Continua dalla seconda parte. Abbiamo indebolito noi stessi la potenza che un tempo siamo stati con la produttività, creata fin dai tempi del “boom economico” il cui picco fu raggiunto durante gli anni Ottanta. Avidi di “scorciatoie” e denaro, abbiamo fornito ad altri Stati i mezzi adeguati per lo smembramento dell’industria italiana.
In pochi anni ci siamo indeboliti attraverso la vendita della maggior parte del nostro orgoglio nazionale, il “made in Italy ” e il trasferimento all’estero di parecchi marchi e dunque capitali, avviliti anche sul piano sociale a causa di un sistema burocratico sbagliato a cui non abbiamo mai posto rimedio, creando divario fra le classi sempre più impoverite dallo scarso potere d’acquisto.
La mancanza di volontà nel creare nuova impresa e di investire adeguatamente nelle menti geniali. Eccellenti giovani delusi e immotivati scelgono di emigrare con il loro potenziale a favore dello sviluppo economico di altre nazioni che credono e investono in loro.
Mai adeguatamente difesi poiché anche la nostra “Giustizia” vanta tempi impossibili e criteri non sempre adeguati agli eventi che alienano la vittima fino all’esasperazione.
Indeboliti contestualmente a livello politico ci siamo resi ridicoli nella nostra NON coesione, quella che altresì avrebbe fatto la differenza e avrebbe continuato il sacrificio dei nostri avi morti nel desiderio di una Patria unita.
E mentre usufruiremo della “bontà dei falchi” attingendo alle richieste di denaro europeo, come fosse il pozzo di San Patrizio, nello stesso tempo cederemo al loro “ricatto” poiché non saremo mai in grado di saldare il debito accumulato che altresì peserà come la “spada di Damocle” sulla testa del singolo cittadino indebolito sempre di più da maggiori tasse.
Sconfitto e rassegnato all’ incapacità di lottare per i propri diritti sempre più limitato, ognuno di noi cede alle mancate promesse e alle vane speranze, nell’arrogante pretesa di molti politici e menager statali, pretestuosi di gloriosi indennizzi, che ottengono anche, nella cornice di ponti che crollano, ospedali carenti di strutture, scuole pericolanti e aziende che chiudono battenti sfiniti dal sistema.
Non in ultimo, assistiamo alla decadenza del nostro patrimonio artistico e culturale, mai adeguatamente curato. In buona sostanza ci stiamo vendendo a chi da generazioni attende di “comprarci” urlando finalmente al cielo: “Abbiamo vinto… Ja”