Poniamoci innanzitutto una domanda: in quale direzione vogliamo introdurre il mondo post Covid?
Verso l’odio e la violenza o piuttosto bisogna cominciare sul serio a favorire dialogo rispettoso e pacifico tra popoli, culture e tradizioni?
Nel primo caso continuiamo pure a consentire ad odiatori siano istituzionali vedi Trump, che privati, accomunati dall’essere razzisti, violenti, sessisti e fascisti di abusare degli strumenti fragili della democrazia, tra cui svettano i social, che questa gentaglia utilizza per fomentare ribellioni ingiuste fondate su bugie, propaganda e bestemmie contro il diritto e la verità da una parte e per dare sfogo alle proprie frustrazioni e paranoie personali dall’altra.
Nel secondo caso, occorre invece mettere a tacere costoro, principalmente quei vigliacchi mentecatti sovversivi che allo stesso modo di Hitler usano la comunicazione: social, televisione e dialettica politica come arma carica puntata contro la libertà responsabile e dunque a danno di ognuno di noi in ogni angolo e luogo del pianeta.
Inutile sottolineare la mia posizione in merito, sono un giornalista, sono una sentinella della democrazia, ma aggiungo che contestualmente alla messa a tacere del pazzo number one -meglio tardi che mai- lo avrei messo innanzitutto ai ferri e sbattuto in galera senza nemmeno un processo: a che serve ribadire quel che tutti abbiamo visto, letto e subito negli ultimi quattro anni del mandato presidenziale più letale e pericoloso di questo inizio di secolo?
Un drammatico incidente della storia recente che fino al 6 Gennaio scorso era stato fin troppo sottovalutato o comunque sopportato in silenzio, che ci ha riportati indietro agli anni ’20 e ’30 del Novecento, quando della gente stupida e ignorante consentì ai dittatori di trasformare il mondo nell’inferno che tutti sappiamo.
Una criticità che ci illudevamo vanamente di aver sepolto sui libri di storia che oggigiorno bisogna necessariamente stroncare con forza fin da subito in ogni luogo del mondo e non solo negli Usa per garantirci la vita e un futuro migliore. St.les