Lei è Luciana. Appoggiata al vetro della finestra come una bambina imbronciata, accoglie l’alba di un altro giorno, uno di quelli che ultimamente nascono nel silenzio della vita defrauda alla regolarità dello scorrere dei ritmi e persino dei suoni a causa delle indotte restrizioni governative per contrastare il “Covid19”.
Luciana pensa e… non smette di piangere. A cosa sono serviti i sacrifici iniziati in tenera età, quelli che hanno consumato i momenti salienti della sua vita fino a privarla della giovinezza e a soffocare i desideri di una donna “normale”?
Luciana nasce in una famiglia segnata dal dolore e dalla povertà e fin da ragazzina lotta con tutte le forze per non alienarsi alla crudeltà del destino e ogni giorno sente crescere in lei una forza nuova che la sprona ad andare avanti.
Dopo la licenza media abbandona gli studi per prendere il posto di lavoro lasciato dal fratello maggiore, deceduto a causa di un incidente stradale mentre era alla guida della sua adorata moto.
Lui e la madre, prima della disgrazia, gestivano per conto terzi uno dei tanti banchi del pesce, all’interno del capannone del mercato principale, dedicato alla sola vendita dei prodotti ittici.
Luciana in breve tempo assiste alla perdita dell’ amata famiglia: prima il dolore per il padre, poi il fratello e adesso la preoccupazione per la madre caduta in una profonda depressione.
Non può godere di nessuna gioia adolescenziale, investita senza volerlo, dalla responsabilità di assumere un ruolo ben più gravoso per la sua età, quello del capofamiglia.
È una ragazza sveglia, dicono di lei, e affrontare il difficile mondo degli adulti non la spaventa, svezzata già a sei anni alla sofferenza a causa dell’abbandono improvviso del padre, fuggito con una giovane moldava e non più ritornato in famiglia, Luciana affronta la vita con un solo obiettivo, ripagare la madre per le lacrime versate e i tanti sacrifici sostenuti.
A lei vuole donare la serenità economica di cui non ha mai goduto per effimero destino.
Al mattino è già desta prima dell’ alba, prepara la colazione e il pranzo per la madre, perennemente a letto in preda al male oscuro e solo dopo, imbacuccata nel piumotto nero, si porta alla fermata del tram fino a raggiungere il mercato generale della città. Lì, al freddo e dietro un bancone, pulisce e vende pesce senza alcuna sosta fino alla chiusura, mai prima delle quattordici.
È un lavoro duro, ma ben retribuito, soprattutto da quando ha avviato un piccolo “business” che le permette di guadagnare qualcosa in più e dunque, con il consenso del datore di lavoro, distribuisce a buon prezzo, ai vari ristoratori della città, il pesce giornaliero invenduto al mercato, adoperandosi di consegnarlo personalmente ai fedeli clienti.
Per anni, ogni giorno, compie le stesse azioni, gli stessi movimenti, con gli stessi ritmi fino a perdersi nei pensieri di sempre, quelli nascosti che animano una donna tenace e caparbia, capace di sfidare con la volontà il difficile destino che le è toccato vivere.
È quasi mezza notte quando, stanca e con il corpo dolente esce dalla trattoria dove ogni sera si presta al ruolo di aiuto cuoca.
Sì, Luciana svolge anche quella mansione e tutte le fatiche, così come le immense rinunce fatte, arrivano a gratificarla alla soglia del quarantesimo compleanno e finalmente le regalano la realizzazione del sogno: un ristorante suo.
Ha impiegato anni di duro lavoro, ha sacrificato l’amore da donare a un uomo, una famiglia da formare con lui e la giovinezza, trascorsa fra il puzzo del pesce e il dovere di accudire la madre non più ritornata a sorridere alla vita fino a quell’ultima lacrima scesa un mattino in sua assenza.
Eppure, nonostante lo svilimento causato dal dolore, Luciana deve soprattutto alla madre la sua corsa inarrestabile e dunque non si ferma e continua a correre più veloce che mai, fino a materializzare ciò in cui ha sempre creduto e un bel giorno lo vede nascere nel cuore della città, al confine con le antiche mura romane e i monumenti storici, nel rione animato dalla bellezza della gioventù sparsa fra i vari tavoli all’aperto.
