Quattro chiacchiere in amicizia in un giorno di relativo relax dagli impegni di lavoro. Se è realistico sperare che “la bellezza salverà il mondo”, ne consegue per la mia parte che la bellezza non può essere che personificata dalla donna, pertanto ti parlo di donne.
Spesso mi si accusa di idealizzarle troppo le donne, ma che c’è di male, rispondo io..
Questo mio è un cuor di fanciullo e come Giacomino Leopardi anche io amo perdermi e talvolta naufragare in un meraviglioso mare: cosa c’è di più bello in natura e nell’universo di cui parlare e scrivere delle donne? Si, l’amore, certo, ma vuoi mettere le donne? E poi, di mio, parlare di donne e parlare d’amore si equivale. Sono entrato nel tunnel da ragazzo, sui sedici anni, e ancora non ne sono uscito del tutto.
Vederle passeggiare a coppie con passo affrettato ma elegante come stamattina, quando ho ammirato due assistenti di volo in transito all’aeroporto, tanto per fare un esempio, mi fa sognare da sempre, al pari di vedere due ballerine danzare su ritmi e melodie mediorientali. Amo le sensazioni di divinazione di cui ogni tanto cado preda davanti a certi spettacoli della natura.
Che male c’è nel perdersi in una immagine che diventa sogno e ti ispira pensieri alati? La mia amata compagna a volte sopporta, a volte meno, anzi, mena.. Ahahah Ma anche a lei dico che con gli occhi e con i pensieri non compio nulla di male. Certo, altri amici mi dicono: soffrirai molto e avrai sofferto, resterai ancora deluso e molte volte per questo tuo essere. Non sarebbe forse meglio per te vedere le cose come siano in realtà, piuttosto che illuderti e poi ritornare con i piedi per terra sbattendo talvolta di brutto? E perchè, rispondo io..
Dopo tanti anni di sofferenze e delusioni, che personalmente ritengo essere state insegnamenti sapienziali, oramai ho imparato molto, talvolta anche cadendo e facendomi assai male.. ma ogni volta rialzandomi più forte e consapevole, sopratutto nell’aver imparato a ringraziare non tanto i successi, quanto ancor di più le cicatrici che mi porto addosso.
Come una mappa, un tatuaggio a perenne ricordo del mio pellegrinare, dell’andare e del divenire nel mistero femminile che da sempre mi affascina. Le cicatrici che indossiamo sono un po come le tappe di una sorta di viaggio tracciato da simboliche molliche di pane, anzi, di pene e di dolori, lasciate lungo quello che per me è stato un istintivo cammino alla ricerca dell’ignoto, ossia per noi maschietti, l’universo femminile.
Oramai che sono arrivato a casa base so anche io come i più grandi filosofi di “non sapere” e forse è questa certezza esatta che mi consente per non penare più, ma sopratutto, potendo scegliere, mi obbliga in qualche modo a continuare a idealizzare, dico a volare alto e poi a schiantarmi piuttosto che non volare affatto per paura.
Per quanto mi riguarda, per essere scrittori, prima bisogna essere stati come lavagne vuote su cui la vita abbia scritto sopra qualcosa di importante che ti fosse rimasto impresso dentro l’anima come marchiato a fuoco vivo.
Cosi al giorno d’oggi dopo tanto vagare posso dire che alla fine del lungo tragitto sia arrivato a una nuova meta che anticipa in qualche modo ciò che verrà un giorno in cui questa necessità divenuta per me virtù mi consentirà di raccontare a chi volesse conoscerli i miei sogni, sogni a occhi aperti che mi schiudono già in terra le porte del paradiso vivendo la piacevole sensazione che provo nel condividerli pubblicamente con chi non sogna più o ha smesso di farlo.
Alle donne devo tutto ciò sono, alle donne rivolgo tutto ciò che faccio e che farò: vivrò, sognerò, piangerò e riderò, scriverò, suonerò, amerò e a loro canterò le mie lodi e alla loro bellezza con uno sguardo e un pensiero platonico d’amore che sempre rivolgerò alla parte per me essenziale della bellezza complessiva del mondo.
Dedicato a tutte coloro senza il quale apporto in termini di sensibilità e emotività questa umanità attuale non avrà alcun futuro migliore di questo presente tetro, freddo e disumano in cui sono sfruttate, strumentalizzate e offese nella loro stessa dignità umana in ogni ambiente, compresso dalle istituzioni e dai mass media, ipocriti e complici strumenti di un sistema mondiale medievale che prima o poi qualcuno o qualcuna dovrà necessariamente distruggere per poterne ricreare uno senz’altro più al femminile, quindi assolutamente più umano e lucente di questo attuale.
Forza ragazze!
Immagine: statua di Amore e Psiche presso Ostia Antica Scavi. Fotografia di Stefano Lesti