Di Stefano Lesti – Questo è sport? Ogni volta che muore un tifoso a morire per sempre sono anche i valori dello sport e pertanto tragedie come quelle di ieri sera debbono essere prevenute senza compromessi: chi si rende protagonista di violenza dentro e al di fuori dagli stadi di calcio ma anche nei campi dilettantistici deve essere bannato vita natural durante. 

Ciò premesso, andrebbero condannati alle medesime pene anche quei dirigenti di società e di istituzioni sportive nonché tutti i giocatori e arbitri che col loro comportamento non soltanto offendono lo sport ma vieppiù annichiliscono i valori umanistici che gli sono storicamente propri. 

Dopo i fattacci di San Siro sarebbe del tutto e assolutamente limitativo ripetere inutilmente il solito vecchio ritornello che fa riferimento a un calcio malato, perché è chiaro che di questi tempi ad essere malata è parimenti tutta la società italiana che un tempo civile è ormai palesemente, drammaticamente divenuta irriconoscibile fantasma di sé stessa. Dal degrado delle istituzioni politiche e civili nazionali al decadimento di quelle sportive che di fronte a violenza, razzismo e chiamiamoli bonariamente “errori” arbitrali è evidente a tutti che si sia toccato il fondo in tutti gli ambiti e che gioco forza si debba risalire. Punto. 

Doveroso quindi operare dei cambiamenti drastici a ogni livello che prevedano la rimozione forzata di tutti coloro che in questi anni abbiano ricoperto ruoli dirigenziali dato il loro completo fallimento. 

In caso contrario dovremmo tutti rassegnarci a veder sfiorire sotto i nostri occhi divenuti addirittura “illagrimati” tutto ciò che di buono rimane oggi di una società e in questo caso di un calcio che non può né deve morire senza almeno provare a combattere per sopravvivere con armi di bene, innanzitutto attraverso forme di prevenzione all’interno di un percorso di resistenza resiliente che tutti e sottolineo tutti dobbiamo esigere e sostenere mettendo in campo anche e perchè no soluzioni estreme, cioè  dire le uniche che dati i tempi servirebbero a qualcosa. 

Come ripeto applicare ad esempio il Daspo a vita ai violenti ma anche ai professionisti che si siano resi protagonisti di quelli che di fatto possiamo ritenere essere veri e propri attentati terroristici a danno dei valori sportivi che di quelli umani costituivano un tempo i migliori tra i germogli. St.Les 

Immagine: Corriere della Sera

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