Fiorentina – Milan sarà la partita di Sabato 22 Febbraio ore 20.45 e non sarà una partita normale per Stefano Pioli, oggi tecnico del Milan.
L’allenatore lo scorso anno sedeva sulla panchina della Fiorentina, e l’inizio del 2019 fu un periodo abbastanza buio e grigio (ad eccezione dell’incredibile 7-1 rifilato alla Roma in Coppa Italia).
Un inizio anno che lo portarono alle dimissioni in aprile, dopo che la società dei Della Valle lo avevano accusato di scarsa professionalità e serietà nelle ultime partite.
Le dimissioni di Pioli furono un duro colpo per tutto l’ambiente Viola, che destabilizzato per la situazione, per poco non faceva scivolare la Fiorentina in Serie B, con Montella in panchina.
Ancora oggi infatti, giocatori come Pezzella o Milenkovic ricordano con tanto affetto Pioli, soprattutto per le molteplici vicissitudini occorse alla squadra nell’anno e mezzo di panchina del tecnico di Parma.
Pioli andò via poco prima del ritorno della semifinale di Coppa Italia con l’Atalanta (3-3 a Firenze, poi sconfitta a Bergamo con l’Aeroplanino in panchina) e il non poter essere in quella partita è stato sicuramente il suo rimpianto più grande.
Il suo rapporto con Firenze rimane indissolubile e speciale, infatti Stefano Pioli è stato prima giocatore negli anni 90 e poi allenatore come detto nel 2017 e fino ad aprile 2019.
Un rapporto d’amore che lo lega ancora, viste le sue vacanze in Versilia e suo figlio nello staff viola durante la sua permanenza a Firenze.
Le emozioni nel rientrare al Franchi saranno comunque tante, perché Pioli ci ha vissuto anche sei stagioni straordinarie da calciatore e la maglia viola se l’era cucita addosso già allora tanto da aver pianto quando se ne andò nel 1995. Come allora, il suo fu un arrivederci, tanto che appena arrivato da allenatore nel luglio 2017, volle subito festeggiare con i suoi ex compagni rimasti a vivere in Toscana, invitandone una quarantina a cena grazie anche all’aiuto di Giancarlo Antognoni che aveva ritrovato nella Fiorentina: Baiano, Bigica, Carnasciali, Di Chiara.. tanto per citarne alcuni seduti a quella tavola.
Pioli è stato anche una sorta di “psicologo” per la squadra, affrontando qualcosa di difficile da pensare e ancor meno da credere, come la morte del suo Capitano Davide Astori. Il centro sportivo e lo stare insieme diventò uno dei punti di forza e di salvezza della squadra, visto che giocatori e staff avevano vissuto un autentico shock quel 4 marzo 2018.
Lui si tatuò le iniziali di Davide sul braccio e resteranno lì per sempre, come il ricordo del difensore scomparso a soli 31 anni in una camera di albergo nel ritiro prima della partita contro l’Udinese.
Pioli in questi due anni circa si è distinto anche per la solidarietà: era diventato testimonial dell’ATT sposando i progetti dell’associazione che aiuta a domicilio i malati di cancro così come aveva fatto con la Fondazione Tommasino Bacciotti, presenziando a tutti gli eventi.
E’ evidente che Stefano avrebbe immaginato un finale diverso a Firenze, ma il rancore non fa parte del suo carattere e di sicuro al Franchi entrerà sorridendo e sarà applaudito da tutto lo stadio che ricorderà sempre il suo animo da Gentiluomo.
Yy Immagine: Virgiliosport