Stadio Olimpico di Roma, 31 luglio 2019. Nel corso di una conferenza stampa congiunta la Società Sportiva Lazio e l’Università Telematica Internazionale Uninettuno hanno annunciato la nascita della prima “Scuola di Formazione Post Carriera S.S. Lazio Settore Giovanile e Squadra Femminile”.

UNA GIORNATA CHE PER LA LAZIO e il CALCIO italiano POSSIAMO DEFINIRE STORICA che è stata introdotta e moderata da Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione biancoceleste.

Obiettivo principale e sostanziale del progetto, il primo in assoluto nel calcio italiano, affrontare la fase critica del ritiro una volta terminata la carriera sportiva.

Le statistiche indicano che meno del 45% dei ragazzi coinvolti nelle società calcistiche riesce a diventare un calciatore professionista, mentre in Italia il settore femminile non è attualmente riconosciuto in ambito professionistico.

Mentre nella Premier League inglese oltre il 40% degli ex calciatori va in bancarotta entro i primi 5 anni dalla fine della propria carriera agonistica (fonte BBC).

L’intervento della dott.ssa Anna Maria Nastri, componente dello staff del presidente Lotito e ideatrice del progetto:

Grazie alla lungimiranza e alla sensibilità del presidente Lotito e al concreto ausilio dei nostri preziosi partner questo progetto favorirà la crescita del settore giovanile sopratutto da un punto di vista di formazione culturale e professionale post sportiva.

Del resto alla Lazio siamo una famiglia e come tale ci preoccupiamo di seguire e indirizzare i nostri atleti fin dalla giovane età all’età adulta, favorendo una loro inclusione sociale nel mondo del lavoro e non esclusivamente in ambito prettamente sportivo.

Infatti ci siamo posti il problema di cosa faranno i nostri atleti dopo la carriera calcistica, con una particolare attenzione per le calciatrici donne che non essendo riconosciute come professioniste rischiano di trovarsi un giorno, come si suole dire, senza arte nè parte.

Ci auguriamo che l’iniziativa possa essere funzionale ai nostri obiettivi anche da un punto di vista etico e morale

Queste le dichiarazioni della dott.ssa Maria Amata Garito, Rettore UNINETTUNO:

L’Università Uninettuno vuole sostenere la professionalizzazione delle atlete calciatrici della squadra femminile della S.S. Lazio, per consentire loro di frequentare a distanza il nuovo Master in “Applied Sports Performance”.

La nascita di questo progetto è in linea con la missione che ha sempre portato avanti la nostra Università: quella di democratizzare l’accesso al sapere, portando l’Università nelle case di tutti.

Questo Master è realizzato in collaborazione con i professionisti Adrian Lamb (Head of High Performance Coach di diverse squadre della Premier League Inglese e fondatore della Pilars of Performance) e Michael Clegg (ex calciatore del Manchester United, allievo di Sir Alex Ferguson, oggi capo preparatore atletico della prima squadra del Manchester United e fondatore della Società di coaching Seed of Speed).

Il valore aggiunto di un progetto con UNINETTUNO è anche quello di permettere ai giovani calciatori di far parte di una community internazionale di oltre 20mila studenti che provengono da 167 diversi Paesi del mondo, e docenti che provengono dalle migliori Università del mondo

Mauro Bianchessi, responsabile settore giovanile della Lazio:

Iniziativa unica in Italia che coinvolge circa 1000 persone tra uomini e donne, delle quali 513 atleti, 96 allenatori e preparatori atletici e 62 tra dirigenti e accompagnatori, questo progetto voluto fortemente dal presidente Lotito e ideato dalla dott.ssa Nastri, è in sintesi un’apertura verso un futuro a tutto tondo verso i nostri i nostri atleti, affinchè possano potenzialmente affacciarsi un domani a divenire parte integrante e attiva del calcio italiano

Tommaso Rocchi, ex attaccante della Lazio, ha iniziato nel 2016 la carriera di allenatore nelle giovanili della Lazio, chiamato a guidare la squadra Giovanissimi Provinciali Fascia B delle Aquile, mentre la stagione successiva viene promosso su quella dell’Under-15 biancoceleste. Continua la sua esperienza nel vivaio laziale guidando la categoria Under-14 e poi di nuovo l’Under-15.