Ristrutturato adeguatamente con stile e armoniosamente arredato come da atavico progetto, Luciana fa della sua trattoria un luogo caratteristico e innovativo. L’idea di mangiare una buona pietanza di pesce fresco, nello stesso posto in cui lo si acquista, incuriosisce e alletta.
All’entrata del locale, infatti, adagiati sopra un banco di lucido acciaio ricoperto di ghiaccio, in una verde cornice di fresche alghe, regnano sovrani i gamberoni rossi di Mazara del Vallo, i calamari, il tonno e il pesce spada e le tante varietà di crostacei e molluschi, esibiti come perle preziose da scegliere e mangiare dopo essere stati cucinati con dedizione da Luciana stessa.
Il locale è alla portata di tutte le tasche ed è rivolto agli amanti del pesce. Le ricette sono semplici e richiamano la tradizione tipica delle regioni del Sud, prima fra tutte quella siciliana.
La trattoria ottiene un buon successo e i clienti arrivano persino dai paesi limitrofi per mangiare la pasta con le sarde, gli spaghetti con il nero delle seppie o il ragù di pesce spada che la chef orgogliosamente propone.
I traguardi raggiunti in breve tempo, rassicurano e incitano Luciana all’acquisto di un confortevole appartamento tutto per lei, ubicato all’interno di un grazioso complesso residenziale immerso nel verde, poco fuori dal caos cittadino.
È sera, Luciana avverte la solita stanchezza fisica ma stavolta è diversa e lei stessa la definisce “piacevolmente” appagante o… almeno così era fino alla chiusura autorizzata a seguito della pandemia per il Covid19 ancora in corso. Spera che il provvedimento possa essere di breve durata e a malincuore chiude la serranda del suo ristorante e si rifugia nel suo appartamento… in quarantena.
I giorni passano, le vittime del virus aumentano e con esse non solo la paura del contagio ma anche quella di vedere morire tutti i sacrifici fatti e l’ansia di non riuscire più a lavorare come accadeva prima. In un baleno la preoccupazione si trasforma in tensione e reca paura. Luciana medita sul da farsi… Ma cosa? Pensa nervosa!
Non lo sa neanche lei e intanto le immagini in TV proiettano scene inquietanti che scoraggiano e tolgono il sonno a chi come lei, deve far fronte ai troppi impegni presi con le banche, all’affitto del locale, al mutuo della casa, ai fornitori da pagare e non in ultimo ai dipendenti con figli a carico ai quali non sono ancora arrivati i sussidi promessi dallo Stato.
È notte fonda, si alza sudata in preda al panico. Piange di rabbia e con uno scatto di nervi butta il cuscino per terra. “Non può finire così” -dice a voce alta-.
I sacrifici di una vita non possono essere stati vani e con rabbia impreca contro il mal governo definito incapace e corrotto.
Al mattino presto compila l’apposita autocertificazione e si avvia al ristorante.
Il magone è forte e spezza il silenzio rendendo la scena ancora più drammatica. Gira fra i tavoli vuoti, mette a posto le sedie e spolvera persino.
È parecchio nervosa e neanche lei razionalizza il perché, a un certo punto, si ritrova a cuocere tutto il pesce che il giorno prima della chiusura, era stato frettolosamente conservato nei vari congelatori. Trascorre l’intera giornata ai fornelli fra gli aromi mescolati ad arte e divenuti deliziosi e invitanti profumi al punto da non essere più arrabbiata, non più delusa, bensì stanca e priva di energie.
E adesso cosa fare con tutte quelle pietanze cotte? Decide di porzionarle e donarle ai condomini delle rispettive scale all’interno del complesso in cui vive, allegando alle vaschette di alluminio, perfettamente sigillate, il biglietto di visita del locale e la giustificazione del gesto effettuato, come pura cordialità in un periodo carico di solitudine e paura.
Qualche giorno dopo, mentre Luciana è intenta all’ascolto dei vari telegiornali, giungono i ringraziamenti dei vicini di casa per il pensiero gradito e con essi arrivano anche le prime richieste di cibo d’asporto in previsione dell’imminente Pasqua.
Luciana, lungi dal pensare di ottenere riscontro da una semplice cordialità è commossa e non si tira indietro alla proposta.
Sorride animata da nuove idee, nuove speranze e nonostante tutto… si rialza e ricomicia nuovamente a correre!