Oggi andiamo alla scoperta di una Roma insolita, un luogo pieno di fascino e di storia, che si trova nel centro di Roma: la città dell’Acqua, l’area archeologica sotterranea del Vicus Caprarius, venuta alla luce durante i lavori di ristrutturazione del ex cinema Trevi.
Si trova in vicolo del Puttarello 25 e, passando tra le poltrone rosse del cinema ancora presenti verrete catapultati a ritroso nella storia dell’antica Roma.
Conosciamo tutti la Fontana di Trevi ma forse meno noto è il mondo sotterraneo che si snoda sotto il rione Trevi. Di questo intricato dedalo di antiche vestigia fa parte l’area archeologica del Vicus Caprarius, le strutture di un’antica domus dell’età imperiale, il castellum aquae dell’Acquedotto Vergine ed i suggestivi reperti ( situati nelle teche intorno al camminamento) tra cui il volto di Alessandro Helios ( sovrano egizio figlio di Cleopatra).
Durante questa visita avrete modo di osservare la stratificazione millenaria di Roma ed osservare le testimonianze archeologiche della storia della città a partire dalla realizzazione dell’Aqua Virgo.
Tra le attuali vie di San Vincenzo e Via del Lavatore si ergeva un caseggiato articolato in due edifici distinti. Uno a Nord dove si può vedere la presenza di “un’insula” di epoca neroniana su tre piani che dopo varie trasformazioni diventò una lussuosa domus ( v. alcune testimonianze nel locale Antiquarium).
L’altro edificio a sud, forse adibito a funzioni pubbliche, e visibile all’interno del sotterraneo, è caratterizzato da vani coperti con volte a botte che all’epoca di Adriano venne trasformato in un grande serbatoio idrico oggi noto come il Castellum Aquae dell’Acquedotto Vergine ( sui bassorilievi che ornano Fontana di Trevi è narrata una delle possibili origini leggendarie del nome dell’acquedotto Virgo, una fanciulla che avrebbe indicato ai soldati di Agrippa il luogo dove si trovavano le sorgenti fino ad allora sconosciute).
L’Acquedotto Vergine è l’unico degli undici principali acquedotti di Roma antica rimasto in funzione fino ai giorni nostri. Fu voluto da Agrippa nel 19 a.c. per servire Campo Marzio. L’Acquedotto trae origine da sorgenti situate sulla Via Collatina, nell’Agro Lucullano che dopo ca 20 km terminava a Campo Marzio. Percorreva Portonaccio, Tiburtina Fosso della Maranella (dove sono visibili mt 320 di arcate in tufo), Nomentano, Salario poi verso sud Villa Ada, Parioli passando sotto il ninfeo di Villa Giulia ed entrava in città.
Una piscina limaria (serbatoio di decantazione) era posta sotto il Pincio e Villa Medici. A Via Due Macelli il percorso diventava a cielo aperto e proseguiva su arcate (alcune sono visibili nel piano inferiore della Rinascente di Via del Tritone e presso Via del Nazareno).
Altri resti sono visibili sotto Palazzo Sciarra, Piazza S.Ignazio per giungere a Via del Seminario dove si trovava il Castellum terminale posto davanti al Saepta grande edificio pubblico in prossimità delle Terme di Agrippa e dell’adiacente Pantheon.
L’acqua oggi ha perso la purezza originaria e può essere utilizzata solo a fini irrigativi e per l’alimentazione di alcune importanti fontane come la Fontana della Barcaccia, Fontana di Trevi, la Fontana dei Quattro Fiumi e la Fontana dei Nicchioni sotto il Pincio mostra terminale del prolungamento del 1936, ultimo ampliamento effettuato.