Questo il suo intervento:

Il calcio va vissuto come un divertimento, ma deve essere a mio avviso abbinato al giorno d’oggi a un qualcosa in più oltre al mero aspetto sportivo.

Deve diventare una esperienza di vita in grado di far crescere gli atleti sotto ogni punto di vista. Il calcio insegna i valori, il rispetto per le regole, la forza del gruppo e dello stare insieme per aiutarsi ad affrontare le difficoltà anche riguardanti una vita che per molti giovani sta diventando sempre più difficile.

La formazione non solo atletica e sportiva ma anche culturale assume da oggi per tutti noi e noi ragazzi e ragazze un aspetto primario. So bene cosa significa lasciare la propria famiglia e la città in cui si è nati per coltivare una passione e il sogno di diventare calciatori.

Ma so bene che non sempre i sogni si realizzano e che per sognare occorre restare desti e darsi da fare senza tralasciare nulla. Infatti mentre giocavo a pallone da ragazzino anche studiavo per prepararmi al futuro comunque fosse andata nel calcio. E questo atteggiamento mi ha aiutato a crescere anche mentalmente.

Questo progetto riveste quindi una importanza assoluta, perché preparerà i nostri ragazzi ad affrontare la vita reale post agonistica e ogni difficoltà come con la stessa grinta e voglia di vincere una partita.

Dichiarazioni rilasciate in esclusiva ai nostri microfoni dal presidente della Lazio Claudio Lotito a conclusione degli interventi:

LA LAZIO È STATA LA PRIMA SOCIETÀ SPORTIVA A PORTARE IL CALCIO A ROMA; LA PRIMA SOCIETÀ SPORTIVA ITALIANA AD ESSERE INSIGNITA DEL COLLARE D’ORO AL MERITO SPORTIVO; LA PRIMA SOCIETÀ CALCISTICA ITALIANA A ENTRARE IN BORSA; LA PRIMA SOCIETÀ SPORTIVA ITALIANA A PARTECIPARE AI PROGETTI EUROPEI; LA PRIMA SOCIETÀ SPORTIVA A CONCRETIZZARE IL BINOMIO SPORT E CULTURA.

TUTTAVIA presidente, la sua unica colpa, se così possiamo chiamarla, è quella di vedere oltre le apparenze, l’orizzonte e il tempo, INFATTI STA RIUSCENDO TRA gli altri innegabili e evidenti suoi meriti AD ABBATTERE SE COSÌ SI PUÒ DIRE anche QUELLA SORTA DI REGOLA NATURALE CHE ATTESTA CHE NESSUNO È PROFETA IN PATRIA.

IL LAVORO E I SACRIFICI RIPAGANO SEMPRE NELL’ARCO DEL TEMPO. Quando il 19 luglio del 2004 ho preso la Lazio aveva un bilancio di 84 milioni a fronte di un indebitamento pari a 86,550.

A chi tra i giornalisti mi chiedeva all’epoca delle scadenze risposi che in tre anni l’avrei portata dal coma irreversibile in cui giaceva al coma reversibile e oggi, trascorsi quindici anni dopo, possiamo ben vantarci di avere oltre ai trofei che abbiamo vinto e collocato in bacheca in bella mostra, un bilancio in attivo che è secondo soltanto a quello della Juventus. E ci siamo riusciti senza fare debiti, tanto che oggi siamo liberi e indipendenti da tutti e da tutto.

Ciò significa che le idee, l’organizzazione e i nostri progetti hanno avuto ottimo seguito. Pensando a Tommaso Rocchi, qui presente, noi puntiamo sulla qualità delle persone, così come abbiamo fatto con lui, col mister Simone Inzaghi e con nostro direttore sportivo Igli Tare che in Europa e in Italia un po’ tutti ci invidiano e vorrebbero avere con loro.

Noi, sulla strada già intrapresa vogliamo continuare a lavorare per creare le condizioni di una crescita non solo della società ma anche dei nostri atleti, dirigenti e collaboratori.

