Ci risiamo… il governo è nuovamente in crisi!
Certo, lo stato attuale delle difficoltà in cui versa la classe politica non è paragonabile ai tanti disagi vissuti dagli italiani a causa del virus, eppure, gli effetti appaiono quasi condivisibili, quantomeno nella potenza degli incubi notturni, fomentati da pensieri nervosi, ansia e persino la paura di perdere qualcosa di importante e pressoché vitale, individuato dagli “uomini di potere” nello status dei privilegi a scapito della semplice serenità invocata dalla popolazione non più ignara dal dover mettere a repentaglio persino la propria dignità, pur di sopravvivere.
Da quasi un anno, infatti, le notti bianche e tormentate di una buona parte dei nostri connazionali, non solo manifestano la paura di essere raggiunta dalla morte, in un letto d’ospedale, intubati e in piena solitudine, ma anche l’ossessivo tormentone di aver sostenuto, inutilmente, gli enormi sacrifici di una vita lavorativa a costuzione di un reddito dignitoso nonostante le innumerevoli tassazioni spropositate che da sempre soffocano il tema del lavoro.
Pertanto alla grave preoccupazione per la salute di ognuno, si associa l’asfittico pensiero di perdere quel minimo di sostentamento costruito in anni di duro lavoro, per sé stessi e i propri cari.
E mentre la nostra egregia classe politica aggroviglia le menti in cerca di valide soluzioni e forse insoliti accordi, pur di non perdere le comode poltrone, sicure e soprattutto ben retribuite, l’economia ristagna e rallenta giorno dopo giorno.
Uno di lor signori scrisse ai tempi che: “il potete logora ma è meglio non perderlo”!
Dunque sarebbe più civile preferire affossare ancora di più lo scenario già penoso dell’attuale situazione economica italiana anziché cedere lo scettro del comando, forse, a qualcuno più capace?
Già …ma a chi? Il dubbio sorge spontaneo, anche perchè riguardo alle capacità::chi ha dimostrato fino ad oggi di possederle? Quali figure politiche di spicco sarebbero, oggi, in grado di risollevare la nostra economia, affossata dalle cattive abitudini dello spreco, dalla corruzione e in ultimo dalle restrizioni “colorate” dei vari DPCM che pietosamente hanno visto crollare le poche certezze costruite nel corso degli anni, dal nostro operoso “ceto medio”?
“Quello” che in passato ha spesso salvato l’economia nazionale grazie ai risparmi investiti nei titoli di stato considerati “pochi ma sicuri”…
Chi potrebbe essere così onesto da infrangere le “regole” della burocrazia asfissiata dal clientelismo e capace di lasciare alle generazioni future un paese ripulito dai debiti, dall’inefficenza sanitaria, dalla tempistica legale, amministrativa e dalla distribuzione equilibrata del denaro pubblico?
Quale essenza politica potremmo elogiare per la restituzione della dignità alla classe più abietta e a quella media della popolazione italiana, quest’ultima formata da grandi risparmiatori e validi artigiani, capaci di aver saputo tenere le fila della piccola imprenditoria, farla crescere nel tempo, svilupparla e creare nuovi posti di lavoro nel consolidamento del processo evolutivo della nostra sana economia, quella che faticosamente avevamo costruito e oggi calpesta dalla crisi pandemica?
Chi tra gli improbabili salvatori non ha già fallito in passato? Chi tra loro è credibile e attendibile?
Dotati di grande spirito di sopravvivenza, i nostri piccoli e medi imprenditori, con le loro attività commerciali hanno sempre saputo affrontare i “capricci” di una serie di governi susseguiti negli ultimi anni, proni alla sola tutela dei grandi industriali che di rimando e per una sorta di gratitudine (ma al contrario…) sono poi fuggiti all’estero a tutela delle loro stesse imprese e dei tanti capitali guadagnati, beffando i sacrifici di tutti e impoverendo il Paese!
È stato “sterminato” quello che un tempo veniva considerato il “ceto medio” della popolazione, tutti quei negozianti, albergatori, agenti di viaggio, teatranti, ristoratori e piccoli artigiani a conduzione familiare, che hanno perso l’ ottimismo della vita e la motivazione del lavoro.
E non si sono salvati neanche gli animi più speranzosi che, nella follia dei vari “bonus” attesi, hanno sperato in un minimo di salvezza… Mentre i nostri governanti continuano a litigare per salvare le loro poltrone e i loro privilegi e gli aspiranti tali fanno altrettanto.
Chi potrebbe essere in grado di gestire le risorse in arrivo del Recovery Plan? E chi ritenere responsabile per l’eventuale spreco di tali risorse, che stavolta potrebbe annientare definitivamente non solo l’attuale popolazione ma anche le generazioni future?
Chi saprebbe imporsi per la cancellazione dei debiti risalenti al periodo della guerra e instituire una tassazione adeguata alla salvaguardia di tutti i lavoratori del ceto medio e permettere persino ai poveri di elevarsi finalmente?
Quale partito o personaggio politico sarebbe in grado di spuntarla a proposito della tassazione delle grandi ricchezze? Industriali, politici, proprietari di grandi società e nella mischia mettiamo persino i calciatori o forse la crisi non è per tutti e dunque anche la collaborazione lo dovrebbe essere altrettanto!
Chi, fra gli attuali partiti sarebbe capace di non sottostare più alle richieste dei grandi imprenditori che ovviamente tremerebbero e non poco?
La politica si sa, è strettamente connessa con chi detiene il potere economico, banche comprese, e l’argomento viene spesso rimpiazzato da altro. Purtroppo nello spreco del denaro pubblico ci si paventa con la richiesta dei prestiti, che non sono frutto di carità, ma fonte di tassazioni per i posteri.
Debiti su debiti che non portano certo allo sviluppo e affossano irremovibilmente ciò che siamo stati, la nostra cultura e la nostra arte.
E in ultimo… chi degli attuali partiti e dei personaggi politici potrebbe passare alla storia per aver restituito dignità all’Italia e… alla politica? Domande retoriche!