Enzo Vitale è giornalista professionista e per Il Messaggero si occupa sopratutto di cultura scientifica ma non solo. L’abbiamo intervistato per parlare della crisi della carta stampata e in generale dell’informazione. Un problema serio per la democrazia e i nostri diritti che viene sottostimato dalle istituzioni e scarsamente percepito dai cittadini. 

Allora Enzo, come valuti l’informazione di oggi e come la vedi in prospettiva futura?

“Non la vedo molto bene: molta sciatteria, poco approfondimento e spettacolizzazione delle notizie e, soprattutto, caccia ai click”.

Non pensi che l’invadenza dell’informazione televisiva e la sovraesposizione da parte dei direttori di testate abbia provocato effetti contrari rispetto al fine di promuovere l’acquisto dei giornali? 

“Probabilmente sì, ma ripeto: noto, in generale, una mancanza di qualità”.

Ti chiedo le percentuali sulla crisi del giornalismo italiano in termini di responsabilità:

– continui attacchi politici 40 su 100

– spettacolarizzazione dell’informazione 60

– invadenza e sovraesposizione della stessa su televisione e radio 30

– servilismo e collusioni dei direttori di testata e giornalisti verso governi, partiti politici e poteri forti 70

– fake news, tendenza al gossip e scarsa credibilità degli organi di stampa  80

– scollamento con la società civile e sopratutto riguardo i giovani 80

– scarsa predisposizione ad approfondire e a formare le coscienze 80

Infine, quali secondo la tua esperienza le possibili soluzioni, o quanto meno quali strade si dovrebbero perseguire? 

“L’esperienza mi dice che bisogna in tutti i modi non essere protagonisti, ma far diventare protagonista la notizia. Troppo spesso chi fa questo mestiere crede di essere una prima donna dimenticando che l’obiettivo primario è informare, mediare. Le possibili soluzioni? In questo periodo dell’apparire la vedo male, in ogni caso ritengo essenziali le inchieste, l’approfondimento e le notizie verificate”. 

Grazie Enzo. St.les

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