Se vi trovate in centro a Roma in particolare vicino a Piazza Venezia, non perdetevi la visita a questo gioiello d’arte di proprietà di una delle più famiglie dell’aristocrazia romana I Colonna. Provenienti da Castello Colonna piccolo centro urbano nei Colli Albani presso l’attuale Colonna, da cui ebbe origine il loro nome e l’emblema costituito da una colonna con il fusto in argento con base e capitello in oro su fondo rosso.

A Piazza S.S. Apostoli vicino alla Basilica del tutto celato dalla scarsa appariscenza dell’esterno del palazzo con sobri ed austeri prospetti delle facciate esterne all’interno verrete abbagliati dalla magnificenza dello stesso palazzo che riflette le vicende dei vari membri della famiglia che nel corso dei secoli l’hanno vissuto, arredato ed abbellito.

“..la magnifica scalinata che si trova all’interno, la ricchezza degli interni, una lunga fila di saloni pieni di opere d’arte che finiscono nella splendida galleria ( forse più bella di quella di Versailles cfr. Charles de Brosses).

L’edificazione delle varie ali del Palazzo si è protratta per 5 secoli e ciò ha comportato la presenza di vari stili delle varie epoche. Le prime tracce risalgono al 1286 quando Stefano il Vecchio andò ad abitare in una palazzina nota oggi come la palazzina del Cardinale Bessarione. Ma l’ascesa dei Colonna visse un’accelerazione nel 1417 con l’elezione a Pontefice di Martino V che restaurò il Palazzo a S.Apostoli (L’edificio a sud del primo cortile) e costruì un altro fabbricato perpendicolare al primo.

Dopo la sua morte le proprietà furono oggetto di saccheggi e ridimensionamenti fino all’arrivo del Cardinale Bessarione che restaurò la palazzina in origine comunicante con la Basilica di S.Apostoli.

Alla metà del XV sec. Prospero Colonna commissiona un altro fabbricato su via della Pilotta. Intorno al 1484 Giuliano della Rovere commissionò una Loggia vicino al Palazzo di Martino V composta da tre ambienti: Sala della Fontana, con affreschi di Pinturicchio, Sala della Tempesta e Sala del Dughet ( così chiamata per i paesaggi dipinti dal Dughet).

Nel corso del ‘600 il Palazzo assunse la fisionomia di un grande palazzo barocco per volere di tre generazioni della famiglia che coinvolsero grandi artisti ed architetti del calibro di Bernini, Carlo Fontana, ecc. A questo periodo risale la costruzione della Galleria voluta dal Cardinale Girolamo I Colonna su progetto di Antonio il Grande.

Questo spazio fu ideato come grande sala di rappresentanza per onorare la vittoria della flotta cristiana sui Turchi nella battaglia di Lepanto del 1571. La Galleria è la parte centrale, ossia la Sala Grande, il maggiore dei 3 ambienti di cui è composta ed è stata costruita sulle fondamenta di un più antico fabbricato.

Quando ancora la Sala Grande non era terminata, la grandezza della Galleria fu ampliata con l’aggiunta alle stremità di due ambienti denominati la Sala della Colonna Bellica che prende il nome dalla colonna di marmo rosso sormontata da una statuetta di Roma trionfante con rilievi pseudo antichi, posta su un piedistallo al centro della sala e la Sala dei Paesaggi cosiddetta per i numerosi dipinti a soggetto campestre opera di Dughet.

Sulla breve rampa di scale che scende verso la Sala Grande troverete una palla di cannone che arrivò in quel punto nel 1849 direttamente dal Gianicolo dove venne sparata dall’esercito francese entrata a Porta S. Pancrazio per soccorrere Papa Pio IX. Procedendo nella visita della Sala Grande, vi segnaliamo le quattro grandi specchiere dipinte da Mario dei Fiori, Giovanni Stanchi e Carlo Maratta, e l’imponente successione di capolavori pittorici ad opera del Guercino, Salvator Rosa, Jacopo Tintoretto, Francesco Salviati, Guido Reni, Giovanni Lanfranco e molti altri.

La decorazione fu terminata da Filippo II con colonne, pilastri, cornici alle finestre, tutte con marmi colorati provenienti dal tempio di Serapide. La Galleria è rimasta uguale nel suo splendore e lascia ancora oggi stupefatti con i suoi arredi, le grandi specchiere, i tavoli, gli scrigni in legno di sandalo e di ebano con pietre preziose.

Più avanti si arriva nella Sala dell’Apoteosi di Martino V, che prende il nome dalla grande tela di Benedetto Luti posta al centro del soffitto, raffigurante la presentazione in cielo del Papa di famiglia. Questa sala è ricca di capolavori importanti: Il Mangiafagioli di Annibale Carracci è tra i più famosi e rappresenta il pasto di un contadino del XVI secolo.

Passando alla Sala successiva, ci troviamo nella Sala del Trono, ancora dedicata al Papa di famiglia, Oddone Colonna, eletto Sommo Pontefice l’11 novembre 1417 nella ricorrenza di San Martino, e che per questo motivo scelse appunto il nome di Martino V.

Nella successiva Sala dell’Arazzo si può ammirare il grande arazzo seicentesco di manifattura italiana raffigurante La Regina Artemisia esamina il progetto per la tomba del marito Mausolo.

