Queste le parole di Paolo Seghezzi, procuratore, talent scout e socio della Calcio Profiler, società che si occupa di assistere i giovani anche dal punto di vista psicologico…

1) E’ gennaio, tempo di calciomercato invernale cosiddetto di riparazione: che idea si è fatto di questa sessione di mercato? Ci saranno secondo Lei colpi importanti delle grandi squadre dopo Godin all’Inter e Ramsey alla Juventus?

Già il mercato è cominciato in maniera scoppiettante, perchè in genere il mercato di gennaio è sempre piuttosto complicato, dove la ricerca dell’occasione è l’unico vero obiettivo. Secondo me qualcosa verrà fatto ancora, soprattutto ritengo dalla parte Milan.

2) Lei fa tante cose: è consulente di mercato della squadra lituana del Nevezis
Poi è procuratore sportivo e anche talent scout: quali delle tre professioni le piace di più fare?

Questa è una buona domanda: diciamo che il Nevezis è una bella avventura, cominciata abbastanza casualmente che si sta rivelando interessando anche soprattutto dal punto di vista lavorativo.

Se guardiamo alla soddisfazione personale la parte del talent scout è quella che mi piace di più, fare colpi quotidianamente, è la parte più dispendiosa e meno remunerativa se vogliamo metterla da questo punto di vista, però diciamo che certi amori non finiscono…

3)Lei fa parte con la dott.ssa.Marzia Serena Terragni, psicologa dello Sport, della società Calcio Profiler che si occupa di psicologia applicata allo Sport: ci può dire anche a beneficio dei nostri lettori come è nata questa bella idea e soprattutto quali sono i benefici concreti per gli atleti?

Si, questa è una cosa a cui credo molto. Nel corso degli anni facendo questo lavoro prima di talent scout che faccio tutt’ora, ma anche oltre l’attività di procuratore sportivo, credo che l’aspetto mentale, delle motivazioni, dell’equilibrio psicologico, anche in base allo sviluppo del tessuto sociale sia fondamentale.

E in effetti grazie alla Dottoressa, che devo dire è il vero valore aggiunto della mia agenzia perchè giocatori persi per il calcio ce ne sono davvero tanti: la dispersione sportiva è molto più ampia di quanto possiamo immaginare, e abbiamo fatto diverse sperimentazioni anche sulle scuole calcio, e in effetti i risultati sono davvero concreti.

Abbiamo mostrato anche i risultati tangibili, perchè poi è sempre difficile dimostrare in maniera tangibile quanto un lavoro veramente a 360 gradi sul ragazzo prima del calciatore possa fare davvero la differenza.

Io credo molto in questo progetto.

4)Ci incuriosisce molto un’altra delle sue attività, quella di consulente di mercato del Nevezis, squadra di Serie B della Lituania. I lituani, si sa, sportivamente parlando sono un popolo di cestisti: i calciatori hanno cultura del professionismo, ovvero hanno la tendenza a farsi assistere da procuratori oppure siamo ancora di fronte ad un calcio ancora un po’ “ arcaico?

Assolutamente è la seconda, nel senso che non stiamo parlando di primitivi, però stiamo parlando di un’area calcistica ancora abbastanza inesplorata in alcuni aspetti, dove la parte dell’Europa Occidentale la fa un po’ per la maggiore.

Mi spiego meglio: In Lituania sono terzi dal punto di vista dei cestisti, mente nel calcio sono 127esimi.

E’ chiaro che dove ci sono grandi crisi ci sono anche le grandi occasioni. Ho cavalcato questa situazione perchè in effetti c’è della qualità, però in effetti c’è anche una grossa cultura della crescita del movimento, anche se devo dire che stanno facendo dei grossi passi in avanti, infatti Danilevicius che in Italia conosciamo bene, è stato insignito di una carica politica all’interno dello sport importante e sta cercando di dare nuova linfa al movimento.

Secondo me hanno delle buone idee, poi ci vorrà la pazienza e il lavoro ma credo che sia un mercato e un movimento in grossa espansione.

5)Il Nevezis ha un direttore sportivo e una dirigenza italiana: riesce a consigliare loro ragazzi italiani o c’è ritrosia da Parte di questi ad andare in paesi calcisticame te non avanzati?

Non è semplice, perchè la globalizzazione noi italiani l’abbiamo vissuta unilateralmente verso l’interno, quindi non è semplice far capire soprattutto ai ragazzi che uscire dall’Italia non vuol dire andare a svalutarsi, ma molto spesso vuol dire andare a completare delle conoscenze, perchè il calcio è comunque in evoluzione e lo viviamo anche noi, e non siamo stati abbastanza attivi per cambiare certe nostre mentalità e i risultati della Nazionale Maggiore sono sotto gli occhi di tutti.

Invece coloro che hanno il coraggio di esplorare qualcosa di diverso, potrebbero avere nuove prospettive anche di carriera. Noi ne abbiamo qualche esempio. Delle volte volte viene vissuto come un rilancio, ma questa è una fase iniziale.

