Francesco Fiore, classe 1961, è il figlio maggiore di Giuseppe, campione scudettato della Lazio Baseball nel 1955. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua esperienza tra le fila della Lazio Baseball che si è protratta dai primi anni Settanta al 1990 per poi interrompersi quando da quell’anno l’interesse ed il sostegno verso il baseball cominciò a calare fino a precipitare ad oggi quasi del tutto in un abisso che non conosce fondo.
“Per quanto riguarda il mio approccio al baseball posso dire che non fu proprio casuale. In casa trovai del vecchio materiale, come un vecchio guantone da prima base, un guanto da ricevitore una divisa degli anni dello scudetto ed un vecchio sacco per l’attrezzatura o l’abbigliamento. Fu cosi che incuriosito da questo sport cominciai a divertirmi in strada utilizzando inizialmente una vecchia pallina da tennis perché sprovvisto della classica pallina da baseball.
Passavo ore lanciando la pallina contro un muro condominiale non avendo nessuno con cui scambiare assieme dei lanci.
Fino a quando convinsi anche mio fratello Paolo a condividere quei momenti. Mio padre, che io ricordi, non mi ha mai incentivato o spronato a praticare lo sport che per anni aveva praticato. Onestamente non mi ha mai detto per quale ragione. Probabilmente perché dopo un periodo certamente entusiasmante per questo sport pian piano si accorse che l’interesse tra la gente per il baseball calava sempre di più a favore del calcio, lasciandosi alle spalle solo dei piacevoli ricordi di gioventù.
Nonostante tutto non mi feci condizionare del suo mancato interesse. Fu mia madre che pur di toglierci dalla strada si interesso affinché si trovasse una società sportiva che ci permettesse di praticare il baseball.
Quella società fu la Lazio Baseball e fu cosi che inizio la carriera agonistica intorno agli anni settanta. Se non ricordo male avevo undici anni e mio fratello che aveva tre anni di meno dopo un periodo di indecisione se dedicarsi al calcio oppure seguire me decise anche lui di far parte della società sportiva Lazio.
Entrammo da subito a far parte della categoria allievi con a capo come allenatore Michelangelo Minervini che dedicava tutto se stesso al settore giovanile.
Furono anni molto belli. Io e mio fratello negli anni a seguire disputammo diversi campionati in diverse categorie. A quel punto mio padre non poté far finta di nulla ed un giorno accompagnadoci ad uno dei tanti allenamenti ebbe modo di incontrare alcuni suoi vecchi compagni di squadra come ad esempio Giulio Glorioso il quale gli chiese di dare una mano all’interno della società.
Fu cosi fino agli anni novanta in un tempo in cui il baseball romano godeva ancora di molti praticanti ed appassionati tant’è che gli sponsor non mancavano e contribuivano a rendere il baseball sempre più visibile. Con il passare degli anni pian piano l’interesse però andò sempre più calando e con esso gli sponsor.
Personalmente posso dire che dal punto di vista sportivo credo di aver vissuto un bel periodo. Ricordo ancora quando Giulio Glorioso, vedendo in me una giovane promessa, durante un allenamento mi venne incontro sul monte di lancio con in mano il suo guanto personale di colore rosso che si sfilo dalla mano e me lo regalò.
Avevo sedici anni e facevo parte della categoria juniores, poi arrivò il provino per entrare nella categoria maggiore e non ero più nella pelle per l’emozione.
Fu un provino fantastico che mi permise di debuttare sul monte di lancio a Bologna. Poi, improvvisamente, la retrocessione nelle categorie inferiori per motivi economici fino alla serie C.
Molti dei miei compagni preferirono lasciare la S.S. Lazio Baseball pur di non disputare campionati inferiori e entrarono a far parte di altri club, io invece rimasi fedele sempre alla Lazio e tra mille sacrifici insieme a compagni di squadra vecchi e nuovi riuscimmo a risalire di categoria passando dalla serie C alla serie B e li ci fermammo anche perché nel corso degli anni l’interesse ed il sostegno verso questo sport calava sempre di più e con esse anche le motivazioni”.
Grazie Francesco!
(Nella fotografia Francesco Fiore indossa la casacca originale di Giuseppe relativa allo scudetto del 1955)