Di Stefano Lesti

Lo dicono in pochi ma i numeri e le statistiche dei trofei vinti sono chiari e almeno nello sport le donne italiane hanno surclassato gli uomini, il sesso debole dello sport. E diciamolo.

Nel nuoto, nel tennis, nella scherma, nel tiro con l’arco, nello sci e nell’atletica leggera, nel softball non c’è disciplina dove le donne non vincano ormai da anni e anni medaglie e piazzamenti, mentre gli uomini addirittura faticano a qualificarsi alle batterie. Perchè? È una domanda retorica, ovvio.

È una questione naturale legata al carattere, alla grinta e alla fame che hanno le ragazze. Ragazze abituate a competere, a farsi largo onestamente e con i sacrifici per vincere con merito nella vita prima ancora che in pista, oltre che capaci di interpretare il ruolo fondante che attiene alle donne all’interno della società tramite grandi e importanti prestazioni in ogni ambito della vita.

Donne atlete che spesso sono anche mogli e mamme che a suon di risultati stanno riscattando e infondendo in tutto un mondo bistrattato la loro linfa, energie atomiche e siderali fin’ora sminuite e ostacolate, maltrattate e avvilite da un sistema a oggi maschilista, anzi macista, tendente a sconfiggere l’avversario migliore semplicemente impedendogli sia lo sviluppo che il confronto a suo di buone ragioni.

Le donne purtroppo non sanno bene rappresentarsi e sopratutto farsi rappresentare e questo è a mio avviso il loro handicap peggiore, nello sport probabilmente il più letale, del resto le donne leggono più libri e anche li capiscono a differenza di molti uomini, sono più rapide nelle decisioni, sono sempre sul pezzo pronte a colpire per retaggio naturale. Anche durante le recenti elezioni impiegavano alle urne la metà del tempo degli uomini.

Chi l’ha detto ad esempio che nella preistoria fossero gli uomini ad andare a caccia e non le donne? Gli studi forse? Quali studi? Quelli che a seguito di nuove scoperte sono superati da evidenze scientifiche che le rendono anacronistiche e inattendibili?

Quali studi? Quelli che ritenevano le donne inferiori all’uomo fino appena a un secolo fa? Un po come i neri e gli ebrei? Lasciamoli perdere certi studi, ma piuttosto investiamo sulle ragazze, le uniche che già da parecchio tempo ci fanno commuovere, emozionare e cantare tutti insieme a una sola voce per la prima volta nella storia tricolore: fratelli (e sorelle) d’Italia, l’Italia (femminile) si è desta, dell’elmo di Scipio si è cinta la testa (e nessun uomo glielo toglierà più).

Nello sport italiano l’Otto marzo è tutti i giorni: Forza ragazze dello sport, l’orgoglio nazionale siete voi!

 

di Stefano Lesti

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