandorle, zucchero e armelline che riscossero subito successo e apprezzamenti.
Da allora gli amaretti di Mombaruzzo iniziarono ad essere immessi sul mercato permettendo l’incremento dell’attività produttiva. Negli anni a seguire la ditta Moriondo partecipò a diverse mostre ed esposizioni di pasticceria ricevendo riconoscimenti e medaglie d’oro a Napoli (1882), Milano (1884) e a Roma (1887/1895).
Quindi si potrebbe dire che gli amaretti siano nati in Piemonte, ma non dimentichiamo che ne rivendicano la paternità anche la Lombardia, la Liguria, l’Emilia e la Sicilia. A tal proposito va citata la leggenda narrante che Moriondo ebbe la ricetta dei suoi amaretti da una cuoca siciliana.
Altra leggenda alla base della nascita di questi dolcetti è quella che narra che nel 1718 il Cardinale di Milano visitò il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno ed in suo onore una coppia preparò un impasto a base di zucchero armelline e bianco d’uovo che lievitato e cotto in forno diede origine agli amaretti.
Ci sono tre versioni più famose: l’amaretto di Saronno, croccante e friabile con struttura alveolare interna, l’amaretto tipo Sassello morbido e più simile al marzapane e gli amaretti sardi molto diffusi e utilizzati nelle cerimonie (a Nuoro l’usanza vuole che lo sposo li offra quando va a casa a prendere la sposa) e vengono preparati con mandarle dolci e amare e niente armelline.
Sono usati chiaramente per preparazioni dolci ma a volte li troviamo come ingrediente in pietanze salate come ad es. ripieno nei tortelli di zucca e nel fritto misto piemontese.
Usiamo quelli croccanti di Saronno per la ricetta di questa torta gustosissima.

INGREDIENTI
200 gr zucchero
200gr pangrattato
200 gr amaretti da frullare
2 uova intere
250 gr di panna fresca da montare
1 bicchierino di liquore amaretto
1 bustina di lievito Paneangeli
100 gr di gocce di cioccolato
PROCEDIMENTO
Frullare gli amaretti (lasciandole 5 /6 per guarnizione).
Montare le uova con lo zucchero aggiungere il pangrattato, gli amaretti frullati, la panna liquida, il lievito e le gocce di cioccolato ed il liquore e mescolare il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Versare l’impasto in uno stampo rotondo da cm 26 ca e cuocere in forno a 180° (prova stecchino per verificare cottura)
Una volta sfornato spolverizzate con zucchero a velo e decorate con amaretti interi come nella foto

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