Correva l’anno 2020 e quella fu una notte strana, diversa dalle altre, fatta di pensieri che invasero la mente e la imprigionarono in balia di essi.
Fu una notte apparentemente muta e nel silenzio della stanza si consumarono riti e parole sussurrate. Notte che plasmò le energie positive e invocò il buon risultato.
Fu la notte dell’incontro fra i desideri e la divinazione del futuro, quello immaginario su cui ci si muove con la speranza. Notte che concluse un ciclo di vita importante. Un evento destinato a rimanere impresso per sempre nella memoria di ognuno.
Notte romantica, persino agli animi indifferenti, vissuta fra la quiete e l’inquietudine. Notte misteriosa dedicata alla meditazione che prepara a correre verso l’ignoto. Ore di attesa consumate a bere caffè e tisane, a camminare scalzi nella stanza appena illuminata; a guardare il letto vuoto e girare insonne attorno a esso, con passo incerto e lento.
Nessuno rimane indenne ai ricordi del vissuto di quella notte e nonostante lo sbiadire del tempo, essi riaffiorano prepotentemente nel cuore di ognuno. La mente richiama le goliardiche azioni compiute nella spensieratezza delle esperienze condivise, quelle che inducono a crescere, preparano alla vita e compongono i tasselli del pensiero.
Gli ideali, in quella fase sempre più definita, cominciano a radicarsi e spaziano fra il sentimento e la conoscenza acquisita. Quella notte, l’era dell’adolescenza diventa per tutti un passaggio obbigatorio e già nostalgico. Apre i confini al futuro da scoprire e tutto è da vivere.
Notte interminabile e strana. Allo scadere di essa, nulla sarà più come prima!
Anche quella notte, le promesse furono tante e gli abbracci, sottratti al calore umano, vennero sostituiti da sguardi commossi. Qualcuno, distrattamente, lasciò cadere una lacrima che poi allontanò frettolosamente con le dita e guardò l’altro, attraverso lo schermo, con il palmo della mano allargata e pronta a dare conforto.
Fu una notte insolita, coinvolgente.
Il lungo processo formativo non era ancora giunto al capolinea ma il primo raccolto era già stato superbo. Durante quel luogo cammino verso la conoscenza, la consapevolezza del dissentire dall’avere fretta potenziò i desideri di ognuno e nel dovere dello studio, forse, si sarebbero esauditi.
Notte dedicata a intere generazioni, capaci di aver lasciato il segno e trasmettere ad altri la stessa passione vissuta, gli stessi rituali condivisi e i tanti sogni da realizzare.
Fu una notte speciale anche quell’anno e seppur dettata da una magia diversa, l’emozione fu palpabile. In ognuno creò le stesse atmosfere e le medesime ansie consumate nella solitudine e nel buio della stanza in attesa del domani.
Fu la notte prima degli esami, quelli dei maturandi “venti/venti” e fu una notte da ricordare per tutti: insegnanti, genitori e soprattutto per loro.