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“Il lettore speciale è colui che legge per interesse e non solo per piacere”.
La frase è mia, non me ne voglia nessuno, tanto più che la sottoscritta, pur essendo una divoratrice di libri, è una lettrice piuttosto banale, dato che legge di tutto… e per tutto intendo davvero di tutto! Comunque, ci sono amanti della lettura che a mio misero parere hanno un quid in più.
Mi piace definirli “lettori speciali” da quando ho letto una magnifica prefazione dello scrittore Bruno Morchio, anche se lui citava i “turisti speciali”, quelli che acquistano le guide per scoprire ogni anfratto, storia e particolarità delle città che visitano.
Ma chi è il “lettore speciale”? È quello che si appassiona per studio, professione o per puro interesse, a un dato argomento. La mia vita, ad esempio, è un ordinato insieme di passioni: ogni ambito, o elemento, è un segmento specifico, un anno mi interesso di storytelling fino a studiarne ogni frangente nei minimi dettagli e una volta raggiunta la mia personale soddisfazione passo a un nuovo assunto, come i gruppi sanguigni, le religioni, la filosofia polacca post-guerra, il disegno e le arti grafiche, scienze giuridiche, architettura e via discorrendo.
Però, perché un però c’è sempre, dopo i primi saggi a scopo divulgativo, mi trovo disorientata e mi chiedo dove si possa scovare materiale che soddisfi la mia sete di conoscenza (premesso che prediligo gli acquisti in libreria e non attraverso gli store online). In questi casi servirebbe un vero esperto libraio ed ecco che talvolta incappiamo nelle librerie di settore, ovvero, le “librerie settoriali”.
Credo che siano posti magnifici e visto che questo argomento lo conoscono in pochi, ho deciso di dedicare proprio a loro alcune interviste della rubrica LA VOCE DEI LIBRAI.
Rullo di tamburi e bando alle ciance: cari amici, ho l’onore di presentarvi Alessio Caldini, un libraio davvero speciale.
Caro Alessio, ci parli di lei: chi è Alessio Caldini?
Alessio Caldini, trentatré anni, di romanità internazionalista e un curriculum pieno di tanti – troppi – “ex”, il più recente dei quali è forse l’unico che mai avrei pensato di dover diventare – “ex uomo libero” –, ho lavorato nella libreria dell’Ordine degli Architetti di Roma fino allo scorso giugno (2020).
Interessante, una libreria settoriale, dunque! Che tipo di lettori frequenta la libreria per la quale lavora?
Trattandosi di una libreria altamente settoriale, i nostri lettori sono per lo più professionisti iscritti all’OAR o il cui lavoro orbiti attorno alle discipline dell’architettura, dell’ingegneria civile e della storia dell’arte. Inoltre, trovandosi all’interno di un edificio storico e sito archeologico – l’Aquario Romano –, gli ospiti occasionali della libreria sono anche turisti, studenti, visitatori e curiosi.
Essere librai nel 2020: cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore negli ultimi anni?
Avendo lavorato in una libreria soltanto “negli ultimi anni”, non ho elementi sufficienti per rispondere esaurientemente a questa domanda. Quantomeno dal punto di vista del libraio. In qualità di lettore, viceversa, ritengo che chi legge, di questi tempi, debba avvertire e assumersi, per quanto gli è consentito, la responsabilità di divulgare ciò che ha imparato leggendo. E di farlo in maniera non convenzionale, per evitare di cadere nel paradosso dell’analfabeta.
Che bella risposta: sono d’accordo con lei. Nella sua realtà, quali sono stati i libri più venduti nel 2020?
Escludendo i libri e i periodici di argomento specifico, ossia quelli che attraggono la maggioranza della suindicata clientela, e considerando che in una libreria come la nostra la richiesta/offerta di narrativa è piuttosto bassa, sino all’ultima settimana di febbraio 2020 – da marzo a giugno l’esercizio è rimasto chiuso – direi che per la maggiore sono andate la saggistica politica, soprattutto quella legata al territorio, e le guide turistiche. Immagino che oggi le scelte siano un po’ diverse, specialmente riguardo le guide, per ovvi motivi.
Qual è per Lei il titolo che diventerà il prossimo “caso letterario”?
Per la ragione appena spiegata – la natura poco eclettica della libreria –, non sarei in grado di fornire una risposta, per così dire, rilevante. Un titolo di narrativa che ha venduto molto lo scorso inverno è stato “L’Architettrice”, di M.G. Mazzucco (Einaudi 2019). Probabilmente all’inizio per via della copertina, che strizza decisamente l’occhio alla categoria, poi, suppongo, grazie a un passaparola alquanto efficace.
Come si pone nei confronti della lettura digitale?
Per lavoro leggo in massima parte su supporto digitale ma, quando lo faccio per piacere, ho disperatamente bisogno del contatto con la carta. È una posizione certamente poco ecologica e molto banale, ma mi sento abbastanza verde e originale per permettermi questa eccezione.
Leggere pare che sia un’attività fuori moda: cosa consiglierebbe per invogliare tutti alla lettura?
Qualche mese fa avrei risposto sciorinando qualcosa tipo “chi legge vive mille vite, chi non legge ne vive una sola”. Magnifica e indiscutibile, ma secondo me oggi meno efficace di un “stiamo come stiamo perché abbiamo perso l’abitudine alla lettura: recuperiamola se vogliamo iniziare a stare meglio”.
Caro Alessio, Lei mi stupisce e mi travolge. La vedrei bene come scrittore! Detto questo, se potesse mandare un messaggio al ministro della Cultura, cosa gli direbbe o cosa gli chiederebbe?
A quest’ultima domanda non rispondo per tanti e validissimi motivi, dei quali tuttavia il principale e più valido è senz’altro la mia scarsa propensione al dialogo con un soggetto che non riconosco per quello che è o che rappresenta.
Alessio Caldini è una persona che ammiro molto: colto, preparato, sicuro di sé e incapace di esprimere ciò che non pensa veramente. Le sue parole hanno un che di sacro e sono certa di questo: se al mondo ci fossero più persone come lui, le cose andrebbero meglio.
Lunga vita a tutti gli Alessio Caldini del mondo!
Lunga vita ai librai!
Buon anno: vi auguro un felice 2021.
MICHELA TANFOGLIO