La redazione di Sport 12 ha contattato l’ex Viola Daniele Amerini, per un punto sulla Fiorentina.
Ecco le sue parole:
Situazione Muriel: la Fiorentina ha scelto di non riscattare e il colombiano andrà all’Atalanta. Secondo lei i Viola hanno fatto la scelta giusta?
Non è un giocatore predisposto al gioco di Montella, ma è un giocatore che se sta bene fa la differenza. Vive di picchi e rendimenti alti. Quando riuscirà a rimanere su alti standard diventerà un top player.
A Firenze ha iniziato bene ma poi si è spento alla lunga.
Come ha vissuto questo finale di campionato della Fiorentina?
I valori della rosa erano bassi, non da Europa, anche se non erano da zona retrocessione. Il centrocampo viola era uno dei più scarsi qualitativamente della Serie A. Si sono fatti vari errori nelle scelte. Con il senno del poi Pioli era da tenere ma l’importante è stato salvarsi e ripartire con grande entusiasmo con l’arrivo della nuova società.
Veretout sembra in uscita, destinazione Napoli o Milan. Nella trattativa con i rossoneri potrebbe rientrare Cutrone. Può realizzarsi secondo Lei?
Veretout è un giocatore sacrificabile. Non è un calciatore che sposta gli equilibri. Milan e Napoli sarebbero squadre dove farebbe il rincalzo. Non lo vedo nel centro del centrocampo del Napoli.
Il primo anno a Firenze ha fatto benissimo, poi il secondo è calato. Ha buona combinazione tra qualità e quantità.
Parlando della nuova società: è arrivato Commisso, è tornato Pradè ed è andato via Corvino. Lei come giudica questi due cicli di Corvino, prima con Prandelli e poi con Pioli?
Bisogna differenziare tra le due cose. Il primo ciclo è stato denso di entusiasmo e di investimenti da parte dei Della Valle, e i risultati sono arrivati insieme ad ottimi acquisti e anche qualche flop, che è una cosa normale per qualsiasi direttore sportivo.
Il secondo ciclo con budget ridotto non è stato un granchè, anche se alla fine del girone di andata la squadra ha fatto bene, era vicina all’Europa, ma tanti acquisti di quest’anno erano al di sotto di una squadra che vuol lottare per l’Europa.
Nel futuro invece ci sarà ancora Montella, con Pradè alla scrivania e il probabile arrivo in società di Gabriel Omar Batistuta. Quale può essere l’obiettivo della nuova Fiorentina?
Bisogna anzitutto ringraziare i Della Valle che hanno portato la Fiorentina in Europa e hanno dato alla piazza grande lustro. Il rapporto negli ultimi anni era cambiato ed è andato scemando, soprattutto da parte dei tifosi che avevano perso la fiducia e la voglia di credere ancora a quella proprietà.
E’ tornato molto entusiasmo con Commisso, ora ci dovranno essere i fatti ma sul piano dirigenziale, la società sta facendo già bene con il nuovo ruolo di Antognoni, l’arrivo di Batistuta, il ritorno di Pradè e quindi aspettiamo qualche botto di mercato, ma già ritrovare l’entusiasmo perduto è una buona cosa.
Anche il mercato in uscita dovrà essere ponderato: ci sono oltre 40 tesserati tra giocatori già in rosa e altri di ritorno dai vari prestiti. In particolare in porta chi farebbe giocare tra Dragowski e Lafont? Ci sono calciatori che terrebbe?
Io punterei su un portiere solo, e l’altro lo farei partire perchè la concorrenza non farebbe bene. Dragowski mi sembra al momento più pronto anche se ha giocato ad Empoli e la piazza di Firenze è più complicata e dovrà quindi essere bravo lui a sapersi confermare.
Per quanto riguarda gli altri calciatori, alcuni hanno fatto il loro corso e Antognoni e Pradè dovranno essere bravi a realizzare operazioni economiche non troppo svantaggiose. Qualche altro giocatore può rimanere ma l’ossatura deve rimanere. Eysseric per esempio è un buon giocatore ma a Firenze non ha lasciato l’impronta.
Quanto tempo avrà Commisso a convincere la piazza dell’inversione di tendenza?
Per ora Commisso è riuscito a portare entusiasmo a parole come è normale che sia e presto spero che porterà anche qualcosa dal punto di vista tecnico. La speranza è quella di riuscire a tornare presto a competere per i vertici del campionato, e per questo la conferma di Chiesa è importante.
Alla Fiorentina tornerà Batistuta, che vestirà il ruolo di dirigente. Può far bene come figura? E’ soddisfatto?
Molto, giocavamo insieme e sono molto contento. Ha grande personalità e può trasmettere ai giocatori senso di appartenenza e voglia di vincere che aveva anche da giocatore.
E’ chiaro che bisognerà trovargli il ruolo giusto e non metterlo lì tanto per. Deve essere in grado di incidere.
A cura di Raffaele La Russa