Come forse avete intuito sono un’amante del genere poliziesco e curiosando in libreria mi sono imbattuta in questo libro ed in questo personaggio a me poco noto.
E’ una lettura piacevole e scorrevole e anche ricca di sentimenti, una trama molto godibile, un giallo non violento da gustare lentamente, un viaggio nell’animo umano.
La storia è ambientata a novembre in Liguria a Lungariva, dove, per poco chiari motivi disciplinari il commissario Bertè è stato trasferito da Milano. Qui in un nuvoloso pomeriggio al porto a bordo di una barca a vela viene trovato il cadavere di Sebastian Scettro detto il Marinero.
La vittima, appartenente a una famiglia facoltosa (genitori proprietari di case, negozi e alberghi), se n’era andato nove anni prima per mare facendo perdere le sue tracce (l’unica con cui aveva avuto contatti era la nonna, signora Ninì, donna di notevole statura morale e grande intelligenza, legatissima al nipote). Cosa l’aveva riportato a casa solo per poche ore prima di morire?
Svolgendo le indagini il commissario scopre una scia di rancori, rapporti e compromessi che Sebastian si era lasciato alle spalle. Fratelli e cognate che lo detestavano, innamorate non corrisposte, vecchie frequentazioni criminali ed amici delusi e anche una denuncia per stupro. Che costituiscono un corposo parterre di possibili colpevoli.
Un caso intrecciato dove il movente è sempre lui l’amore. Il Marinero “era fuggito per mare per non avere legami è finito vittima di un amore fatale” ”… .Invidiando quello che appariva come il coraggio di andarsene e affrontare l’ignoto…
Era stato un grande egoista, uno di quelli che dopo avere suscitato passioni e ingarbugliato le vite altrui se ne vanno perché non sanno crescere e affrontare la vera sfida della vita: amare gli altri”.
PERSONAGGIO
Il commissario Bertè, in questo racconto affronta l’indagine in una fase particolare della sua vita. Si trova di fronte a scelte da affrontare che creano incertezze, in primis il ritorno alla Questura di Milano.
Di origini calabresi, aitante funzionario, coda brizzolata, vive in questa realtà ligure agli opposti della metropoli lombarda.
Qui ha conosciuta la Marzia giunonica e procace compagna contrapposta all’ex fidanzata milanese Patty, dal fisico snello tipo top model.
I dialoghi interiori sono una presenza costante: a fargli compagnia c’è sempre lei, la coscienza, che lui chiama la bastarda con cui ingaggia scambi divertenti e irriverenti che comunque lo hanno reso più riflessivo.
Ma ha un segreto: i racconti gialli, che lui scrive romanzando le sue idee spesso ispirate dal caso nel quale si è appena imbattuto e sapendo che non verranno mail letti. Racconti che sono inseriti normalmente tra le pagine del libro ma che qui lo troviamo posto alla fine.
L’AUTORE
Emilio Martini pseudonimo dietro il quale si celano due sorelle scrittrici Elena e Michela Martignoni, che conoscono bene il commissariato, sono milanesi e frequentano da anni la Liguria.
Hanno scritto romanzi storici Requiem per il giovane Borgia, Vortice d’inganni, Autunno rosso porpora e Il duca che non poteva amare e i gialli con protagonista il commissario Berté La regina del catrame, Farfalla nera, Chiodo fisso (ora anche in edizione TEA in un unico volume), Doppio delitto al Grand Hotel Miramare, Il mistero della gazza ladra e Invito a Capri con delitto, oltre alle raccolte I racconti neri del commissario Berté e Talent Show.