Di Stefano Lesti – Il numero maggiore di cause che giacciono nei tribunali di tutta Italia riguardano controversie civili e penali circa i rapporti di vicinato: tutti denunciano tutti.
Chiediamocene unicamente le ragioni basilari. A fronte di una civiltà italiana sempre più in crisi e in preda a squilibri di vario ordine e genere, cavalcati dai politicanti per fare leva sulle paure indotte da certi mass media altrettanto politicizzati e al soldo di chi paga di più, le leggi a oggi non sono state al passo con tempi e peggio ancora non li hanno nemmeno previsti, anticipati e vieppiù indirizzati al progresso della società nazionale.
Tanto è vero che le stesse sembrano oggi non tutelare più né tanto meno salvaguardare i rapporti umani, ma al contrario appesantirli.
Senza citare i femminicidi, dalle famiglie distrutte di oggi, (altro che cosiddette “allargate”, non giochiamo per favore con le parole nascondendoci ipocritamente dietro un dito, e soprattutto non facciamoci condizionare dal lessico dei telegiornali e delle becere trasmissioni populiste e qualunquiste che sono buone solo per il popolino), alla civile convivenza di fatto scaduta, non puoi fare altro per far valere i tuoi diritti che subire in silenzio confidando nella Provvidenza, o farti presunta giustizia da solo, oppure sporgere querele e denunce, ma spendendo soldi.
Simili cause, si sà essere linfa vitale per gli avvocati, ma di più, sono divenute nel tempo un peso gravoso e ulteriore che si aggiunge al lavoro già di per sé difficile, al limite dell’impossibile direi da parte della magistratura e della giustizia italiana nel suo complesso.
Cosa fare dunque? Io dico che prevenire sia non solo meglio, ma l’unica cosa possibile da fare. In che modo? Dialogando educatamente non tanto per far valere le proprie eventuali giuste ragioni, ma soprattutto per convergere su quel che unisca piuttosto che su ciò che ci divida dall’altro.
Punto primo è che tra vicini di casa siamo di fatto tutti impossibilitati a non avere rapporti: fossero anche intrisi di semplici e ipocriti ma possibilmente cordiali buongiorno e buonasera, proprio non possiamo evitare di vederci.
Al pari di un posto di lavoro dove tra colleghi bisognerebbe edificare un unico spirito di corpo e di squadra per non aggravare la fatica in ufficio, così come avviene nello sport anche tra vicini di casa non dico che si debba uscire insieme a cena la sera, ma quanto meno toh, sopportarsi a vicenda cercando magari pacatamente e pacificamente di tanto in tanto un dialogo possibile che fosse costruttivo e rispettoso, niente affatto tendente ad aggravare tensioni e incomprensioni.
Ma forse sono io che ragiono male. SL
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