Sogno o prendo coscienza? La domanda echeggia da anni e non trova ancora adeguata risposta.
Da sempre l’iter di nuove elezioni induce alla speranza, quella che i cittadini affidano a chi vanta programmi risolutivi per il paese.
Ci lasciamo convincere “stagionalmente” dalle parole dei politici, quelle che rendono possibile il miracolo del cambiamento e puntano all’animo fiducioso del popolo che nel loro operato ripone fiducia.
La scena assume toni plateali ed è sempre la stessa.
Le accuse e gli apparenti litigi dei componenti dei partiti, diventano simpatici “match” da vedere negli studi televisivi. Errori fatali sottolineati e sempre appartenenti ai “precedenti governi”.
Toni serafici che incoraggiano programmi governativi nella persuasione di acclamare giustizia per tutti, con tanto di progresso finale, prima della promessa fatidica di avanzare con determinazione, facendo crollare “l’impossibilità del possibile fallimento”.
La fine dell’opportunismo politico viene platealmente annunciata e riesce a plagiare l’animo fiducioso del cittadino.
È domenica mattina quando speranzosi ci si avvia verso le urne elettorali con la convinzione di crocettare la scheda sul simbolo giusto, quello dell’onestà e della lealtà che porterà alla rinascita.
Il cittadino questa volta ha compreso e ha votato con coscienza. Sa che la politica non è solo teoria né filosofia azzardata. È quel principio morale basato su regole e azione.
La politica esalta la dignità dei cittadini, protegge il valore del rispetto e consolida la libertà di ognuno nella connessione solidale con l’altro.
A noi cittadini la possibilità di scegliere essenze capaci e determinati a lasciare il segno storico.
Ed eccoli eleganti nei loro gessati blu, sfilare sul lungo tappeto rosso. Sono commossi di gratitudine verso la comunità che nei loro “passi” sta riponendo fiducia. E mentre li ascoltiamo giurare nel rispetto della Costituzione ci inebriamo di orgoglio.
Eh no, non ci siamo affidati a “Caio o Sempronio” ma a chi ci rappresenterà con coscienza e livore! Si respira già l’immediato cambiamento andando in banca.
Quelle che un tempo venivano etichettate “usurai legalizzati” ora collaborano con il cittadino e le imprese, finalmente, non più “strozzate” da assurdi tassi. Si punta alla crescita collettiva e nessuno viene escluso.
Gli imprenditori infatti, assumono personale e la disoccupazione diminuisce sempre più. La burocrazia non è più un ostacolo deleterio e passivo, tutto è stato reso più semplice e anche al tempo è stato restituito il suo valore.
Persino l’operato del singolo dipendente adesso gode di dignitoso rispetto e non dovrà più lasciare metà del suo compenso allo Stato per pagare atavici debiti fra l’altro finalmente estinti!
Oggi si va nei teatri, al cinema e nei musei perché la cultura è parte dell’individuo e tutti ne devono godere. La scuola insegna, cresce come istituzione sempre più e valorizza gli intelletti. Li cura come vera risposta al domani che non appare più incerto.
Si respira nuova aria è vero!
I terremotati sono solo un lontano ricordo e la parola “speculazione” è caduta in disuso. “L’ospite ” che adesso sceglie di vivere nel nostro paese, accoglie la ricchezza del luogo ed è consapevole di doverne rispettare le tradizioni, non pretende più di cambiarle e non si impone neanche.
Rispetta con lo stesso sentimento che avverte “dall’alto” reso esempio di correttezza, quella che si respira nelle strutture pubbliche sempre più efficienti. Adesso anche gli ospedali sono degni di tecnologia e conoscenza e non si trema in presenza di virus sconosciuti.
La cura per la vita del cittadino è prioritaria perché paga le tasse dovute nella consapevolezza del senso civico e dunque non deve essere alienato da attese logorroiche per un esame.
È stata restituita dignità ai nostri anziani e le famiglie, ora valorizzate dalla libera scelta dell’unione, non hanno più paura di costituirsi.
Il “noi ” avanza e tutto funziona meglio. Oggi nessuno ha paura di attraversare un ponte perché il rispetto civico segue la regola della morale e nessuno si sottrae ad essi neanche per denaro. E finalmente si è più liberi, anche dal malaffare egregiamente circoscritto, punito e sempre più scoraggiato.
Impera la frase posta all’entrata dei tribunali perché adesso sì che la legge è “uguale per tutti”, non fa differenze e non trova accordi da “azzeccagarbugli”. I nostri politici, compiti e umili, hanno ribaltato le cose e hanno restituito valore alle coscienze e persino al denaro che adesso non è più sprecato inutilmente e viene adoperato per il bene della comunità, quella che avanza orgogliosa di affermare l’appartenenza al “paese bello”.
Oggi i ragazzi non aspirano a diventare famosi calciatori o tronisti e non nutrono impegno ossessivo per il proprio aspetto fisico, hanno imparato ad amarsi senza omologazione appariscente e puntano su altra fama, quella dettata dall’ammirazione per la correttezza, la crescita interiore e la cultura e da grandi vogliono appartenere alla storia.
Loro vogliono fare il “politico” anche se i loro stipendi non sono più da favola come un tempo, viaggiano senza gli autisti e sono “gente comune”, vera affidabile e soprattutto da esempio…
Quanto sarebbe meraviglioso tutto ciò? Peccato che fino a quando non potrà avverarsi non potremo assolutamente essere fieri di noi stessi e del nostro paese, ma unicamente ci limiteremo come ora e da anni ormai, chi a lamentarsi inutilmente e chi a illudersi, chi ad accontentarsi stentando per andare avanti e chi a subire ogni sorta di scempio, chi a fare il furbetto e chi a rinunciare ai propri diritti acquisiti, chi a emigrare all’estero e chi a crepare di malgoverni!