Lei è Marialuisa e ha appena ricevuto la notizia di essere stata accettata per un dottorato di ricerca al Politecnico di Milano.

È confusa, non vorrebbe mai lasciare il suo adorato papà.

È unica figlia di un agricoltore siciliano da poco vedovo. Quest’ultimo si è sacrificato assieme alla moglie per dare degna istruzione alla figlia intelligente e volenterosa nello studio e adesso, orgoglioso, non vuole tarparle le ali per egoismo e dunque la sprona ad accettare l’incarico ottenuto. 

Marialuisa è triste, parte fiduciosa promettendo di ritornare presto, magari per insegnare presso la Cittadella Universitaria di Catania alla facoltà di Ingegneria, dove si è laureata a pieni voti. 

Trascorrono ben tre anni e Marialuisa è ancora a Milano. Ha conosciuto Emanuele, uno studente fuori corso e di lui si è innamorata. 

Il padre della ragazza, si preoccupa alla notizia ma accetta la relazione della figlia, augurandosi che possa essere una brava persona e promette di andarla a trovare appena possibile, per conoscerlo.

Marialuisa è serena. Ha un notevole successo nel suo lavoro e inoltre sente di essere ricambiata in amore. 

Rimane incinta e con grande gioia comunica la notizia al padre. Felice di avere presto un nipotino, l’uomo avanza l’idea di un possibile trasferimento per poterle stare vicino.

Marialuisa è contenta e racconta al fidanzato la proposta del padre, ossia quella di voler vendere tutto per vivere accanto a lei e soprattutto aiutarli economicamente.

Emanuele non appare sereno all’idea di conoscere il futuro suocero ed esterna timori preoccupato per la loro privacy.

In realtà il terrore del fidanzato è dovuto alla madre che non ha mai approvato la frequentazione del figlio con una “meridionale”, figuriamoci sposarla e vivere con il padre di lei accanto.

Marialuisa è all’oscuro di tutto e non si accorge dell’astio covato in silenzio dalla donna, scambiato dalla ragazza come semplice atteggiamento riservato e nulla desta il sospetto di non essere gradita, almeno fino alla progettazione del matrimonio che fornisce alla futura sposa l’occasione per valutare meglio certi comportamenti.

La scelta della location per i festeggiamenti nuziali e le immagini degli abiti bianchi, visualizzati da Marialuisa attraverso le riviste di moda, scatenano nell’animo della suocera un comportamento indisponente.

Sottoforma di scherzo la donna appella spesso la futura nuora “terrona” e “napuli” e critica i gusti della ragazza, definendoli grossolani e cafoni, “tipici del Sud”.

Marialuisa è di gran lunga educata e da vera persona per bene, finge di non comprendere e non replica mai.

È serena e guarda con positività il futuro. Il matrimonio, la gravidanza e i successi professionali raggiunti con impegno la rendono felice e tutto il resto non la disturba affatto, almeno fino a quando il fidanzato, rientrando a casa, le comunica di non essere ancora pronto mentalmente per affrontare il matrimonio e propone di non affrettare i tempi, bensì, rimandare la cerimonia magari dopo la nascita del bambino.

Marialuisa acconsente ma la scelta a cui ha dovuto sottostare le lascia l’amaro in bocca. Malessere che non esterna per paura di apparire egoista e poco sensibile alle esigenze altrui, pertanto accantona i preparativi nuziali e si concentra sulla gravidanza. 

È in ottime condizioni di salute ciò nonostante qualche volta avverte una strana inquietudine, forse, causata dall’assenza del suo fidanzato, sempre più occupato.

Emanuele dovrebbe laurearsi entro breve o almeno così racconta, pertanto Marialuisa giustifica il comportamento dell’uomo, adesso, freddo e distaccato, attribuendo la causa allo studio, fino a quando riceve l’invito dalla suocera per pranzare fuori il giorno seguente. 

Marialuisa appare entusiasta alla proposta e accetta. Alla fine del suo impegno di lavoro, si reca all’appuntamento emozionata di trascorrere un po’ di tempo con la madre del suo fidanzato, presso un delizioso ristorante lì vicino.  

Accompagnata al tavolo dal cameriere, Marialuisa vede la donna già seduta, sorseggia vino bianco.

La ragazza è ancora sorpresa dell’invito e ringrazia con gratitudine la donna, non sa ancora che da lì a poco, vedrà entrare Emanuele in compagnia di una giovane donna, un tempo sua fidanzata.

