Lei è stato calciatore del Bologna e della Spal, squadre a cui ha legato le sue fortune sportive.
1) Il suo cuore dice più Spal o più Bologna?
Il mio cuore è diviso a metà perchè le mie origini sono bolognesi ma sono nato e cresciuto a Ferrara. Sono le due città dove ho giocato e avuto maggiori soddisfazioni ma in due dimensioni diverse, perchè Bologna è più grande, con una storia diversa e c’è una diversa dimensione calcistica; però è diviso a metà
2) Cosa pensa di questo inizio di campionato della Spal? La squadra di Semplici è partita fortissimo ma ora ha un po’ rallentato: c’è la farà secondo lei a raggiungere una tranquilla salvezza?
Tranquilla non credo. E’ partita bene come risultati, perchè le prime prestazioni sul campo hanno portato subito punti. Questo forse ha un po’ illuso l’ambiente che quest’anno potesse essere più semplice dell’anno scorso.
Poi sono sorti qualche problemi in più. La salvezza tranquilla secondo me è un miraggio, ci sarà da lottare fino alla fine, anche se penso che la squadra è superiore almeno ad altre 3-4 del campionato, ma sopratutto la sfida di domani rappresenta un test importante per il proseguo del campionato.
3) Che emozione le ha dato il giorno della storica promozione in A della Spal per lei che è nato e vive a Ferrara e non aveva mai visto la sua squadra nella massima serie.
Quando la Spal era in serie A io ero appena nato, quindi non potevo di certo gustare questa cosa negli anni 60.
Poi credo che è stata un’emozione grandissima non solo per me ma anche per tutta la città e devo dire che sono 2 anni che ci stiamo gustando il massimo campionato, che porta grandi benefici sia a livello calcistico, ma anche all’economia, alla visibilità della città. Quindi è stato un successo.
Dobbiamo cercare di tenerci la Serie A stretta, perchè la Serie A è la Serie A
4) Cosa significa per i tifosi ferraresi e per la città avere mantenere la squadra nella massima serie?
Da ex calciatore della Spal, da cittadino della città e da sportivo penso che sia un patrimonio da salvaguardare assolutamente. Io sono andato anche sabato all’Allianz Stadium contro la Juventus per motivi di lavoro accanto a quelli di passione, al ritorno da Torino a Ferrara in ogni autogrill c’erano tifosi ferraresi, erano oltre 2000, quindi alla fine questo indica la partecipazione e il convolgimento da parte di tutti che diventa fondamentale da salvaguardare.
Uno spettacolo del genere, quando non ci sarà più, ci renderemo conto di quello che abbiamo perso.
5) Del Bologna, squadra dove ha giocato quattro anni che ricordi ha?
I ricordi sono continui perchè io frequento Bologna, ho mantenuto le relazioni, ho amici, quindi non è che abbia solo ricordi. So cosa significa giocare nel Bologna e conosco il peso di indossare quella maglia.
E’ una realtà diversa da quella di Ferrara, più grande, ci sono tanti scudetti in mezzo anche se tanti anni fa.
Quando c’è il derby il cuore inizia a pulsare veramente forte.
6) Perché secondo lei la squadra, che ha alle spalle una città grande è una tifoseria eccezionale nonché grande storia sportiva, non riesce a fare un salto di qualità? Quest’anno sembra una squadra debole con rischio retrocessione…
Il presidente Saputo, soprattutto nell’anno della Serie B ha fatto grossi investimenti, dove per arrivare in Serie A ha tirato fuori tanti soldi. Poi si è un po’ cambiato, anche perchè si aspetta la costruzione del nuovo stadio, quindi gli investimenti a livello tecnico si sono ridotti.
La gente ha molte aspettative, però in questo momento la squadra non è all’altezza della città.
7) Che differenze ci sono secondo lei tra Bologna e Ferrara a livello di programmazione, struttura societaria e prospettive future?
Sono due dimensioni diverse, anche come economie. A Ferrara sono stati bravissimi. Fino a 5 anni fa si facevano campionati dilettantistici invece oggi si gioca la Serie A. Hanno un’ottima organizzazione, management, sono state fatte le cose senza sbagliare nulla.
Adesso assistere ad una partita allo stadio “Paolo Mazza” è diventato entusiasmante, è uno stadio molto accogliente sotto ogni punto di vista. Tutto ha funzionato grazie all’entusiasmo.