Attraversando la sala gialla, si passa all’attigua Sala dei Primitivi ed alla successiva Sala dei ricami che prende nome dalle pregevoli tappezzerie “all’indiana”, della metà del XVII secolo, che adornano le pareti, tessute con la tecnica del filo d’oro e seta…

Dalla Sala dei Ricami si accede ad un piccolo vestibolo con specchi, affrescato nella metà del XVIII secolo, che ci riporta nella Sala dell’Apoteosi di Martino V. La Sala gialla, o sala d’ingresso all’Appartamento Galleria dall’interno del Palazzo, è posta tra la Sala dell’Arazzo e la Sala della Cappella. Gli affreschi parietali rappresentano vedute ideali di ville, con scenografici effetti a trompe-l’oeil, come le due ghirlande di stucco a rilievo che raccordano l’affresco della volta.

Da qui, attraverso due porte, si accede alla Sala della Cappella che conserva alcuni arazzi della serie della regina Artemisia: La sala si apre sulla piccola cappella di famiglia all’interno della quale si trovano, sopra l’altare, una Sacra Famiglia di Giuseppe Bartolomeo Chiari, e una Deposizione di Paolo Farinati (XVI secolo) sulla destra. A sinistra invece la vetrata del XIX secolo raffigurante la traslazione del corpo della Beata Margherita Colonna da Castel San Pietro alla chiesa romana di San Silvestro in Capite (1283).

APPARTAMENTO PRINCIPESSA ISABELLA
Qui è possibile ritrovare la stessa atmosfera raccolta, la stessa cura nei dettagli e l’attenzione a non spostare le foto di famiglia, accanto alla celebre collezione che raccoglie ben trentasette vedute di Vanvitelli. Questo è uno degli ambienti, che si trovano nel piano terreno del palazzo sorto sulle fondamenta dell’ antico Tempio di Serapide. Una delle poche tracce del santuario romano è un coccodrillo in porfido, che accoglie il visitatore all’ inizio di quella sequenza di saloni. Uno dei pezzi più rari è l’orologio notturno dipinto, custodito tra due bauli all’antica nella Sala della Fontana: all’ interno un meccanismo silenzioso muove i numeri retro-illuminati da una candela. Al muro ancora è visibile il baldacchino con il simbolo di famiglia, al centro delle stanze si trova la consolle in legno dorato dove Turchi incatenati ricordano la celebre battaglia di Lepanto del 1571, con cui Marcantonio Colonna fermò la minaccia dell’invasione musulmana.

PADIGLIONE PIO
Una nuova ala del palazzo principesco Colonna è da poco tempo aperta alle visite. E’ il cosiddetto Padiglione Pio, dedicato alla Principessa Sveva Colonna (1912-1999) Donna Sveva Colonna Pio era la prima dei due figli della Principessa Donna Isabelle Colonna Sursock, divenuta moglie nel 1932 del Principe Don Alfonso Pio Falcò. L’appartamento si compone delle sale del Baldacchino, della Cornucopia, della Galleriola, della Maioliche e facevano anticamente tutte parte dell’appartamento abitato dai cardinali Ascanio, Girolamo I e Girolamo II Colonna. Spiccano i grandi arazzi di manifattura Gobelins con le storie di Alessandro Magno, i busti di Papa Benedetto XIV, di Donna Sveva e di Filippo IV di Spagna. La principessa invece è ritratta sia in un dipinto di Ignacio Zuloaga che in un busto di Antonio Berti.

SALA DELLA CORNUCOPIA
La Sala della cornucopia e la successiva Sala del baldacchino presentano soffitti decorati nel tardo Cinquecento (1588-1592) nell’ambito della vasta campagna decorativa promossa dal Cardinale Ascanio Colonna (1560-1608)

SALA DEL BALDACCHINO
La decorazione della volta risale alla campagna decorativa promossa dal Cardinale Ascanio Colonna (1560-1608) nel tardo Cinquecento, con restauri della metà del Seicento. Al centro del soffitto è raffigurato lo stemma della famiglia Colonna sormontato dalla corona e dalla sirena bifida e affiancato da due putti che sostengono le bandiere ornate dalle insegne pontificie e dallo stemma del regno spagnolo di Castiglia e León.

GALLERIOLA
Questo piccolo disimpegno, realizzato nel corso dei lavori eseguiti alla metà del Settecento per volontà del Cardinale Girolamo II (1708-1763.

SALA DELLE MAIOLICHE
La sala fu completamente ristrutturata nel corso dei lavori promossi dal Cardinale Girolamo II alla metà del Settecento (1756-1763) con una elaborata decorazione in stucchi dorati alle pareti.

Curiosità su Palazzo Colonna
Sapevi che Via della Pilotta è attraversata da quattro archi cavalcavia che collegano Palazzo Colonna con i giardini di Villa Colonna? I due archi centrali furono costruiti dopo quelli posti alle estremità della strada e uno di questi archi si collega direttamente alla Galleria del Cardinale.
Sapevi che l’incoronazione di Vittorio Emanuele I all’inizio del XIX secolo ebbe luogo nella sala della Galleria Colonna?

Infine nel 1818 per scongiurare il ripetersi di quanto era successo negli anni dell’occupazione napoleonica, ovvero la vendita forzata di prestigiose opere d’arte, la collezione Colonna venne sottoposta al vincolo del fidecommesso grazie al quale diviene inalienabile, indivisibile ed indissolubilmente legata alla sua prestigiosa sede.

La Galleria Colonna è aperta al pubblico tutti i sabati dalle 9,00 alle 13,15 con ingresso da Via della Pilotta.

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