Daniele De Rossi, 18 anni di carriera nella sua squadra del cuore, la Roma, adesso alla ricerca di sistemazione dopo che la proprietà degli americani gli ha dato il benservito. Le alternative non sono mancate in questi ultimi mesi: la Fiorentina, la Sampdoria, il Milan, la Nazionale… e infine il Boca Juniors di Burdisso, suo grande amico sin dai tempi dell’esperienza capitolina.
Dopo i tanti rimpianti per non aver concluso la carriera in giallorosso, l’ex Capitan Futuro sembra aver trovato la soluzione: a breve accetterà l’invito di Burdisso e volerà in Argentina, per giocare presumibilmente un altro anno.
I motivi per il quale De Rossi ha accettato il Boca sono presto detti: non se la sentiva di ritirarsi adesso (ragion per cui ha rifiutato la corte di Mancini in Nazionale come assistente o come allenatore delle giovanili); non voleva indossare in Italia una maglia diversa da quella indossata per quasi 20 anni in giallorosso. In questo senso si può capire il rifiuto verso Sampdoria, Milan e soprattutto la Fiorentina di Montella e Pradè, sui amici da sempre.
Ecco perché l’Argentina e il Boca Juniors è la scelta migliore per De Rossi, sulla scia di quanto accaduto a grandi calciatori del passato come Del Piero, che dopo una vita alla Juventus ha scelto di andare in Australia, o come Gerrard, che è volato negli Stati Uniti dopo essere stato una bandiera del Liverpool.
Daniele ha scelto un campionato comunque competitivo, e non un posto esotico dove andare a svernare guadagnando milioni al mese. Ha scelto di iniziare una nuova sfida, con la grinta che lo ha da sempre contraddistinto
Daniele De Rossi ha scelto il Boca Juniors, convinto dall’amico Burdisso, per il desiderio di scoprire un calcio in cui sa di potersi calare perfettamente. Il fascino xeneize della squadra in cui hanno giocato – oltre a tanti mostri sacri del fútbol – Maradona, Palermo e Riquelme.
Non cerca trofei, ma emozioni e passione. E la Bombonera, con quella mistica che si respira in pochissimi stadi al mondo, sembra proprio il posto giusto. De Rossi cerca un’esperienza di vita che possa incidere anche sul suo futuro, qualcosa che lo prepari a una carriera da allenatore e arricchisca le sua conoscenze.
L’Argentina, dove hanno insegnato calcio alcuni dei migliori tecnici della storia, è il posto giusto.
Nessuno stipendio irresistibile, nessun contratto faraonico. DDR dovrebbe guadagnare 500mila euro in otto mesi. Ma non saranno i soldi a fare la differenza: è una questione di stimoli. E lui ha dimostrato di averne ancora molti.
Sempre che non cambi (ancora) idea…
Raffaele La Russa