L’arrivo di Zlatan Ibrahimovic ha scaldato l’ambiente rossonero. La qualità mediocre della rosa non soddisfaceva i tifosi, abituati a ben altri tipi di calciatori. Ecco che l’arrivo dello svedese riaccende la passione non solo dei tifosi, ma anche di tutto il calcio italiano.
Ma quale è adesso il vero obiettivo del Milan da qui alla fine del campionato? Ricordiamo il passato di Ibra al Milan: nell’estate del 2010, dopo il Triplete dell’Inter, solo una mossa poteva – in un colpo solo – annullare la distanza con i nerazzurri, quasi epocale.
L’acquisto del ventinovenne Zlatan Ibrahimovic che, al Barcellona, aveva dimostrato di essere un fuoriclasse, sì, ma che non era entrato nel meccanismo blaugrana del possesso palla a terra e velocità: era il tiki taka di Guardiola, di Messi una squadra invincibile, forse la migliore di sempre.
Zlatan decise di andar via per sentirsi più protagonista degli altri e scelse (di nuovo) l’Italia, dopo essere passato da Juventus e Inter. Ieri, in conferenza stampa, Ibrahimovic si è riscoperto un leader umile, e non il ragazzotto che si paragonava a Dio durante la sua esperienza ai Los Angeles Galaxy. Ha parlato della sua posizione in un Milan che versa nella pancia della classifica, posto che lui non ha mai conosciuto nella sua nobilissima carriera. “Bisogna migliorare la situazione”.
Ma per arrivare dove? Non è chiaro infatti a cosa aspiri il team di Stefano Pioli: Champions? Ritorno in Europa (League)? Salvezza? Vincere la Coppa Italia? Il primo obiettivo, la Champions, è lontana 14 punti e sembra irraggiungibile.
Per gli altri obiettivi sicuramente lo svedese sarà di grande aiuto, in attesa di capire cosa farà l’anno prossimo: appenderà gli scarpini al chiodo oppure rimarrà in rossonero?
Il rinnovo automatico con il Diavolo passa solo dai suoi gol (a proposito, quanti gol?).
Raffaele La Russa