Che dire? Nello sport ci sono alcune storie, alcune imprese che nemmeno i migliori romanzieri del mondo saprebbero creare e scrivere: storie di vittorie e sconfitte, di riscatti e quando va bene, di nuove vittorie che esaltano oltre agli atleti, ciascuno di noi che nei loro successi e insuccessi riconosciamo chi più e chi meno le nostre medesime epopee di vita. Salite e discese comuni a tutti.
Nell’ultimo anno e mezzo, il taekwondo nazionale è stato tra le discipline, quella che ha pagato più delle altre a carissimo prezzo, le restrizioni e i limiti agli sport da combattimento imposti a causa del covid.
Ma come, anzi meglio che nelle favole, la medaglia d’oro di Vito dell’Aquila, è stato un evento, un segno divino che sembra annunciare la chiusura di un cerchio che aperto dalla pandemia, si è chiuso con la prima vittoria conseguita tramite Dell’Aquila, oltre che dal taekwondo, dall’intero Paese che finalmente ha esultato dopo mesi di sofferenze.
“Progettate da Junichi Kawashini, le medaglie olimpiche di Tokyo 2020 simboleggiano l’energia degli atleti, ma sono anche un omaggio al valore dell’amicizia. Realizzate riciclando sei milioni di smartphone, la medaglia d’oro pesa circa 556 grammi ed è composta da oltre 6 grammi di placcatura in oro su argento puro.
Il suo valore ammonta a 790.34 Dollari americani e possiamo parlare tranquillamente di valore di mercato, ma provate a chiedere quanto vale e quanto è bella quella “meravigliosa medaglia” ad uno dei ragazzi della S.S. Lazio Taekwondo che mercoledì 28 luglio, ha aspettato per più di 4 ore, davanti all’uscita T3 dell’aeroporto Leonardo da Vinci, l’arrivo della nazionale Italiana e del campione olimpico Vito Dell’Aquila di ritorno da Tokyo.
La risposta la troverete solo nei loro sguardi, perché a parole non credo riuscirebbero a spiegarlo!”
Queste le parole emozionate e fiere di Carlo Cellucci, direttore tecnico della S.S. Lazio Taekwondo, rilasciate al nostro taccuino a margine della cerimonia di accoglienza, organizzata per onorare Vito Dell’Aquila.
“Il valore è inestimabile -continua Cellucci- e questa è l’unica certezza che hanno riportato a casa in questa giornata per tutti noi di rinascita e speranza.
Inestimabile, perché fatta di lavoro, sudore, sacrificio, impegno, perseveranza, ma soprattutto fatta di sogni. E loro di sogni ne hanno, soprattutto quei sogni che li portano a non saltare mai un allenamento.
Quei sogni fatti di libri e protezioni, quei sogni che non ti fanno far tardi la sera, quei sogni che ti tengono lontano da quello che fa male, quei sogni che ti fanno saltare il compleanno del tuo miglior amico perchè la mattina dopo hai la gara.
‘Maestro: com’è bella la medaglia!’ Questa è la frase che i nostri ragazzi mi hanno più o meno detto tutti ed io sono molto soddisfatto di essere riuscito a fargli vivere questa grande emozione, più unica che rara, di portarli il più vicino possibile a quella che nella storia olimpica nazionale sarà da ora in poi ricordata come la prima medaglia d’oro italiana di Tokyo 2020.
Il nostro diretto e onorifico coinvolgimento come societa sportiva è nato per caso, dopo una telefonata di lavoro con il presidente del comitato regionale FITA Lazio, Marcello Pezzolla, che non finirò mai di ringraziare per la comprensione, la disponibilità e soprattutto la pazienza.
Gli ho chiesto appunto quando sarebbe rientrata la Nazionale e che mi sarebbe piaciuto portare i miei atleti ad accoglierli. Mi è stato risposto, giustamente, che purtroppo a causa delle restrizioni per il Covid, era permessa la partecipazione soltanto ad un numero ristretti di persone autorizzate.
Naturalmente non mi sono dato per vinto e ho inviato al presidente il numero dei partecipanti e le modalità con cui avrei organizzato il tutto, e soprattutto specificato che avremmo aspettato Vito, all’uscita dell’aeroporto.
È andata bene e a stretto giro, la sera prima dello sbarco di Vito, ci è arrivato il permesso. Non è stato facile, ma siamo riusciti a portare più di sessanta persone tra atleti e genitori, tutti entusiasti al pari del nostro campione olimpionico che abbiamo letteralmente travolto col nostro entusiasmo.
È stato tutto veramente bello, non potevamo non far sentire, subito, al suo rientro in Italia, tutto il nostro affetto a Vito Dell’Aquila, al Maestro Claudio Nolano e a tutto lo staff della Nazionale.
Non potevamo non farlo: quello che ci hanno portato da Tokyo, non ha prezzo, è stato veramente un grandissimo regalo per tutto il taekwondo Italiano, soprattutto per quello che abbiamo vissuto in questi ultimi 18 mesi.
Mercoledì sera, comunque, credo di aver dato ai miei ragazzi, più stimoli in dieci minuti che in dieci anni di allenamento. Erano tutti al settimo cielo, speriamo ora di tradurre queste emozioni in risultati.
Il mio impegno e quello della Lazio Taekwondo è di farli continuare a lavorare e sognare. Ed il resto arriverà da se.”
Grazie Maestro!
(Fotografie Comunicazione S.S. Lazio Taekwondo)