Memore di quel periodo indimenticabile in cui ora posso dirlo mi capitava spesso di abusare del mio potere politico per entrare ad assistere alle sfilate, (Sono un consigliere del comune di Roma, le autorizzazioni per farvi sfilare le abbiamo concesse noi..), in quell’ambiente ritrovato almeno per una notte mi stavo cominciando a rilassare sul serio e tra un flirt, un ballo, un cocktail e l’altro mi lasciavo andare, serenamente fluire, ed era ora: non si vive di solo lavoro!
Più il tempo passava e tra un paio di ragazze e me si stava creando un bel feeling; tra una battuta e una frase possibilmente acuta e intelligente da buttare lì di tanto in tanto e l’altra arrivai perfino a pensare la qualunque in termini di come sarebbe potuta andare a finire la serata.
Inutile dire: nella mia mente sconvolta da tanta grazia vedevo nitidamente immagini di sesso a tre e di danze del ventre nella mia camera da letto triste e nostalgica, vuota e atrofizzata da eventi, situazioni e immagini dionisiache che cominciarono spontaneamente a battermi nel cervello come la batteria di John Bonham dei LED ZEPPELIN, pace all’anima rock sua!
Poi pian piano però tornai vigile e presente di fronte alla realtà che mi vedeva concentrato soltanto in quello che stavo facendo dei miei scritti e del mio futuro di scrittore.
Mi illudevo di dover sostenere di lì a poco tempo una battaglia interiore tra il senso del dovere che mi richiamava all’ordine e mi riportavava con i piedi ben piantati non per terra, ma sopra di un enorme foglio di carta bianco con un libro in una mano e nell’altra una penna, e la ricerca del piacere che è speculare rispetto alla necessità di periodi di assoluta castità che per me ci vogliono per farmi restare in qualche modo in uno stato di sospensione tra cielo e terra, uno stato di distacco totale dalla materia e dal mio proprio esclusivo essere e sentire che mi permette di scrivere ispirato in qualche modo da quello che io ardisco chiamare in estrema sintesi “Amore universale”.
A un certo punto gli eventi mi vennero incontro, il modello islamico mi invita ad andare in giardino con lui e le due ragazze per guardare il cielo. Era una calda e morbida notte di agosto e il firmamento brillava in tutto il suo splendore.
In assenza della luce lunare e delle luci di Roma i nostri volti erano illuminati da luci colorate blu e gialle, azzurre e verdi che facevano brillare i nostri occhi e volti sorridenti ora di un colore tenue che metteva in evidenza le nostre reciproche espressioni diventate d’incanto più rilassate e sincere. SL