di Corrado Croce –
L’ Europa in epoca recente ha emesso il Codice Europeo di Etica Sportiva e sia il benvenuto.
L’Osservatore Romano cita il Dipartimento del Cardinal Ravasi che considera lo sport luogo privilegiato per fare cultura di Etica Sportiva rapportabile all’ Etica Cristiana.
Altre varie iniziative di Associazioni più o meno note promuovono processi culturali riferiti comunque all’Etica Sportiva.
Tutte queste iniziative siano benvenute, particolarmente in questo clima di competizione esasperata che in ogni settore della società produce violenza fisica e verbale.
Personalmente ritengo che sia utile e necessario parlare di Etica Sportiva, convinto che con chi pratica uno sport sia meno complicato condividere argomenti culturali, grazie anche al vigore di un fisico allenato che riporta alla memoria il famoso “Mens sana in corpore sano”.
Tuttavia mi chiedo: quali argomenti condividere? Memoria storica insegna che nei millenni si sono avvicendate diverse filosofie coniate all’occasione per interessi di vario genere. Vuoi le passeggiate dei filosofi greci per motivi didattici, dei latini per aspetti ludici, il super io Dannunziano
del periodo fascista anni 20 (poi copiato dal nazismo), per l’assistenza alla formazione fisica e morale dei ragazzi che poi sarebbero diventati i Dirigenti della Nazione. In breve ogni iniziativa è sempre stata finalizzata agli interessi di grandi o piccole organizzazioni, nazioni incluse, per migliorare il proprio avanzamento sociale e politico con ritorno di immagine. Tutto ciò fino a concepire equazioni deleterie tipo quella Tifosi-Sportivi-Danaro-Azioni, messe “in campo” dalle Soc. Sportive per intuibili ragioni economiche.
Tutto questo già di per se comporta molti dubbi sulla scelta di quali argomenti proporre in un discorso di etica a ragazzi che praticano lo Sport, ad esempio il calcio, vittime di complessi imitativi con il sogno di affermazione non solo nella scala sociale ma anche fortemente in quella economica personale.
Questo crea perplessità, ma ulteriori considerazioni dovrebbero stimolare l’interesse a capire le dinamiche e i valori dello sport prima di condannarlo come fenomeno degenerato.
Il Prof. Dino Morandi, psicologo, chiarisce che nello sport attivo, fattori predisponenti (La pratica sportiva) e fattori precipitanti, (L’uso irrazionale che si fa dello sport) , agiscono in stretta correlazione. L’ esperienza da lui maturata in circa 40 anni di pratica attiva di tipo agonistico, lo porta a considerare il grande beneficio che cultura e sport determinano grazie a quell’automatismo che si viene a creare. Lo sport chiama la cultura come necessità di crescita. La crescita è determinata da vari fattori, il più importante dei quali è legato alla naturale predisposizione dell’atleta, alla continua richiesta di accrescimento socioculturale. La limitazione alla stessa, dall’influenza genitoriale spesso diversa o contraria alla sua vocazione. In alcuni casi anche al desiderio insoddisfatto di imitazione.
Volendo estendere i concetti, ma non certo approfondirli in questa sede, ritengo che sarebbe utile non considerare etica e altro come strumenti culturali esterni allo sport da fornire a supporto. Lo sport va esso stesso considerato settore importante della cultura e sarebbe logico creare fra i vari settori della stessa una giusta comunicazione orizzontale.
Proviamo a considerare la cultura una pioggia che si riversa su una struttura a ombrello i cui spicchi, o settori, rappresentano tutte le sue espressioni compreso lo sport .
Non solo etica, quindi, ma tutte la branche della filosofia, della storia, della memoria e quant’altro ne faccia parte, la cui reciprocità di conoscenza e informazione sia proprio facilitata dallo stile comunicativo di cui sopra.
Lo sport cone scuola di valori, dunque, ma non solo per chi entra in campo e negli stadi, o nelle piscine, ma anche e specialmente chi fa parte dell’ organizzazione e controllo, non ultime le Istituzioni. Utopia? Forse si. Ma forse anche e proprio con lo sport certi errori possono essere corretti.
Quali valori? Lealtà, autostima, rispetto, civismo, sentimento di squadra, sacrificio, improvvisazione, coscienza, vittorie, sconfitte, coscienza, legalità, che inducano a comportamenti veramente Sportivi nobilitando lo Sport.
Nietzsche a un punto della sua vita decise che il suo lavoro di filosofo e docente sarebbe aumentato di valore camminando. E fu così. Il corpo in cammino fu supporto al pensiero. Quale migliore coniugazione per elevare sportivi e organizzazioni a schemi premianti per la vita.
di Corrado Croce