Quando più avanti si capiranno le potenzialità, secondo me ci sarà uno scambio più fremente.

6) E qualche ragazzo lituano è pronto per giocare in Italia?

Io in questo devo fare un po’ il politico: ho un ragazzo lituano molto apprezzato da una squadra italiana, però faccio un po’ il politico e un po’ lo scaramantico e quindi non dico altro, però assolutamente sì, perchè se pensiamo che il calcio (e io sono parzialmente d’accordo) si è spostato soprattutto verso una fisicità importante, per parlare in maniera spicciola, i lituani dal punto di vista genetico non hanno nessun problema.

Se troviamo i ragazzi con i piedi montati nel punto giusto, ci si può lavorare in un certo modo, anche perchè nella parte pre-agonistica, molte volte sono superiori anche ad alcuni giocatori che giocano in Italia.

 7) Torniamo al calcio di casa nostra: come vede la risalita dell’Inter nelle posizioni che più le competono: risuscitano Zhang e Marotta a riportare i nerazzurri ai fasti del triplete oppure secondo lei la Juventus ancora è di un altro pianeta?

Il gap è considerevole, però l’Inter ha preso il top player Marotta, che riesce a vedere opportunità dove nessun altro riesce a vedere la possibilità di sedersi ad un tavolo.

Per il movimento italiano è necessario che le due milanesi e qualche altro attore protagonista, ritorni a insediare la Juve ed è un bene per tutti, ma il gap è importante, però l’Inter sta facendo un buon lavoro.

L’operazione di Godin è in stile marottiano ed è una grossa operazione.

8) Il Napoli, secondo lei, davvero è un competitore agguerrito per la Juventus oppure la sua forza viene un po’ sopravvalutata dai media per creare un po’ di suspense a un campionato che finora dal punto di vita della competizione non ha detto e probabilmente non dirà nulla?

La garanzia grossa del Napoli è seduta in panchina, anche in questo caso Ancelotti è la persona giusta per portare equilibrio in un ambiente che forse la trasferta dei Firenze lo ha dimostrato, l’equilibrio è stato il tallone d’Achille del Napoli, e quando sembrava che la rincorsa alla Juve si potesse completare, sono caduti in una situazione proprio mentale. Il Napoli ha una squadra assolutamente attrezzata, io ci vedo ancora del gap con la Juventus che è una armata, ma non sempre vince la più forte, bisogna avere la costanza di essere sempre presenti e approfittare di eventuali errori…

9) Cosa pensa della Coppa Italia Italiana: noi pensiamo che questa formula debba essere cambiata perche di fatto quella attuale la rende praticamente inutile vista l’assoluta impossibilità di vincerla per una squadra di serie C, Serie B, e 16 squadre di Serie A ovvero le prime quattro squadre italiane hanno il 90% di possibilità di vincerla ( e infatti vincono sempre le stesse).
Secondo lei non sarebbe più giusto portare i campioni nei campi di Serie B, Serie C oppure campi di città piccole di Serie A? Un conto è ad esempio Alessandria-Juventus altra cosa è Juventus- Alessandria….

Assolutamente d’accordo in tutto, anzi, sono anche in difficoltà ad aggiungere qualcosa, perchè la formula deprezza il marchio, perchè gli spettacoli non sono certo tali.

Il fatto di far vivere l’entusiasmo anche ai cittadini di provincia, di inseguire un sogno, può dare quantomeno una linfa romantica, un aspetto romantico, di sicuro questo è un format che non funziona.

I problemi del calcio italiano sono tanti, questo è uno…

10) Secondo lei l’arrivo di Cristiano Ronaldo è stato un evento unico ed irripetibile oppure in futuro potremmo avere casi simili?

E’ stato sicuramente un evento abbastanza unico. Io sono controtendenza, non credo che il solo acquisto di Cristiano Ronaldo possa rilanciare la Serie A, anzi, se guardo i risultati e molti aspetti calcistici, questa prima parte ha detto esattamente il contrario, cioè la Juventus che ha quasi ucciso il campionato già nel girone di andata.

Secondo me ci vogliono più competitori, più situazioni sane per squadre importanti per riuscire a creare un interesse diverso, altrimenti cominciamo a somigliare al campionato francese…

11) Come procuratore sportivo c’è qualche suo calciatore che pensa possa cambiare squadra nel mercato di gennaio?

Generalmente nel mercato di gennaio, anche quando arrivano offerte, tendo sempre di rinviare, perchè è un mercato che frequento poco, cerco piuttosto opportunità per i miei ragazzi, situazioni magari che non sono proprio edificanti, però sono sempre a sposare il discorso che facevamo prima, sul fatto che l’aspetto mentale è importantissimo e diciamo che non voglio dare troppi alibi, soprattutto ai ragazzi più giovani.

Cerco anche di fargli tirare fuori il carattere, poi se arriva una offerta interessante, poi ne parliamo.

Attualmente tenderei a non spostarli…

A cura di Raffaele La Russa ight\ ڲ��R�

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