Franco Ceravolo: ” Ecco come è cambiato il ruolo del procuratore sportivo. Ronaldo poteva arrivare alla Juve a 16 anni” Il noto procuratore sportivo Franco Ceravolo è intervenuto a margine del Convegno di Diritto Sportivo organizzato al Dipartimento di Giurisprudenza all’Università di Roma Tre.
Ecco alcune sue dichiarazioni:
- È cambiato il mestiere di procuratore sportivo?
Qualche anno fa c’era la figura dell’intermediario, oggi il procuratore ha preso sempre più piede nel mondo del calcio. Nel calcio ci sono tante persone che vogliono entrare in questo contesto di lavoro, ma non è semplice. Su 1000 procuratori, ce ne sono 9500 che muoiono di fame.
Bisogna conoscere la materia, capire quello che si vuole fare. Oggi a certi livelli un calciatore deve essere assistito da un professionista..
Assistere un campione di prima fascia significa essere assistito anche nelle problematiche familiari. A volte l’atleta viene consigliato male dal suo procuratore e la sua carriera può cambiare.
Ci sono calciatori che si fanno assistere per dieci anni da persone a loro vicine e poi arrivate ad una certa età, dove il calciatore si fa strada e diventa un campione importante, poi entra in un business di concorrenza anche di procuratori.
La società di calcio oggi è una azienda e quindi occorre che ci siano professionisti della materia all’altezza.
- Cosa significa essere un ds nei club così importanti?
Talvolta i ruoli all’interno della società di calcio si fondono con altri: magari c’è il direttore generale che si vuole occupare del ruolo di direttore sportivo e viceversa. Invece ognuno deve fare il proprio ruolo.
Oggi è più importante la squadra che sta dietro al campo e non quella che scende in campo. È importante avere una dirigenza molto forte dietro al campo.
- Come nasce una procura?
Quando ero alla Juventus venivano i calciatori di 14-15 anni e mi chiedevano pareri su quali procuratori consigliare per i loro figli.
Io dicevo loro che i figli dovevano prima studiare, che il calcio è un mondo aleatorio dove non tutti diventano calciatori.
I genitori sono convinti che il procuratore può far diventare importante i loro figli come calciatori. In realtà sono i calciatori che cercano i procuratori; è chiaro che poi quando si arriva ad una certa età c’è molta concorrenza.
Un procuratore va nei campi dilettantistici e giovanili: prima i ragazzini venivano trovati nelle scuole calcio, oggi sono già protagonisti nelle nazionali.
La cosa più importante che deve venire prima nel talento è la costanza nello studio, mentre molti calciatori giovani si lasciano condizionare da pressioni esterne e si concentrano su alto. È importante che ci sia un gruppo di persone attorno al procuratore, come il talent scout, mentre il procuratore può anche non capire niente di calcio.
- Quanto è Importante il ruolo del direttore sportivo in serie A alla luce delle nuove proprietà straniere?
Il ds è scelto dalla società. Io ho avuto la fortuna di lavorare in società molto organizzate dove la formazione veniva dopo. Chi sbagliava veniva mandato via. L’Inter ha scelto dirigenti capaci così come ha fatto la Juventus e i risultati si vedono.
Ci sono società che non riescono ad avere una struttura tale da poter dare soddisfazione ai propri tifosi. Una volta assunto il direttore sportivo deve occuparsi del mercato, e del team sportivo.
Il direttore generale invece deve occuparsi dell’organizzazione dell’azienda e curare gli interessi come lo stadio nuovo, lo sponsor…
- È giusto rendere il calcio professionismo e aprirlo alle donne?
Io fino a qualche anno fa ero un po’ pessimista sul calcio femminile, invece devo dire che c’è stata una evoluzione importante, con risultati importanti ottenuti anche dalla Nazionale. Si stanno creando i presupposti per rendere il calcio femminile professionistico.
Fino a qualche anno fa c’erano solo rimborsi spese, invece adesso tante squadre stanno formando calciatrici femminili professionistici con le nuove squadre. Ora sponsor e stadi pieni fanno in modo che il calcio femminile possa diventare vantaggioso.
Sarà importante vedere le bambine nelle scuole calcio iniziare questo percorso come i maschi e vedere dove arriveremo nei prossimi anni.
- Come si scopre un talento di periferia?
Il fenomeno si vede da solo, il diamante grezzo è un altro.
Tanti anni fa io avevo diversi osservatori sparsi per il mondo, oggi con queste strutture, si riesce in tempo reale a vedere tante partite e si fanno subito delle scremature, che significa anche far risparmiare le squadre di calcio un po’ di soldi.
Mandavo i miei osservatori nei campi di periferia a 400-500 km per vedere i ragazzini. E’ importante anche il carattere, prima del talento, altrimenti si fa danno alla società.
Io sono andato diversi anni in Brasile a prendere dei calciatori, poi ho visto che erano molto forti ma non avevano carattere perché la sera si andavano a ubriacarsi.
La cosa più difficile per un procuratore è scegliere i giocatori per capire se crescendo migliora o peggiora.
Io ho preso Nocerino dalla Campania, non era veloce ma faceva viaggiare la palla. Io l’ho preferito a tanti altri calciatori. L’ho portato alla Juventus e dovevamo decidere se mandarlo a casa o tenerlo. Alla fine sappiamo tutti che calciatore è diventato Nocerino
- Le migliori squadre lavorano solo con gli stessi procuratori, quindi il mercato è davvero libero?
Alcune società hanno rapporti importanti con procuratori importanti. Proporre un calciatore affermato aiuta il procuratore con le squadre di calcio. È il calciatore che fa diventare importante il procuratore.
In Sudamerica capisci se puoi arrivare ad un calciatore importante se riesci a guadagnarti la fiducia e il rispetto della famiglia. E’ importante che il procuratore arrivi prima degli altri ma poi è il calciatore che decide.
Tutte le squadre hanno 3-4 gruppi di procuratori.
I miei osservatori mi avevano segnalato Cassano quando aveva 13 anni e giocava a Bari. Io non potevo portare alla Juve un giocatore così giovane da Bari. Poi Cassano è rimasto sempre con Bozzo perché aveva instaurato un rapporto famigliare. Cassano poi non lo ha mai lasciato.
E’ comunque difficile raggiungere grandi squadre se sei un procuratore alle prime armi.
- Come funziona il mercato in uscita?
Ci sono giocatori in esubero che pesano nei bilanci delle società. E’ importante il rapporto tra il procuratore e il direttore sportivo: chi ha meno mercato è più difficile da piazzare.
- Quale ruolo l’ha appassionata di più?
Mi piace scoprire i calciatori nei campi di periferia. Ho iniziato la carriera quando ho finito di giocare a calcio con il Napoli. A Napoli mi dicevano: “ Se hai qualche giocatore bravo in Calabria portalo qui” e così è nata questa passione.
Ho avuto fortuna ma sono stato anche bravo: alla Juventus potevano arrivare Cristiano Ronaldo e Stankovic quando avevano 16 anni. Avevo la passione di arrivare prima degli altri e scoprire i talenti.
Foto: momentidicalcio.com