Abbiamo il piacere di ascoltare Massimo Borgobello, ex calciatore ed oggi procuratore sportivo.
1) Lei ha formato con Fabrizio Miccoli nella Ternana nel 2001 una grande coppia d’attacco, e poi ha giocato anche al fianco di Riccardo Zampagna e Mario Frick. Pensa che oggi mancano dei bomber di provincia così prolifici come un tempo?
No, penso che ci siano i bomber di provincia.
Purtroppo ci sono dei regolamenti che non permettono ai giocatori che arrivano dai dilettanti, perchè ci sono regole che favoriscono molto i ragazzi che hanno la fortuna che di approdare nei club professionistici, e quindi fanno una trafila e una volta che hanno finito la loro formazione, ci sono delle regole che permettono di essere girati a società professionistiche e hanno la possibilità di mettersi in mostra.
Diversamente da altri giocatori come ad esempio io o Zampagna che vengono fuori dai dilettanti, o altri pochi attaccanti che un tempo facevano gol.
Penso che sia più difficile per loro, o comunque se arrivano, lo fanno molto tardi rispetto a molti altri.
Un tempo si giocava per meritocrazia, in base a quello che si faceva in campo.
2) Lei ha giocato anche nel 2008 con la Cisco Roma di Paolo di Canio, ci sono degli aneddoti particolari relativi a quel periodo?
Paolo è una persona che ha un carattere molto forte, un professionista serissimo. E’ stata una bellissima esperienza che mi ha dato l’occasione di conoscerlo, persona molto generosa sia in campo per come si prodigava, visto che faceva anche l’allenatore e anche fuori.
Ho un bel ricordo di quella esperienza, anche perchè è stata l’ultima prima di appendere gli scarpini al chiodo.
3) Lei ha giocato anche con il Chievo in serie B, che cosa ne pensa del periodo attuale dei clivensi?
La mia consacrazione nel campionato cadetto non è avvenuta con il Chievo perchè era veramente secoli fa. Era una società in ascesa che aveva fatto il primo campionato in B la stagione precedente al mio arrivo. C’erano giocatori molto importanti come Fiore, l’allenatore Malesani e poi si è consolidato.
Il calcio è ciclico, è normale che quando hai una penalizzazione non è facile che ogni anno le ciambelle escano con il buco: ci sono delle problematiche che stanno cercando di sistemare e mi auguro che riescano.
4) Alla Ternana ha avuto anche Gigi Delneri come allenatore, a quale allenatore moderno può assomigliare Delneri?
Io l’ho avuto due anni, c’è un grande rapporto anche perchè siamo conterranei, e ci capivamo al volo.
In questi vent’anni che sono passati il calcio è cambiato molto e io non saprei fare un paragone con lui, so per certo che è stato almeno per gli allenatori che conosco e che ho avuto, ma anche in generale, quello che insegnava meglio la fase difensiva alla difesa, un fautore del 4-4-2 e i difensori con lui erano veramente molto bravi ed era difficile prendere gol.
5) Lei ha giocato molti anni nella Ternana ed è rimasto nel cuore della tifoseria, che cosa ne pensa della situazione attuale degli umbri?
Sono contento di quello che stanno facendo, perchè al di là delle vicissitudini che hanno avuto con la retrocessione, per non parlare della tarantella successa non questa estate perchè si è prolungata fino a questo autunno.
Penso che sia stata un’ingiustizia, e questo è fuori discussione; regolamento alla mano meritava di essere ripescata. Gli si può addebitare tutto, tranne che non fosse in regola con i pagamenti, le fideiussioni e tutto quanto concerne per poter fare calcio.
Adesso è in serie C, io l’ho vista e ha delle individualità di grande spessore. Vincere non è mai facile, ma penso che arriverà in fondo.
6) Oggi lei fa l’agente calcistico della FIFA, ha qualche talento da segnalarci?
No, ho molti giocatori che hanno qualità: io faccio la differenza, nel senso che ci sono dei giocatori che sono predestinati sin da quando nascono potrebbero fare qualsiasi sport ed essere leader.
Altri invece possono diventare calciatori con determinate azioni.
Io guardo sempre a me stesso, ma comunque, senza elogiarmi, mi sono creato una carriera con volontà, impegno e intelligenza di capire tante cose.
