È primavera, il profumo dei fiori inebria i nostri sensi, la vita ci aspetta. La mia amica e autrice Alessandra Iannotta per me è l’essenza della primavera; è il colore, la vita, l’energia che risiede in ognuno di noi. È lei la mia salvezza, il mio porto sicuro. In parte, Alessandra, mi ha cambiato la vita… in meglio.
Amici, vi presento la poetessa e scrittrice Alessandra Iannotta.
Chi è Alessandra Iannotta? Parlaci di te come persona. Dove vivi, che cosa fai, che cosa ami, le tue passioni…
Ciao, certo con piacere! Sono nata e vivo a Roma dove esercito da molti anni la professione di avvocato civilista.
Faccio l’avvocato, ma mi sento una poetessa nell’anima e nel sangue. Sono infatti sempre capace di stupore perché riesco a cogliere la bellezza in tutto ciò che mi circonda. Sono impulsiva, testarda, lunatica. Adoro scrivere e viaggiare, non solo su questo nostro bellissimo pianeta terra, ma anche negli animi delle persone che incontro e che non mi stanco mai di conoscere e di ascoltare. Amo il mare, lo amo di un di un amore viscerale, e tutta la natura con i suoi colori, la sua forza e le sue musiche capaci di parlare una lingua che non conosce tempo. Sono rapita dalla bellezza in tutte le sue manifestazioni, quella dei paesaggi, quella delle opere di ingegneria umana, e quella artistica in tutte le sue espressioni.
“Gli occhi di Asha” è il tuo romanzo d’esordio. Avevi scritto altro, prima? Saggi, racconti, brevi interventi?
La mia passione è stata da sempre scrivere poesie. Dal 2014 ho incominciato a condividere questa mia bruciante passione, pubblicando poesie sui social e su piattaforme digitali. Nel 2015, con la casa editrice Dante Alighieri, ho pubblicato il mio primo libro di poesie dal titolo “Sangria al grippiale”. In realtà si tratta di un racconto poetico che ha come protagonista la vita di una donna di nome Gea, capace di parlare anche con le cose, prima bambina, poi adolescente, e infine adulta. Il poeta infatti può decidere di “allargare” la propria penna e iniziare così a scrivere racconti brevi e poi romanzi, mentre, a mio parere, non sempre lo scrittore ha il dono di essere poeta…
Come è nato questo romanzo? Chi o che cosa ti ha offerto lo spunto? Fatti di cronaca? Oppure hai incontrato nella tua vita qualcuno dei personaggi e hai deciso di dargli vita letteraria?
Il romanzo “Gli occhi di Asha” è un romanzo molto particolare, che mi piace definire come un ossimoro letterario. Si tratta, infatti, di un romanzo in cui penso di essere riuscita a fare una sintesi perfetta tra il mondo reale e quello fantastico. Ho di fatto rubato vite trasportandole in un mondo dove siedono regine la fantasia, la fiaba, la poesia. Ho così immaginato un’umanità abitata da spiriti animali… le protagoniste delle varie vite, dopo difficili prove, comprendono quali siano le chiavi per vivere con più leggerezza e gioia. Il romanzo è quindi così anche un romanzo filosofico.
Chi è lo scrittore? Uno che crea personaggi e li dirige, oppure uno che incontra per caso un personaggio e lo segue?
Tutti gli scrittori parlano inevitabilmente dei loro vissuti o comunque fotografano realtà. I poeti, invece, riescono a colorare e a trasformare le fotografie della realtà anche in immagini fantastiche.
I tuoi protagonisti rappresentano e incarnano gli istinti più bassi dell’uomo. Chi o che cosa ti ha ispirato nel descrivere con “pennellate” perfette questi personaggi?
Non sono io che ho cercato i protagonisti del mio romanzo, sono loro che mi sono venuti incontro. Non ho fatto altro che leggere con gli occhi del poeta nelle loro storie, cogliendo luci e ombre delle loro esistenze per cercarne il senso più autentico e profondo. Il poeta, dimenticavo di sottolinearlo, è anche un filosofo.
I loro comportamenti non sono legati solo alla vita. Sbaglio?
La vita dei protagonisti del mio primo romanzo è piena di ricerca… e in questa ricerca c’è il senso di tutto!
Il ruolo delle donne nel tuo romanzo.
Le donne assumono nella narrazione una meritata centralità. Il ruolo del femminile in cui credo, irrompe con tutta la sua forza perché le protagoniste delle sette vite sono tutte donne capaci di acquisire una salvifica consapevolezza attraverso percorsi diversi, ma tutti accomunati dalle prerogative tipicamente femminili del coraggio e della capacità di andare oltre. Sono stata davvero onorata che questo aspetto sia stato colto da un prestigioso premio letterario International Milano nel 2019 come Premio speciale Donna!
Al giorno d’oggi, gli adolescenti vengono allevati in famiglia, ma dis/educati dai social. Nella grande maggioranza dei casi, purtroppo! Sei d’accordo?
No. Penso che i giovani di oggi, al pari di quelli di tutti i tempi, siano fantastici perché vivono nella storia che inevitabilmente cambia, ma a differenza degli adulti, conservano la freschezza di una visione della vita più libera dalle maglie mentali e più intuitiva!
Anche la tecnologia sfrenata isola le persone, le rende impedite e refrattarie alla comunicazione, accentua l’insofferenza verso gli altri. Sbaglio?
Non penso che la causa dell’insofferenza e di chiusura alla comunicazione vada ricercata nella tecnologia. Quest’ultima, se utilizzata con misura, può semmai ampliare la possibilità di comunicazione… I muri dell’incomunicabilità hanno, a mio avviso, radici ben più profonde che affondano nell’incapacità dell’uomo di ascoltare e nella sua atavica paura di mostrare le proprie fragilità.
Quali autori ti hanno incantato? Di quali ti sei innamorata e non ne faresti a meno?
I grandi filosofi greci, il mio amato Seneca e il più grande Poeta di tutti i tempi: Giacomo Leopardi!
Hai un sogno nel cassetto?
Più di uno… andare al cinema a vedere il film “Gli occhi di Asha”, o sapere che dal mio romanzo è stata tratta una serie televisiva.
Hai già pensato al prossimo libro?
Ho appena ultimato la rilettura del mio secondo romanzo che spero venga pubblicato nel 2021.
Cosa speri per il futuro?
Spero in un mondo di persone più consapevoli della bellezza che ci circonda, più grate alla vita e capaci di ridere. Spero che l’ignoranza, che ritengo essere tra i mali più grandi, venga sconfitta da un’infinita sete di conoscenza.
Michela Tanfoglio