Il caso dell’Inter, che con Handanovic infortunato sta facendo giocare Daniele Padelli, fa discutere sul valore che deve avere un portiere di riserva per essere sia utile alla causa in caso di impiego,  e non dannoso per la serenità dello spogliatoio.

La situazione di Daniele Padelli all’Inter, conferma una delle regole più crudeli del calcio: ci si ricorda del secondo portiere di una squadra, a prescindere dal suo valore, soltanto quando il primo è assente per infortunio o squalifica.

Ecco che in Italia, sul secondo portiere ci sono 2 scuole di pensiero: ci sono infatti squadre che vogliono due portieri equivalenti; altre squadre invece che preferiscono avere un portiere di valore assoluto e indiscutibile, mentre l’altro è appunto un portiere che ci si accorge di avere solo nelle necessità.

In questo articolo cercheremo di confrontare i portieri della nostra serie A.

Vedremo sia quali sono le squadre che preferiscono avere due portieri con lo stesso valore e quali sono le squadre (come l’Inter) che invece preferiscono avere il portiere di “riserva”. 

All’interno di questi macro gruppi, ci sono anche 2 microgruppi, ovvero i pari età e i portieri con grandissima esperienza.

Primo gruppo: i pari grado. Cioè portieri che per età, status, valore e promesse fatte dal club sono in competizione totale, al di là del fatto che l’allenatore utilizzi molto di più uno rispetto ad un altro. Di questa categoria fanno parte senz’altro  Meret e Ospina al Napoli, Gollini e  Sportiello all’Atalanta (pur giocando quasi sempre Gollini), Olsen e  Cragno al Cagliari.

Secondo gruppo, la grandissima esperienza:il secondo portiere in questo caso ha una carriera alle spalle, ma pur essendo ancora valido si mette a disposizione con umiltà, almeno ufficialmente. Di questa categoria fanno parte  Buffon alla Juventus,  Proto alla Lazio,  Mirante alla Roma,  Angelo Da Costa al Bologna,  Begovic al Milan (sempre stato titolare, tranne che al Chelsea) e  Pegolo al Sassuolo.

Terzo gruppo: i giovani. In questo caso il secondo portiere è un giovane che ‘deve maturare’. Ma nessuno è mai maturato stando in panchina, quindi questa è in assoluto la situazione che non giova a nessuno. A questa categoria appartengono non a caso solo 2 secondi portieri su 20:  Radunovic e  Letica, che nel Verona e nella Spal non giocano mai. 

Quarto gruppo: vere riserve. Si tratta di portieri  che per gran parte della loro carriera, ed in ogni caso nella parte più recente, hanno fatto i secondi per circostanze (un titolare troppo più bravo di loro) o scelta di vita. È la categoria del trentaquattrenne  Padelli, che titolare lo è stato soltanto al Torino, per gran parte della sua esperienza in granata. Ma anche di  Colombi al Parma (va detto che l’infortunio di Sepe e l’arrivo in prestito di Radu cambieranno le gerarchie),  Ujkani al Torino,  Terracciano alla Fiorentina,  Nicolas all’Udinese,  Seculin alla Sampdoria,  Vigorito al Lecce, Ichazo al Genoa e  Alfonso al Brescia.

Come si può notare infine, è chiaro che quasi tutti gli allenatori (ad eccezione di Gattuso nel Napoli) preferiscono avere un portiere titolare e una riserva, di medio-basso valore.

Nel caso dell’Inter, questa scelta ha portato non pochi problema nella fase cruciale del campionato: sicuramente una situazione che la dirigenza nerazzurra non aveva messo in preventivo.

Gli errori di Padelli con la Lazio e con il Milan (anche se poi l’Inter ha vinto comunque 4-2) rischiano di compromettere lo straordinario campionato della squadra di Conte.

Chissà se questa non sarà la priorità per la nuova Inter che nascerà a luglio, con magari Ionut Radu pronto ad arrivare a Milano…

Immagine: Inter.it

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