Tutto era stato studiato appositamente dalla perfida suocera, intenzionata a mettere a repentaglio la storia d’amore tra il figlio e Marialuisa, mai gradita. Persino quell’ incontro di Emanuele con l’ex, adesso sua complice, era stato architettato da lei. 

Marialuisa, sgrana gli occhi vedendo entrare in sala, il padre del suo bambino, fra l’altro in atteggiamenti affettuosi con la giovane donna.

Rimane molto male alla loro inaspettata vista ma non esterna nessun malessere e finge benevolo stupore nel vederli ma nello stesso tempo, comprende il disegno machiavellico della suocera, nell’imbarazzo totale dell’ uomo, ignaro e impossibilitato a non  prendere posto al tavolo con le sue donne. 

Marialuisa, durante il pranzo, si sforza di essere rilassata, nonostante le frecciatine ironiche  della suocera che tentano di umiliarla per le modeste origini e fino alla fine del pasto, mantiene un atteggiamento cordiale e signorile, poi, con la scusa di rientrare al lavoro, saluta i presenti ed esce dal locale. 

In realtà si avvia verso casa e lì si sfoga piangendo.

Adesso ha paura, sente di essere capitata in una famiglia non proprio alla sua altezza né per educazione né per morale e nell’associazione dei molti pensieri che adesso affollano la sua mente, riesce a comprendere la cattiveria della donna e la forte manipolazione subita dal figlio debole e vittima della madre.

La donna, parecchi anni prima, aveva perso una figlia affetta da un male incurabile e il dolore l’aveva resa disumana nei confronti di tutti, anche del figlio stesso verso cui nutriva gelosia e possesso.

Marialuisa, capitata in quella famiglia, qualche anno dopo la tragedia, subisce lo sfogo della donna e inconsapevolmente diventa sua vittima.

La vitalità e la felicità della giovane ragazza, definiti invadenti e mai accolti, forniscono l’alibi per torturare Marialuisa con infiniti dispetti e stupide offese e adesso che sta per diventare madre il rancore della donna si è intensificato al punto da generare malessere esasperato e nocivo.

Neanche il figlio era stato mai in grado di contrastare tali cattiverie, anzi giustificava e difendeva la madre sottomettendosi al suo volere, pur di compiacerla.

Marialuisa ebbe sempre rispetto per il trauma della donna dettato dal grande dolore per la mancanza della figlia, ma non era più disposta a subire altre cattiverie e ancora meno atti maleducati. Non giustificò più neanche le paure del suo uomo che mai era intervenuto per redimere la madre.

Determinata, come mai, decide di contrastare qualsiasi offesa futura. Marialuisa ha appena saputo dall’ecografista la bella notizia: aspetta una bambina!

Quella sera si sono riuniti per cenare con altri parenti e anche Marialuisa è stata invitata. Quest’ultima con entusiasmo comunica a tutti di aspettare Elena.

La madre del fidanzato al nome della nipote in arrivo, reagisce male e urla alla futura mamma di non permettersi mai più di chiamare quella “mezza meridionale che sta per nascere” con il nome della figlia e accecata dalla rabbia versa sul viso di Marialuisa un bicchiere d’acqua.

Gli ospiti rimangono in silenzio, e nessuno, neanche il marito e il figlio, osano contrastare l’insolito comportamento della donna, tranne Marialuisa che spezza la tensione creatasi dicendo che sua figlia avrebbe avuto lo stesso nome della nonna materna defunta e nessuno avrebbe potuto impedirlo. E l’avrebbe cresciuta con amore, anche senza un padre accanto. 

Marialuisa ha le lacrime agli occhi, sente di essere un’estranea fra quella gente e avverte assenza di amore, quello che invece vuole per sé stessa e la figlia.

Pertanto animata dal coraggio per la scelta immediata di andare via, guarda la donna, ancora in preda all’ira e all’orgoglio sprezzante e aggiunge: “Voglio credere che mia madre in questo momento stia prendendosi cura di tua figlia, mentre tu non sei stata in grado di provare nessuna gentilezza per la sua!” 

Marialuisa vive ad Acitrezza ha ottenuto la cattedra presso la facoltà di Ingegneria all’Università di Catania. Si è sposata con un collega, Francesco e con lui ha cresciuto Elena, ora sedicenne, nata a Catania e mai riconosciuta dal padre biologico, ha sedici anni e coccola Giulio, il fratello ancora piccolo.

In estate cenano spesso nella terrazza della loro villa, da lì si vede la spiaggia e la meraviglia dei faraglioni sempre illuminati. 

Sono una famiglia serena.

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