“…Aiutooo… ti prego basta… perché mi fai questo?”…
Probabilmente queste sono le ultime parole pronunciate dalla vittima al suo violento carnefice, frasi che risuonano spesso inaspettatamente nel buio di una stanza o in pieno giorno davanti agli occhi casti dei figli o dei passanti increduli …improvvisamente.
Violenza di azioni impietose, disumane che alienano alla rabbia e distruggono persino il ricordo di quel “noi” creato e permettono al malato “io” di emergere.
Violenza che annulla l’amore, lo tradisce e cancella la costruzione di esso nell’ossessione imperante della possessivita’. Interi nuclei di essenze innocenti affondano nella distruzione del dolore e delle lacrime inconsolabili.
Violenza non solo perpetuata attraverso i colpi lancinanti di una lama tagliente ma anche psicologica…infame, sottille e lenta come il cadere di una goccia costante che domina il silenzio e lo rende insopportabile.
Violenza che ha il potere di annullare il pensiero dell’altro lo rende schiavo e vittima delle paure, fino alla sottomissione di esse.
Violenza che comanda le azioni e il corpo in balìa della mente malata, accecata dalla volontà arrogante del controllo ossessivo dell’altro e lo trasforma in una squallida “proprietà” su cui sfogare le amare frustrazioni della vita e l’incapacità di amarla…fino a farla morire…
La “violenza di genere” è una terminologia largamente usata a livello istituzionale e non riguarda solo la donna ma coinvolge anche le bambine e le minorenni.
Nel 1999 le Nazioni Unite hanno deliberato che il 25 novembre venga considerato come la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e il nostro pensiero va a tutte le vittime… ma anche agli uomini di buona volontà capaci di tramandare per sempre il rispetto e l’amore per colei da cui sono nati… una donna!