Allenare il corpo, ma anche la mente e lo spirito favorendo come nel progetto che oggi stiamo presentando l’INCLUSIONE SOCIALE PER MEZZO DELLO STUDIO, della FORMAZIONE e dell’avviamento al mondo del LAVORO, è una caratteristica distintiva della Lazio che in tal modo onora e rende concreti quei valori non solo ideali ma filosofici che i nostri Padri fondatori hanno espresso loro stessi dando vita alla Lazio e hanno voluto trasmettere a noi di oggi e di ogni tempo con le loro azioni ed esempi.

In una famiglia, in fin dei conti, se un padre non da l’esempio concreto ai propri figli c’è forse qualche insegnamento o valore che potrà loro trasmettere?

Io svolgo questo ruolo se vogliamo di paternità, ma non paternalista, con entusiasmo e sentimento, coltivando e esprimendo passioni comuni sia ai nostri tifosi che a tutti gli appartenenti al mondo Lazio, sentendo e facendo mio l’alto compito di preservare e tramandare quei valori umanistici, etici e sportivi che storicamente ci sono propri.

Il progetto della Scuola di Formazione Post Carriera lo ritengo dunque un tassello importante in tal senso e sta a indicare concretamente che non siamo soltanto una squadra di calcio che ambisce ai massimi risultati in campionato e in Europa, ma che vieppiù siamo diventati un riferimento certo per i nostri ragazzi, che intendiamo valorizzare umanisticamente parlando e formare dotandoli degli strumenti idonei alla persona prima che all’atleta, fino a farli diventare uomini e donne che da grandi potranno farsi valere con comportamenti sani, professionali e civici che daranno lustro non solo alla Lazio ma all’intero Paese.

Certo, l’aspetto economico è importante per tutti, ma nella vita degli atleti, che naturalmente non diventeranno tutti dei campioni strapagati, non deve essere secondo me l’unico obiettivo da perseguire, se non rischiando di fargli perdere sia umanità che la spiritualità.

Noi siamo la Lazio, e eredi di una tradizione ultracentenaria, dobbiamo distinguerci e dare il buon esempio non solo sul campo ma nella vita di tutti i giorni, impegnandoci nella società civile italiana che in crisi di valori etici e morali ha bisogno di essere sostenuta e supportata da persone perbene e di alto valore umano e umanistico, quali su tutti umiltà e sacrificio, rispetto e merito, appartenenza e fratellanza.

Noi questo vogliamo insegnare, oltre al valore dell’unirsi per fare squadra dove ognuno gioca nel ruolo che gli è più consono. Infatti se è vero che parlando di calcio devi fare goal per vincere le partite, lo è altrettanto che senza i magazzinieri, lo staff medico e il procuratore atletico, chi potrebbe entrare in campo a giocare?

Secondo poi, essere indipendenti vuol dire per noi poter scegliere il proprio destino acquisendo in questo modo la libertà, ma una libertà responsabile e autoconsapevole.

Noi liberi e indipendenti dai condizionamenti lo siamo diventati e vogliamo insegnare a tutti gli altri a diventarlo altrettanto.

La nostra fierezza e il nostro orgoglio sono ben rappresentati dal nostro simbolo: l’aquila reale, e la nostra massima ambizione per un futuro a medio e lungo termine è di arrivare a dettare le linee strategiche, gli indirizzi virtuosi a tutto il mondo del calcio; regole e indirizzi che noi per primi abbiamo stabilito e applicato a noi stessi in base ai valori che ci contraddistinguono da tutte le altre società sportive.

Ma per farlo abbiamo bisogno del supporto da parte di tutti, in special modo dai nostri tifosi che dovrebbero sentirsi gratificati e ancor più onorati di far parte del mondo Lazio, ma in special misura, di poterci fornire il loro preziosissimo contributo in termini di amore e stima che ci auguriamo di conquistare da una parte e di mantenere dall’altra anche grazie a progetti come questo di cui ringrazio la dott.ssa Anna Maria Nastri, i nostri partners, la Banca Igea e tutti i nostri collaboratori

GRAZIE PRESIDENTE.

“Grazie a lei”

STEFANO LESTI

(Fotografie di Stefano Lesti)

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