Racconto autobiografico di Stefano Lesti – Terza e penultima parte.
Beh, mio nonno e mio padre hanno combattuto e i loro fratelli, sorelle e amici sono stati uccisi dai palestinesi.
Così dice serio serio il ragazzo ebreo, subito interrotto dall’islamico che con un sorriso tra il compassionevole e l’incoraggiamento lo fissa altrettanto dritto negli occhi verdi che brillano dei riflessi delle luci del giardino:
Fino a quando continueremo a pensare al passato senza focalizzare l’attenzione sull’organizzare al meglio come andare avanti e in quale direzione non si finirà mai di fare guerre e di vedere sofferenze e bare. Anche io conosco fin troppi fratelli musulmani uccisi o comunque perseguitati dagli ebrei, così come sono a conoscenza dei cristiani che in diverse parti del mondo hanno subito in passato e ancora oggi ogni ingiustizia, crudeltà e violenza: possa il Clemente, il Mericordioso, l’Onnipotente Allah perdonarci per il male che gli uomini si fanno gli uni contro gli altri e contro il Benedetto. 
– La base di partenza è il dialogo rispettoso e esclusivamente proteso alla pacificazione –rispondo io– e che questo dialogo abbia inizio focalizzando l’attenzione su tutto ciò che unisca persone, culture e esperienze diverse prima ancora che su quel che ci divida, anche se parlando di morti e di persecuzioni può essere molto arduo e al limite del possibile. A noi lo insegna San Paolo quando si riferisce alla salute delle prime comunità cristiane in cui talvolta o spesso si litigava: “Fate a gara nello stimarvi a vicenda”.
E lui:
Quando si dialoga con chi non vuole sentire ragioni si finisce prima o poi con il litigare, alzare la voce. Si, anche col tirare pietre, ma nessuno qui dice che le “pietre piovono e gridano soltanto quando e laddove tace la ragione”.
E ancora io:
Ma la ragione non la puoi imporre con la forza; al contrario bisogna imparare a saper dimostrare le proprie ragioni suscitando in primis a sè stessi e poi agli altri tanti dubbi e sopratutto le giuste domande. Le colonne portanti di ogni ragionamento, la base del raziocinio, la pietra angolare tra logica matematico-scientifica e l’intuizione che alimenta l’espressione della creatività che genera col genio le scoperte e le invenzioni in grado di produrre reale progresso, elevando cioè la consapevolezza dell’uomo stesso riguardo il rapporto che lo lega in Dio a ogni essere umano e creato nell’intero universo, di cui tutti in ogni tempo siamo parte fondamentale in quanto custodi eletti da Dio in persona. Almeno prima che la Mela ci rimanesse indigesta a tutti nei secoli dei secoli..
Il ragazzo ebreo:
– In passato forse bisognava fare le guerre per costruire la pace, ma di più per renderci conto su cosa faccia più bene all’uomo tra le due, ma oggi che la pace già ce l’abbiamo da una parte, e la stiamo costruendo dall’altra, dobbiamo cercare come dice Stefano quei punti in comune dai quali chi di dovere dovrebbe imbastire un inizio di dialogo, a prescindere da ciò che a oggi sembra dividerci un pò per forza di inerzia e di stereotipi, luoghi comuni e pregiudizi fondati sull’odio: gli ebrei sono tutti corrotti e attaccati ai soldi; gli islamici sono tutti dei terroristi accecati dalla loro fede che è malvagia; i cristiani sono degli stupratori ipocriti, e tanti o pochi che fossero, i loro sacerdoti sono anche omosessuali. 
Io:
– Ma dove andiamo e cosa pensiamo di fare continuando a giudicare e a condannare i nostri fratelli senza prima purificare i nostri cuori? Senza mondarli dal male, dai risentimenti e dall’odio che rende l’uomo cieco di fronte alla bellezza del creato, di cui l’uomo è parte secondaria soltanto rispetto agli angeli; quanto sordo di fronte alle parole di Dio che ci invitano ad amare Lui sopra ogni cosa e ad amarci gli uni con gli altri. Dove andremo? Secondo me, se gli studiosi religiosi e laici estrapolassero le parole di Dio scritte e annunciate dai profeti non solo alle tre religioni monoteiste, ma anche ai grandi filosofi greci e latini, orientali e asiatici, ne uscirebbe fuori un nuovo “evangelo”, una parola benedetta rivolta questa volta a tutti quanti senza distinzioni di fede, cultura e tribù; a credenti e a non credenti che cercano o che hanno smesso.
– Beh –risponde l’ebreo– Le parole del Signore altissimo che non contrastino le une con le altre potrebbero essere non riscritte, ce ne guardi e scampi il Signore, ma trascritte, magari seguendo una filologia tendente ad affermare parole di pace e di speranza. E poi in special misura andrebbero possibilmente scrutate e scelte col fine di incoraggiare tutti gli uomini a tenere duro e a non smarrirsi nella Buona battaglia da sempre in corso tra il bene e il male allontandosi dalla luce di Dio che è una, una unica e sola luce che brilla su tutti contemporaneamente come un sole che mai albeggia e mai tramonta.
Lo interrompo:
Poi le parole selezionate dovrebbero essere proposte ai capi religiosi del mondo per farle sottoscrivere a tutti. E sulla base dei testi, dopo essere stati da questi discussi, votati e approvati all’unanimità potrebbero essere diciamo utilizzati per realizzare un codice da far altrettanto conoscere e approvare, ma non dai politici che ormai non rappresentano più nessuno di noi, ma dai Popoli di ogni Paese, che poi potrebbero inserirne parti focali ciascuno all’interno della propria Costituzione.
E l’islamico:
– ARTICOLO UNO: la guerra è abolita per sempre dal pianeta terra;
ARTICOLO DUE: nessun uomo può più uccidere o perseguitare alcun essere umano per nessun motivo. SL
FINE TERZA PARTE. A DOMANI PER LA QUARTA E ULTIMA PARTE
IMMAGINI: IL VILLAGGIO DEL RAGAZZO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DEL DIGIUNO E DELLA PREGHIERA PER LA PACE, FEBBRAIO 2018

Sharing is caring!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *