di Stefano Lesti – Al giorno d’oggi partecipare è ancora importante e possibile o piuttosto la priorità è vincere a tutti i costi? Questo il dilemma non amletico ma attuale: se sia più degno arrivare dietro mantendendo l’onore o piuttosto vincere arrivando a fare e qualunque porcheria, spesso in cambio di soldi sporchi e meriti cosiddetti mafiosi?

 

Noi crediamo che laddove il valore olimpico esca fuori infangato e tradito venga meno il senso stesso dello sport che per propria natura si fonda sul rispetto sia per sè stessi e per l’avversario che sulla sacralità della vita stessa, una vita fondata sulle regole e sul diritto che le garantisce per tutti.

 

Pensiamo al doping e alla corruzione sportiva che non consideriamo una causa dei mali interni allo sport ma una logica e inevitabile conseguenza dei mutamenti radicali e epocali della società umana nei due secoli scorsi. E diciamolo: è una necessità primaria di chi può sostenersi soltanto tramite profitti leciti ma anche illeciti perchè come dicevano i latini: PECUNIA NON OLET, il che tradotto significa che per portare a casa la pagnotta qualunque cosa diviene lecita.

 

Quando accade ad esempio che gli sponsor, i governi e le televisioni non ti sostengano perchè non vinci e non sei una star ecco che lo sport e il suo valore originario vengano di fatto stuprati e esclusi dalle priorità di federazioni, società e sportivi di agonistica o meno che in qualche modo sono obbligati a perdersi e a far perdere lo sport in ragione di mere necessità personali o anche collettive fondate su esigenze di pancia e stomaco.

 

La nostra ovvia conclusione è che l’ingresso prepotente del doping e della corruzione nello sport non sia una novità di cui stupirsi ma una piaga da combattere uniti facendo fronte tramite un sistema, un nuovo ordine in quanto ebbero già inizio al tempo delle grandi guerre mondiali per poi allargarsi a macchia di leopardo in un mondo allora diviso dalla politica e ne siamo tutti più che consapevoli.

 

Sappiamo che in particolare durante la guerra fredda tra il blocco occidentale e sovietico si cominciò a drogare sistematicamente prestazioni e risultati, pompando gli atleti del proprio Paese e sollazzando interessi comunque oscuri per strumentalizzare lo sport per usarlo come forma popolare e subdola di propaganda politica volta  dimostrare la bontà e la salute delle ideologie dell’epoca poi sconfitte dalla storia.

 

Un po come gli studi sul dna ne conosciamo origine, cause ed excursus storico dunque possiamo combattere un nemico comune più che noto. Cosa indugiare oltre sapendo che sport è vita, mentre politica e mero interesse economico morte.

 

di Stefano Lesti

immagine tratta dal sito : www.pensalibero.it

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