Il “libero arbitrio” è la chiave di tutto. Esso non è da intendersi imposizione ricevuta da un credo esasperato e ancora meno un avvertimento nel senso minaccioso della parola, bensì una “scelta” che nel quotidiano si rinnova nelle azione di ognuno.
Sottostare alle “regole” umane della comunità cristiana non significhera’ dunque essere più o meno credente, bensì avere attuato, attraverso la sana moralità delle azioni individuali, il miracolo della “profezia divina” ossia allontanare il pericolo dell’ attrazione del “proibito ” inteso per nuocere all’altro che, da sempre, ha generato sfida e dunque lotta, spesso dannosa per l’intera umanità che non ha mai compreso l’essenza della vita stessa, sfruttando nel proprio interesse materiale, persino madre natura.
Ecco che in momenti come quello che stiamo vivendo, ci viene suggerito di fermarci a riflettere con l’elogio della testimonianza storica, da rivedere e rianalizzare come esperienza da cui finalmente trarre vantaggio per tutta l’umanità optando per una “scelta” di vita più dignitosa, rivolta all’ encomiabile rinascita della moralità, quella che abbiamo preferito non “scegliere” poiché considerata troppo ferrea nei propositi da seguire. Il falso scudo ideologico di vita
” breve e fugace” di cui ci siamo maldestramente impossessati, ha reso tale scelta, egoistica e dannosa per la comunità globale.
La morale, calpestata dal “dio denaro” e la conseguente lotta per ottenerlo, ha impedito all’ individuo di soprassedere alla convenzione del “libero arbitrio” e da molti distorto a proprio piacimento. Oggi siamo stati “chiamati” ancora una volta alla “scelta” e dunque spetta a ognuno di noi perseguire o risorgere.