E molte volte il calciatore se riesce a fare questo, anche se non gli vengono riconosciute le giuste qualità, riesce a fare un’ottima carriera, perchè fino alla serie B non ci sono fenomeni.
Secondo me anche in serie D ci sono calciatori che possono arrivare in serie B. La serie A è qualcosa di diverso. Ci sono valori assoluti e molto radicati soprattutto in questo momento c’è grande differenza tra Serie A e Serie B, molto più che tra Serie B e C.
Detto questo io penso che i ragazzi ci devono credere e dovrebbero ascoltare le persone che dicono le cose giuste, magari quelle che a loro tempo hanno giocato a pallone.
7) A quale attaccante di oggi si paragonerebbe?
A me piace molto Pavoletti. Io ero un giocatore che ha fatto una carriera in Serie B e qualcosa in Serie A. Pavoletti mi piace molto, gioca per la squadra e si dà da fare.
Ora non me ne vengono in mente, però lui potrebbe essere. Vedo molte partite ma ognuno è unico nel suo genere.
8) Lei ha giocato anche in serie A con il Venezia, che cosa ricorda del suo esordio?
Lo ricordo molto bene perchè sono stato “fortunato” perchè venivo da un ottimo campionato di Serie B con la Ternana e poi il Venezia di Zamparini e di mister Spalletti hanno deciso di acquistarmi.
Nella prima giornata ho dovuto scontare un turno di squalifica del campionato precedente, ma in quella stessa prima giornata il Venezia giocava con l’Udinese e venne squalificato Maniero, al quale diedero 2 giornate.
Quindi io giocai titolare alla seconda giornata a Torino contro il Toro, dove perdemmo 2-1 e giocai circa 70 minuti e me la cavai bene.
Poi ho fatto una partita contro la Roma in casa contro Totti, Montella e Delvecchio, giocatori veramente forti e perdemmo anche lì.
Il Venezia era una squadra di provincia e quell’anno andò male, ma io a gennaio tornai a Terni e la mia esperienza finì lì in serie A.
9) Che cosa ne pensa del campionato di serie A?
E’ molto differente rispetto a quando giocavo io: intanto allora c’erano 18 squadre ed era molto difficile salvarsi e poi c’erano campioni indiscussi che poche squadre vantano.
Io ricordo che ai miei tempi la Fiorentina aveva Rui Costa e Batistuta, l’Inter aveva Ronaldo, Zamorano, la Juve aveva Inzaghi e Zidane, la Roma aveva campionissimi, la Lazio aveva Salas.
La stragrande maggioranza delle squadre aveva campionissimi Nazionali e il campionato era pieno zeppo di questi giocatori che portavano il nostro campionato a livelli elevatissimi.
Ci sono molte differenze e mi prendo la presunzione di dire che se oggi avessi potuto esserci io a giocare con 20 squadre, probabilmente farei un discreto campionato, magari nelle squadre di basso livello, però secondo me avrei potuto farlo.
Ai miei tempi io ho dato il massimo, non ci sono riuscito perchè i calciatori erano più forti di me e io non ci sono riuscito anche perchè sono arrivato in Serie A molto tardi, a 28 anni.
10) Il compagno più forte con cui ha giocato?
Il giocatore più forte con cui ho giocato è senza dubbio Ciccio Grabbi, ex giocatore anche della Juve, veramente è stato un talento per me incredibile. Ho giocato con tanti bravi giocatori come Miccoli, Frick, Jimenez, Kharja, Dell’Anno. Però penso che lui a livello di talento, qualità fisiche… lui è stato il più forte ma non è riuscito a esprimersi al meglio e questo a me è dispiaciuto molto.
Lui comunque è stato il giocatore più forte con cui ho giocato.
11) Quale sarà il colpo per eccellenza del mercato di Gennaio? Chi lo piazzerà?
Non ho la palla di vetro. Non saprei, anche perchè si dice molto sui giornali ma non so se siano vere. Il colpo più importante l’ha fatto la Juventus con Cristiano Ronaldo, sia a livello di marketing, sia per rilanciare il nostro campionato che fino a quel momento era un po’ scadentuccio.
Chapeu alla Juventus e a tutta la Società.
A cura di Raffaele La Russa