Amici miei, lasciamo stare le chiacchiere strumentali ma vuote di contenuti concreti dei politici e parliamo seriamente: che cos’è la patria oggi come ieri se non un sentimento, un ideale da perseguire, una passione, un ambizione, un percorso sia intellettuale che pragmatico sia da manifestare che da conquistare?
Come possiamo oggi soddisfare, esprimere il nostro amor di patria se non agendo concretamente a sostegno della nostra amata quanto assai di più sofferta Italia?
Pensiamo forse che sia sufficiente mangiare e acquistare prodotti italiani, indossare magliette tricolori e farsi fare un tatuaggio sul corpo, oppure fare propri gli slogan politici che altro non sono che specchietti per allodole, anzi per …fagiani?
Niente affatto! Si deve a mio avviso fare quadrato attorno a tutto ciò che di bello e straordinario caratterizza il nostro Paese a cominciare dallo snobbare in parallelo tutto quel che al contrario, di antipatriottico, ci viene proposto e imposto dall’estero ma finanche dai mass media nazionali che vengono finanziati con soldi di aziende multinazionali e governi stranieri che fino ad oggi ci hanno usato considerandoci come clienti e non per il popolo di “santi, eroi, poeti, navigatori e trasmigratori” come eravamo un tempo e dobbiamo decidere una buona volta di tornare ad essere rialzando la testa e gonfiando il petto d’orgoglio!
Mi sbaglio? Ho torto? Esagero forse?
Dico bene o dico male quando affermo che la civiltà italiana non deve più subire alcun tipo di sottovalutazione e diminuzione dei propri valori rispetto ai disvalori che fino adesso ci hanno resi schiavi soprattutto di Strasburgo e dell’America.
Un America che è ormai precipitata nell’abisso più profondo e nero della civiltà oltre che della democrazia, riuscendo perfino ad abiurare, a tradire quelle loro virtù di un tempo che oggigiorno, cancellate dai loro leader politici, non possiamo nè più dobbiamo considerare come modello da seguire.
Com’è possibile che noi, eredi dei Cesari e di Dante, di Galileo e Garibaldi, di Marconi e Verdi, di Mazzini e Cavour, di Montale e Ungaretti ci siamo fatti culturalmente cancellare, schiacciare, fagocitare da chi come oltre oceano considera eroi e patrimonio nazionale dei vaccari? E lo dico con tutto il rispetto per chi lavora nella pastorizia, s’intende!
Siamo o non siamo noi, l’Italia, il modello virtuoso che nel dopo covid dobbiamo esportare in tutto il mondo con la nostra storia e cultura, con la nostra arte e creatività, con il nostro ingegno e la nostra umanità che nei momenti più difficili viene fuori, trionfando innanzi a tutto il resto, compresi i nostri difetti, che rispetto ad essa e paragonati alle derive negative di altri popoli e Paesi sono ben poca cosa?
Procuriamo allora di cambiare canale in tivvù di fronte ai film western che la Rai, il cosiddetto “servizio pubblico” pagato col canone continua vergognosamente a proporci.
Rifiutiamo le cosiddette “boiate americane”, e diciamo basta alla sottocultura proveniente da oltre oceano: scegliamo sia in tivvù che al cinema i film italiani, dai film dei nostri registi dal neorealismo in poi che tutto il mondo considera a ragione i maestri più luminosi, a quelli più recenti.
Leggiamo e premiamo gli autori e gli scrittori italiani; ascoltiamo, assistiamo alle mostre e ai concerti acquistando arte e musica italiana per aiutarla a crescere e svilupparsi trainando contestualmente tutto il Paese e la nostra economia!
Lo sapevi che i jazzisti italiani sono i migliori del mondo da Stefano Bollani a Enrico Rava, da Paolo Fresu a Roberto Gatto? Tanto per citarne solo alcuni…
Senza parlare poi della musica lirica e classica e del teatro per non dilungarci troppo: sono o non sono queste le uniche rivoluzioni pacifiche, fattibili e realmente concrete da cominciare in proprio senza attendersi che siano altri a fare, anzi a prometterci di fare il primo passo?
Io amo l’Italia, amo il mio Paese, tu no? E allora dimostralo fattivamente!