Che faccia tosta! Ieri il Milan ha preso una dura posizione dopo i veri o presunti “cori razzisti” durante la semifinale di Coppa Italia che si sarebbero uditi “prima, durante e dopo” la gara di San Siro da parte di qualche tifoso della Lazio contro Bakayoko.

Scaroni, presidente milanista dice: “Il calcio è rispetto e invochiamo provvedimenti affinchè il razzismo possa essere debellato da tutti gli stadi italiani”.

Forse però il presidente Scaroni soffre di problemi alla memoria e probabilmente è ancora confuso dopo la figuraccia rimediata dai rossoneri contro la Lazio che mercoledì sera ha sportivamente vendicato i fattacci della gara di campionato, quando Kessie e Bakayoko offesero e vilipesero la maglia biancoceleste di un avversario galantuomo quale Acerbi, difensore laziale e della nazionale azzurra.

Eh si signor presidente Scaroni: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, così affermò il più giusto tra gli uomini giusti, Gesù Cristo, di fronte a chi voleva lapidare Maria di Magdala ma poi non osò più farlo.

Troppo facile infatti prima fomentare odio e offendere le altrui sensibilità, oltre a una maglia che rappresenta una storia sportiva ultra centenaria -tra l’altro tra le più gloriose e onorate dell’intero mondo- e poi pensare di farla franca e rimanere impuniti nella propria arroganza, accusando poi paradossalmente chi pur al limite esagerando sia nella forma che nei modi (anche se è tutto ancora da dimostrare) si è sentito umiliato e dunque in dovere di reagire; sopratutto chi, e occorre tenerlo bene a mente, non ha acceso la miccia per primo.

E dire che il Milan che oggi chiede alla giustizia sportiva di prendere provvedimenti verso presunti cori che sia io che anche i cronisti Rai che hanno commentato la partita non hanno udito -figurati infatti tu se non l’avrebbero risaltato in diretta in flagranza di reità- non ha nemmeno multato i suoi due campioni non di sport, ma solo di arroganza e mancanza di rispetto e lealtà verso l’avversario.

A fronte di qualcuno che ha definito quel gesto ignobile, antisportivo e vergognoso come atto di “goliardia” la giustizia che oggi il Milan invoca deve essere uguale per tutti: chi può giurare infatti che i presunti “Uh uh uh” da parte di qualche tifoso laziale ieri sera non siano stati piuttosto di un comportamento razzista soltanto un gesto altrettanto goliardico quanto tendente a innervosire i milanisti in campo?

Atti da stadi di calcio che con un problema serio ma essenzialmente sociale, culturale e politico qual è il razzismo non c’entrano nulla, ma sopratutto: da che pulpito arrivano le prediche e le richieste di giustizia?

Non capisce forse il signor presidente Scaroni che certi gesti e cori veri o presunti che fossero stati, seppur condannabili e privi di stile, altro non possono essere considerati che il  naturale frutto avvelenato di una radice di odio piantata a monte, che scatenando la rabbia repressa di qualcuno in virtù di decisioni incoerenti, anzi speculari con la vera giustizia che il Milan stesso ha ulteriormente offeso e deriso col proprio atteggiamento odierno, non possono che non essere letti oggettivamente per ciò che sono, sopratutto da una società in evidenti difficoltà economiche e in termini di risultati che, oggi vittimista e tendente alla facile strumentalizzazione, non ha alcuna dignità e credibilità nel prendere posizione contro i laziali, se non per ragioni di latente rancore che dovrebbero far vergognare solo chi lo prova, dimostrando non solo di non saper vincere sul campo, ma neanche di saper perdere.

STEFANO LESTI, DIRETTORE RESPONSABILE SPORT12.IT

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