A Bologna invece credo che si sia in attesa del rifacimento del “Dall’Ara” e della zona limitrofa, e poi dopo si penserà agli investimenti. Purtroppo ci sono tempi legati alla burocrazia, anche se il progetto è già in piedi e sono certo che verrà attuato e farà felici tutti i tifosi rossoblù
8) Filippo Inzaghi è l’allenatore giusto per il Bologna secondo lei?
Giusto non lo so, sicuramente quando è arrivato c’è stato grande entusiasmo perchè arrivava dopo qualche anno di Donadoni che ha senza dubbio ha fatto quello che doveva fare, però credo che dal punto di vista mediatico e della partecipazione e del rapporto con la gente di Bologna che ha la mentalità molto aperta ed è estroversa, forse Donadoni ha lasciato un po’ a desiderare.
L’impatto di Inzaghi e della squadra non è stato come ci si potesse aspettare. La squadra è più debole dell’anno scorso perchè le perdite di Di Francesco e Verdi non sono state a mio parere compensate.
Inzaghi paga anche un organico inferiore rispetto all’anno scorso.
9)Lei ora fa il procuratore sportivo e agente Fifa: a beneficio dei nostri lettori e ascoltatori ci spiega brevemente queste due figure e le loro differenze.
Differenze non esistono: io sono diventato procuratore sportivo nel 2000, appena smesso di giocare. Quando c’era questa figura si poteva operare solo a livello nazionale, quindi ogni federazione riconosceva in quegli anni solo le figure a livello nazionale. Si era quindi procuratori sportivi all’interno della FIGC.
Tre o quattro anni dopo una normativa mondiale della Fifa ha permesso a tutti gli iscritti con un corso di aggiornamento di diventare agenti Fifa per poter operare in tutto il Mondo.
Nel 2014 c’è stata l’abolizione da parte della Fifa di tutti gli albi professionali di tutti i paesi. Ogni Federazione ha deciso di intervenire in maniera autonoma: da lì è stato cancellato l’albo Fifa di tutti gli agenti, è stato creato un elenco in cui tutti si potevano iscrivere dopo il pagamento di una quota annuale, e quindi c’è stata questa confusione totale.
Ora finalmente si tornerà all’antico dal 1 gennaio 2019: verrà ristabilito l’albo dei procuratori o agenti FIFA, che alla fine è la stessa cosa; chi era iscritto come me si può iscrivere automaticamente perchè il titolo non si perde.
Chi invece non l’ha mai fatto in questi anni dovrà sostenere un esame per entrare.
L’agente FIFA può lavorare in tutto il mondo.
10) C’è qualche suo calciatore di cui sentiremo presto parlare?
Calciatori giovani ce ne sono tanti, ma non mi piace fare grandi nomi perchè poi alla fine molto spesso si è smentiti perchè ragazzi, soprattutto nella crescita, possono diventare bravi anche se non lo sembrano e viceversa.
Quindi mi sembra inutile fare i nomi su ragazzi che dovranno lottare tanto per arrivare.
11) Lei ha ottimi rapporti con la Georgia e con la federazione di Tbilisi. Cosa ci può dire del calcio georgiano? A che livello è?
Oltre che con la Georgia ho avuto rapporti anche con il mondo russo ed ex Unione Sovietica. Ho creato la mia sede là, ho lavorato lì.
Comunque conosco bene questa realtà. La Georgia è un paese dove si sta cercando di uscire da un impasse, da una cultura calcistica molto arretrata.
In questi anni sono fatti passi da gigante, hanno voglia di investire. I ragazzi hanno molto talento ma se non escono dal mondo georgiano si perdono per strada. Il loro campionato è ridotto a poche squadre e spesso vince la Dinamo Tbilisi, anche se quest’anno in testa c’è una squadra che conosco molto bene che si chiama Saburtalo, club che ho visitato tanti anni fa.
Prima faceva solo attività di settore giovanile, ora si è sviluppato, hanno una prima squadra e rischiano di partecipare l’anno prossimo ai Preliminari di Champions League.
Questo mi riempie di orgoglio perchè il lavoro porta il successo. Il problema è che si è un po’ isolati. Bisogna cercare di entrare in un’orbita diversa, anche se il talento non manca.
12) Per concludere quale sarà il colpo per eccellenza del mercato di gennaio? Chi lo piazzerà?
Io credo che il Milan debba fare qualcosa e abbia più voglia di investire. E’ la squadra che ha più fretta di investire e ritornare il Milan di tanti anni fa.
La possibilità Ibrahimovic mi sembra la più concreta e può far fare ai rossoneri il colpo per eccellenza del mercato di gennaio.
A cura di Raffaele La Russa